domenica 3 gennaio 2021

IL PRADOSSO DEL VACCINO ANTI-COVID!

La vaccinazione di massa anti Covid-19 ha un precedente storico istruttivo. Chi si ricorda del flop della vaccinazione anti aviaria del 2010? La campagna di vaccinazioni era iniziata alla fine dell'estate per proseguire a rilento nei mesi autunnali, anche per lo scetticismo della gente, fino al flop definitivo dell'inverno. Ricordo un'organizzazione pubblica delle vaccinazioni che definire a rilento è poco, tanto che la stragrande maggioranza delle dosi restò nei frigoriferi per mesi e fu smaltita con i farmaci scaduti l'hanno successivo, con grande sperpero di denaro pubblico e sollievo per i bilanci dell'azienda farmaceutica produttrice.

https://www.repubblica.it/cronaca/2010/01/16/news/vaccino_virus_a-1966773/

Eppure allora le vaccinazioni non si facevano solo in ospedale, con procedure complesse, modalità di stoccaggio, trasporto e conservazione particolari e del tutto nuove, tempi lunghi per la preparazione e l'inoculazione, come richiede il preparato della Pfizer. In alcune regioni il vaccino ha già messo in crisi le strutture ospedaliere sprovviste di adeguati sistemi di conservazione delle confezioni. Insomma il sistema si sta "incartando"... La complessità del vaccino a RNA non ha fatto i conti con il collo di bottiglia di una filiera organizzativa più complicata del previsto, che rischia il sovraccarico per carenza di strutture e di operatori.

Ora come ora con i servizi di igiene e prevenzione e le strutture distrettuali inesistenti, per via del loro smantellamento in alcune regioni, ci vorranno mesi e mesi per vaccinare in ospedale solo gli operatori sanitari, mentre milioni di dosi si accumuleranno nei mega-frigo fino a superne la capienza di stoccaggio, specie se a breve dovessero arrivare anche altri vaccini come Moderna, AstraZeneca etc... I 70 mila operatori sanitari del territorio (medici di MG, CA, delle USCA, dei servizi e infermieri di comunità) sono gli unici che possono evitare questo paradossale rischio affrontando realisticamente l'impresa storica di vaccinare la maggioranza della popolazione in modi e tempi appropriati.

Ma a una condizione: l'unica prospettiva realistica, per vaccinare a breve i pazienti a rischio e poi la popolazione generale, prima che si avveri la profezia di una terza ondata, è nella fornitura del vaccino AstraZeneca più facile da gestire, conservare, distribuire e somministrare nella capillare rete della medicina territoriale, come si fa ogni anno con il normale vaccino influenzale.

Ma purtroppo EMA /AIFA tardano a dare il via all'operazione perchè la richiesta di autorizzazione non è ancora (incomprensibilmente) stata presentata e bisognerà quindi attendere la fine di gennaio prima della consegna del nuovo dossier; nel frattempo in GB hanno già dato l'OK in tutta fretta al vaccino AstraZeneca e dalla prossima settimanea inizieranno le vaccinazioni di massa. La vicenda ha del paradossale e dell'incredibile....

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