I dati delle adesioni dei pazienti parlano chiaro: a fine febbraio 2019 sono stati sottoscritti 211966 PAI rispetto ai 194.497 di fine 2018 - con un incremento di 17269 - pari al 7,5% degli oltre 3milioni di lombardi portatori di una o più condizioni croniche (meno 10mila PAI al mese rispetto ai 20mila preventivati). L’arruolamento è così distribuito tra le ATS della regione (tra parentesi la % di MMG partecipanti alla PiC): Milano 4% (32%), Insubria 11% (45%), Valtellina 13,4 (72%), Brianza 14% (72%), Bergamo 7% (57%), Brescia 4,3% (52%), Cremona e Mantova 7% (79%), Pavia 2% (32%).
Ora la regione vorrebbe fare leva sull'AIR 2019, in fase di
trattative sindacali, per introdurre un bonus di 4700 € a favore dei medici che parteciperanno alla PiC garantendo l'adesione minima del 30% dei
pazienti in carico. Inoltre verrebbe ritoccata la tariffa per la compilazione
del PAI, che passerebbe dagli attuali 10€ a 15 per ogni PAI.
Per finanziare l’accordo sindacale è previsto uno stanziamento di 25 milioni di €, risorse vincolate al
raggiungimento di obiettivi considerati strategici. Non è chiaro se il bonus
coinciderà con l’indennità di Governo Clinico (GC), prevista dall’ACN nazionale
(3,08 €/assistito) o se si tratti di risorse aggiuntive rispetto a quelle
già previste dalla Convenzione. Nel 2018 l'AIR prevedeva la corresponsione della quota di GC - per oltre 10 milioni di € su scala regionale - previa partecipazione ad uno dei due progetti regionali, relativi ai programmi di screening per Ca mammario e del colon oppure alla gestione del rischio cardiovascolare e alla promozione di corretti stili di vita. Fino ad ora l’incentivo di GC è stato erogato in due tranches con modalità diverse da un’ATS all’altra,
ad esempio previa partecipazione a corsi di aggiornamento anche a distanza piuttosto che dopo
il conferimento di dati sulla gestione delle patologie croniche.
Con questa base di proposte la regione
tenta di risollevare l'andamento della PiC, a dir poco deludente, rispetto al cul de sac
in cui si trova, principalmente a causa della latitanza dei Clinical Manager dei Gestori organizzativi.
L’eventuale “riassorbimento” della PiC all’interno dell’AIR segnerebbe di fatto
l’abbandono della politica dei due forni, vale a dire la possibilità per i
pazienti di essere presi in carico dal Clinical Manager ospedaliero
in alternativa (sostituzione) al MMG non aderente alla PiC (il 55% circa).
L’AIR 2019 potrebbe archiviare definitivamente la PiC prima maniera, ovvero la Delibera di fine gennaio 2017 che prevedeva solo Gestori organizzati
senza alcun ruolo per i MMG, in ossequio al principio del quasi mercato interno
al SSR.
COMMENTO
Gli esiti empirici di un decennio di riforme della cronicità (CReG + PiC) dimostrano che
COMMENTO
Gli esiti empirici di un decennio di riforme della cronicità (CReG + PiC) dimostrano che
·
non esiste intercambiabilità tra primo e secondo livello nella gestione
della cronicità, come immaginavano i decisori regionali e come invece testimoniano le
scelte opposte della gente, a conferma della relazione fiduciaria con il MMG;
·
solo il MMG è in grado di attuare la PiC, grazie alla specificità
del contesto sociorelazionale, epidemiologico e organizzativo territoriale;
·
a differenza dei Clinical Manager dei Gestori ospedalieri, che hanno ricusato tale ruolo per la
segmentazione dell'approccio specialistico d'organo.
Di conseguenza i criteri per una razionale, efficace ed appropriata gestione della cronicità sono:
Di conseguenza i criteri per una razionale, efficace ed appropriata gestione della cronicità sono:
- separazione tra Gestore clinico (il MMG in integrazione con gli Specialisti nei casi complessi) e Gestore organizzativo (strutture accreditate per l'erogazione delle prestazioni previste da PDTA/PAI);
- applicazione dei PDTA, senza necessità di PAI, ai pazienti cronici monopatologici o polipatologici in buon compenso, complianti alle cure e ai controlli, a basso rischio e/o senza complicanze (per la legge di Pareto l’80% della coorte di cronici è composta da ipertesi e/o dislipidemici e/o diabetici tipo II con o senza complicanze);
- il PAI come detta il Piano Nazionale della Cronicità andrebbe riservato ai pazienti mono- o polipatologici complessi, fragili, disabili, con complicanze d’organo etc.. in gestione integrata con il II livello;
- il PAI potrebbe essere tacitamente rinnovato annualmente, mentre andrebbe attivato in caso di complicanze o rivisto al bisogno, in presenza di significative modifiche del quadro clinico a prescindere dalla scadenza annuale;
- per i pazienti mono- o polipatologici in PDTA senza PAI basterebbe prevedere il conferimento annuale dei principali indicatori di processo/esito compresi nel PDTA stesso;
- la precondizione per il buon esito di tutto il processo di PiC è la drastica semplificazione di tutte le procedure informatiche, con trasferimento automatico degli indicatori dalla cartella clinica computerizzata del medico al sistema regionale di elaborazione dati.
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