venerdì 28 luglio 2017

Dall'atto di indirizzo per il rinnovo dell'ACN un riconoscimento per il Governo Clinico delle patologie croniche dell'ATS di Brescia

L'atto di indirizzo per il rinnovo dell'ACN fa proprio il metodo e la logica del Governo Clinico dell'ATS di Brescia (GC); dopo oltre 10 anni di lavoro mi pare un successo e un meritato riconoscimento alla lungimiranza del gruppo dirigente della SIMG bresciana e dell'ex ASL. Va in tale direzione il combinato disposto di due passaggi dell’atto che, di fatto, rilanciano a livello nazionale lo spirito del GC svuotando nel contempo, se verranno recepiti nel prossimo ACN, le delibere lombarde sulla presa in carico (PiC) della cronicità.
  • Attuazione del Piano Nazionale della Cronicità (PNC) Il Piano Nazionale della Cronicità identifica le cure primarie quale ambito privilegiato per valutare i bisogni della popolazione e presidiare i percorsi dei pazienti cronici, orienta verso un’offerta proattiva e personalizzata di servizi sanitari e sociali, valorizza la relazione con le risorse della comunità (a cominciare dal volontariato), indica la gestione integrata quale strumento fondamentale per perseguire e raggiungere risultati soddisfacenti in termini di efficacia degli interventi, di efficienza delle cure, di salute e di qualità di vita dei pazienti con patologie di lunga durata. É necessario che il ruolo di coordinamento dell’attività clinica – salvo specifiche condizioni, che per complessità clinica ed assistenziale, richiedono altri ambiti assistenziali e il coordinamento dello specialista – nella presa in carico delle persone affette da patologie croniche, con specifica responsabilità sulla stesura dei PAI e dei Piani di Cura Personalizzati, sia inserito tra i compiti propri del Medico di Medicina Generale.
  • Ristrutturazione del compenso e meccanismi di premialitá sui risultati Occorre prevedere che una parte significativa del compenso (almeno il 30%), cosi come suggerito anche da esperienze internazionali e dai documenti della Commissione Europea, sia assegnata sulla base di meccanismi premiali legati al monitoraggio e valutazione dei livelli di servizio offerti ai cittadini e qualità dell’assistenza (per esempio, modalità di presa in carico dei pazienti affetti da patologie croniche, appropriatezza prescrittiva, accesso al Pronto Soccorso, copertura vaccinale…), superando il più possibile il pagamento a prestazione.
  • Per di più l'atto di indirizzo stabilisce che l'aumento dei compensi del nuovo ACN, nell'ordine dell’1.5% circa, dovrà essere interamente destinato ai "meccanismi di premialità a risultato, sugli obbiettivi prioritari definiti dalle indicazioni nazionali (PNC, PNPV, nuovi LEA)". Ciò significa che le regioni saranno tenute, nell’applicazione della convenzione nazionale, a corrispondere gli aumenti dei compensi a tutti i MMG, previa dimostrazione dei risultati raggiunti nella gestione della cronicità sulla base di indicatori di processo/esito e a prescindere da gestori, cogestori, budget, CReG e cooperative, mentre i PLS saranno "premiati" per le campagne vaccinali. L'atto di indirizzo ipotizzata almeno il 30% dei compensi che, per un massimalista, corrispondono a circa 1600 € lordi mensili, a fronte dei 380 € dell’indennità di Governo Clinico attualmente vigente. Alla regione non converrà di certo pagare due volte per le stesse prestazioni, ovvero per la PiC del gestore/MMG e contemporaneamente per il compenso variabile del MMG correlato alla gestione della cronicità. Sarebbe, finanziariamente parlando, una duplicazione di servizi e uno sperpero di risorse pubbliche.
COMMENTO.  La quota variabile dei compensi risponde al principio dell'accountability e la logica premiale agli incentivi del cosiddetto pay for performance. L'atto di indirizzo è sintonia con il Governo Clinico delle patologie croniche dell'ATS di Brescia e con il recente Accordo sindacale Ligure sulla stessa materia mentre appare in dissonanza con le delibere lombarde sulla PiC: nessun accenno a Gestori, Co-gestori, provider, cooperative e tutto l'apparato ipotizzato dal rito meneghino della PiC (assecondato dalla FIMMG che dovrà negoziare la nuova convenzione con la radicale ristrutturazione di default dei compensi).

Una chiara presa di distanza e, nel contempo, un depotenziamento della PiC, da parte degli assessori regionali, che suona come un altolà per tutte le iniziative regionali che si discostano dal quadro normativo nazionale. Insomma si tenta di prevenire la discrasia tra la cornice normativa centralmente dell'ACN e le fughe in avanti di alcune regioni, favorite da 10 anni di vacanza contrattuale che hanno paralizzato ogni innovazione contrattuale a partire dalla Riforma Balduzzi. Vedremo quale sarà l’impatto dell’atto sulle scelte dei medici lombardi che, entro il 31 luglio, devono decidere se accettare o meno il ruolo di gestori della PiC.

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