- L’erogazione in farmacia resta mensile ma la prescrizione ha validità annuale, ma per evitatre scorte di farmaci il paziente dovrà comunque recarsi in farmacia per il rifornimento periodico.
- La ricetta annuale ripetibile può essere emessa per patologie croniche stabilizzate dopo che il medico avrà indicatola posologia giornaliera e il numero massimo di confezioni erogabili nei dodici mesi successivi.
- Il farmacista, a ogni erogazione, consegna il quantitativo sufficiente per trenta giorni di terapia e verifica eventuali anomalie nell’aderenza terapeutica, segnalando criticità al medico.
- Il medico potrà sempre sospendere o modificare in qualsiasi momento la prescrizione annuale, qualora emergano ragioni di sicurezza o necessità di adattamento della posologia all'evoluzione clinica
- La normativa riguarda le seguenti patologie, peraltro non tutte esenti: ipertensione arteriosa, diabete mellito di tipo 1 e 2, Bpco e asma persistente, dislipidemie, ipotiroidismo e altre patologie tiroidee, artrite reumatoide, lupus e malattie reumatologiche croniche, epilessia stabilizzata, disturbi psichiatrici cronici in trattamento continuativo, morbo di Parkinson e demenze nelle fasi iniziali, osteoporosi severa, insufficienze renali ed epatiche croniche, terapie anticoagulanti e antiaggreganti a lungo termine.
- Il Ddl Semplificazioni validità prescrittiva alla documentazione rilasciata dagli ospedali al momento delle dimissioni o dai pronto soccorso, nonché dai servizi di continuità assistenziale nei due giorni precedenti.
Fin dal maggio 202 il Ministro Schillaci aveva commentato la novità normativa: "Grazie a questa norma, i pazienti o chi si prende cura di loro in caso di non auto-sufficienza, hanno il doppio vantaggio di non dover andare ripetutamente dal medico per avere la ricetta e in farmacia per ritirare i farmaci".
Difficile
immaginare come si possa conciliare quest'ultima affermazione con la consegna dei farmaci per coprire 30 giorni di
terapia, ritirando quindi una o più confezioni ogni mese in relazione
alla posologia quotidiana - variabile da 1/4 a 6 compresse al dì - e al
numero di compresse della singola confezione che varia in genere da 14 a
60 circa; in caso di polipatolgie con posologie diversificate non sempre è
possibile coprire perfettamente i 30 giorni di terapia con tutti i
farmaci prescritti (basta pensare alle confezioni con 14 o 28 compresse e
agli schemi complessi con posologie a giorni alterni, a mezza compressa o settimanali).
Infine per poter dispensare l'esatto numero di confezioni a copertura
del fabbisogno mensile ogni prescrizione medica dovrà comprendere la posologia quotidiana o altra periodicità, che peraltro spesso
varia nel corso dell'anno per modificazioni della stessa in relazione
all'evoluzione dei quadri clinici complessi.
Il sistema attuale prevede per i soggetti esenti la prescrizione di 3 confezioni per ricetta - salvo casi particolari come gli antibiotici iniettivi o gli oppiacei - che rappresentano un fabbisogno terapeutico variabile da meno di un mese fino 6, se si considerano le mezze compresse in monoterapia. In precedenza era possibile prescrivere fino a 6 confezioni ovvero il fabbisogno per 3-6 mesi in funzione della posologia e del numero di compresse o confetti per confezione. Bastava reintrodurre questa norma per raddoppiare la copertura terapeutica, specie per le pluriposologie quotidiane.Invece con la ricetta annuale alcuni pazienti dovranno recarsi tutti i mesi in farmacia invece che trimestralmente o ogni quadrimestre.
Il frazionamento mensile della terapia sarà per alcuni assistiti un passo indietro, considerando che con l'attuale sistema si devono recare in farmacia 2-6
volte mentre con la ricetta annuale dovranno rivolgersi al farmacista
12 volte. Il "razionamento" mensile è
stato introdotto probabilmente per evitare accaparramenti, analogamente alla riduzione da 6 a 3 del numero di confezioni per ricetta negli esenti. Tuttavia molti cronici in monoterapia potrebbero
preferire ancora l'attuale sistema perchè meno impegnativo dal punto di vista logistico.
La novità, oltre a richiedere frequenti accessi in farmacia, potrebbe avere un altro effetto collaterale; per il medico non avere contatti con il paziente cronico per 1 anno intero potrebbe costituire un pregiudizio per la continuità assistenziale. L'accesso in studio per la prescrizione periodica è l'occasione per fare il punto della situazione clinica e verificare il compenso, controllare la terapia e prescrivere esami, fare insomma un follow-up informale oltre alla prescrizione dei farmaci e al controllo dell'aderenza ai PDTA e di eventuali effetti collaterali.
Queste funzioni ora delegata alla farmacia e serviranno quindi richiami e visite periodiche strutturate se il MMG vuole verificare il controllo clinico che ora viene svolto in modo informale con la prescrizione della ricetta in studio o telematica, con un aumento del carico organizzativo,compensato dalla riduzione del tempo burocratico dedicato alle prescrizioni periodiche di farmaci con l'attuale sistema dei 3 pezzi.
Ovviamente per il medico la ricetta annuale è un aiuto perché riduce un compito ripetitivo - ingiustamente considerato burocratico - mentre al paziente potrebbe complicare la vita più che semplificarela per il numro di accessi in farmacia allorchè le posologie di più farmaci non coincidono perfettamente con i 30 giorni. Per ovviare a questo problema, che contrasto con l'intento di ridurre le procedure per i pazienti cronici, bastava coniugare la ricetta annuale con l'attuale normativa, prevedendo consegna del numero di confezioni necessarie a coprire 2-3 mesi di terapia.
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