Le aspettative, le attese, i desideri della gente riguardo alle scoperte scientifiche, alle terapie mediche e in generale alle novità in campo sanitario sono formidabili. Così intense da provocare talvolta spiacevoli qui pro quo e fraintendimenti riguardo al significato pratico delle nuove ricerche biomediche, così come sono presentate dalla stampa e dalla TV. Tra l’annuncio di nuove scoperte nella ricerca di base o innovazioni organizzative e le loro ricadute pratiche, ad esempio la messa a punto di nuovi farmaci o tecnologie biomediche, possono passare anni e non sempre le promesse vengono mantenute.
Probabilmente la prospettiva dello scienziato impegnato nei settori più avanzati della ricerca giustifica un pizzico di quell’entusiasmo che pochi medici pratici riescono a comunicare, soprattutto quando si fanno i conti quotidianamente con malattie croniche, situazioni complesse senza apparente vie d’uscita, problemi intricati. Se un medico può accogliere con una certa dose di disincanto le avvenieristiche prospettive evocate dalle notizie di stampa non si può dire altrettanto dei malati e dei loro parenti.
Non tutte le forme di comunicazione, tuttavia, sono gravate dal rischio di qui pro quo. Ad esempio nel dialogo a tu per tu, durante una consultazione medica ambulatoriale, è sempre possibile correggere in tempo reale la discrepanza di significati tra chi emette il massaggio e il ricevente. Se invece la notizia viene diffusa “a pioggia” dai giornali e TV le reazioni dei lettori-spettatori possono essere tanto diversificate quanto sorprendenti, rispetto alla notizia in se. Può capitare che malati o loro parenti interpretino la notizia della nuova scoperta, ad esempio in campo genetico, come se equivalesse alla disponibilità immediata di una nuova cura per i loro problemi di salute.
Lo stesso gap tra attese e realtà si verifica quando vengono annunciate con clamore riforme che dovrebbero migliorare in modo significativo l'assistenza sanitaria sul territorio, come la ristrutturazione della rete sociosanitaria promossa dal PNRR, con la diffusione di Ospedali e soprattutto Case della Comunità, che dovrebbero erogare assistenza h24 su tutto il territorio. Nel frattempo però stanno emergendo gli effetti di una carenza generalizzata di operatori sanitari, dai medici agli infermieri soprattutto nelle aree periferiche, che mettono a rischio queste promesse senza contare il cronico sotto-finanziamento dell'assistenza territoriale.
Simili equivoci confermano il rischio di fraintendimenti per un eccesso di aspettative da parte del lettore, a cui raramente sfugge un'informazione sanitaria, che dovrebbe anche essere critica verso l'eccesso di "annunci": come ha osservato il compianto economista sanitario elvetico Gianfranco Domenighetti ogni nuova scoperta in campo biomedico o riforma organizzativa viene presentata dai Media e\o letta dalla gente come un evento risolutivo che entrerà in vigore e sarà immediatamente applicato ai casi concreti, con grandi vantaggi per i malati. Così si alimentano aspettative lontano dalle intenzioni di chi aveva “lanciato” il messaggio.
Ecco in proposito l’opinione contro corrente di Richard Smith, ex direttore del prestigioso British Medical Journal, risalente alla fine del secolo scorso:
“Le attese della popolazione possono crescere più rapidamente della capacità del Servizio sanitario nazionale di rispondervi, specialmente se le attese sono incrementate non solo dai madia e dall’accesso a internet, ma anche dai politici stessi (….) Uno squilibrio tra le attese e l’erogazione può essere affrontato in due modi. E’ chiaro che bisogna aumentare l’erogazione, e i politici promettono sempre tali miglioramenti. Ma tutti – politici, ricercatori, clinici – dovrebbero avvertire anche la necessita’ di lavorare sul versante delle attese:
- la morte è inevitabile;
- la maggior parte delle malattie più gravi non possono ancora essere curate;
- gli antibiotici sono inutili per l’influenza;
- le protesi d’anca artificiali si consumano;
- gli ospedali sono luoghi pericoloso;
- tutti i farmaci hanno effetti collaterali;
- la maggior parte dei trattamenti medici ottengono solo benefici marginali e molti di loro non funzionano affatto;
- i test di screening producono risultati falsi negativi;
- e ci sono modi migliori di spendere il denaro che per sempre maggiore tecnologia sanitaria”.
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