mercoledì 25 agosto 2021

PNRR e improbabili risparmi (2): gli accessi in PS

Tratto da: GUIDA ALLA RIFORMA DEL SERVIZIO SANITARIO IN LOMBARDIA E AL PNRR  -  Opportunità e rischi per il futuro dell’assistenza primaria.

Pagine 208, luglio 2021 - Link alla versione cartaceaversione ebook 

Considerazioni analoghe a quella del post precedente sulla spesa farmaceutica ( https://curprim.blogspot.com/2021/08/il-pnrr-e-gli-improbabili-risparmi-1-la.html ) possono essere estese agli altri risparmi finanziari previsti dal PNRR, come quelli relativi al Pronto Soccorso. 

Anche la previsione di consistenti risparmi per la riduzione degli accessi impropri dei codici bianchi e verdi in PS - l'87,4% del totale - appare ottimistica se non irrealistica: infatti sono considerati evitabili il 90% dei codici bianchi (2.461.967) e il 60% dei codici verdi (6.740.923), vale a dire il 57,5% degli accessi totali in PS, obiettivo assai ambizioso. Ecco il testo del dossier sul PNRR inviato a Bruxelles.

Dossier PNRR: stima della riduzione degli accessi in PS

Le CdC o gli OdC potranno contribuire al contenimento dell’utilizzo inappropriato del Pronto Soccorso ma non nelle proporzioni che adombrano le schede del programma inviate a Bruxelles, ovvero con percentuali vicine al 60%; il sovraffollamento del PS ha altre cause, a partire dal dislivello tecnologico rispetto al territorio e dal cosiddetto boarding dovuto alla carenza di posti letto, che obbliga gli operatori dell’emergenza a trattenere per ore pazienti in attesa della disponibilità di un posto in corsia.

Non è detto che la disponibilità di Case della Comunità (CdC) sul territorio, nella misura di 1 ogni 45-50mila abitanti, senza una diversificazione della tipologia della struttura in base alle caratteristiche geodemografiche del territorio, senza un adeguato programma basato sulla teoria del cambiamento ed azioni sinergiche per un radicamento locale, possa di per sé condurre ad un consistente abbattimento degli accessi impropri in PS, come ipotizzato in modo semplicistico dal PNRR sulla base delle statistiche degli accessi dei codici bianchi e verdi.

A questo proposito sono stati pubblicati nel 2020 i dati di una ricerca sull’impatto della Case della Salute emiliane, che ha documentato una riduzione significativa e costante degli accessi al PS (-16,1%), più consistente nei pazienti assistiti da MMG che svolgono la loro attività parzialmente o completamente all’interno della Case della comunità (-25,7%) e un effetto minore sui ricoveri per diabete, scompenso cardiaco, BPCO, polmonite batterica (-2,4%) e sugli episodi di cura domiciliare (+9,5%) a seguito di una intensificazione nel tempo (+5,5%) dell’assistenza domiciliare sia infermieristica che medica.

Sulla base di questi dati, che riguardano un’area di consolidata tradizione dell’assistenza primaria associata ad investimenti decennali in strutture diversificate in tre tipologie, è possibile ipotizzare a regime una riduzione del 20-25% degli accessi impropri alle strutture di emergenza-urgenza, vale adire meno della metà di quanto ipotizzato nel dossier del PNRRInfine non meno problematica, dal punto di vista delle scelte dei principali attuatori del PNRR e della rete territoriale lombarda, sarà la decisione dei MMG di partecipare al “popolamento” delle CdC specie nelle zone disagiate con popolazione distribuita su un vasto territorio, come la zona alpina.

Le norme attuative del PNRR sia a livello nazionale (la definizione degli standard strutturali, organizzativi e tecnologici e gli ACN per la medicina convenzionata) che regionale (gli AIR per l’assistenza primaria) dovranno prevedere l’armonizzazione delle normative e l’introduzione di meccanismi incentivanti per favorire l’adesione dei medici al progetto di CdC, che sicuramente sarà il punto chiave e potenzialmente critico del PNRR.

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