lunedì 6 giugno 2022

La riforma dell'assistenza primaria: ultima spiaggia o inevitabile declino?

 Giuseppe Belleri

IL MALESSERE DELLA MEDICINA GENERALE

La riforma dell’assistenza primaria dopo la pandemia: ultima spiaggia o inevitabile declino?

Edizione KDP, aprile 2022, pag. 199

Introduzione

L’epidemia di Coronavirus ha avuto il suo epicentro nazionale in Lombardia e verrà ricordata nei prossimi decenni per il suo carattere improvviso e travolgente, che ha evocato una varietà di descrizioni metaforiche: battaglia campale, tsunami, tempesta perfetta, cigno nero, terremoto sanitario, bomba atomica etc.

Al link l'estratto con l'introduzione e il primo capitolo
Passata la fase emergenziale è possibile avviare una riflessione critica sugli eventi e sugli effetti della pandemia, così rilevanti tanto da mettere a dura prova la tenuta di tutto il sistema per un picco di domanda e un deficit di offerta difficile da fronteggiare ad ogni latitudine. Il Covid-19 ha avuto un particolare impatto sulla medicina del territorio per le sue specifiche caratteristiche strutturali e funzionali, in particolare nelle zone a più alta incidenza della Lombardia, facendo emergere una condizione di disagio e di crisi professionale che ha radici profonde e lontane.

Alla MG sono state imputate carenze e deficit nella gestione del Covid-19 fino quasi a farne il responsabile per eccellenza di una situazione complessa, mentre per altri le cause del problema risiedono in quel “territorio abbandonato” descritto per la prima volta dai colleghi di Codogno, rimasti soli nel pieno della tempesta pandemica in quel fatidico marzo 2020.

A partire dalla seconda ondata e fino all’esaurimento della quarta ondata nel marzo 2022 la MG si è così trovata sul banco degli imputati per le proprie presunte colpe nella gestione della pandemia. Tale imputazione si è tradotta in ripetute accuse di latitanza, scarsa professionalità, produttività oraria, disponibilità telefonica fino ad espressioni ingiuriose verso i “fannulloni” del territorio. Così per correggere questo stato di cose è stata invocata una profonda riforma della medicina territoriale che si intreccia con i cambiamenti indotti dal PNRR che si dovrebbe concretizzare nelle strutture territoriali previste dalla Missione 6 (Case ed Ospedali di Comunità, Centri Operativi Territoriali, Distretti e potenziamento dell’assistenza domiciliare).

A queste iniziative si dovrebbe affiancare in parallelo una riforma complessiva dell’organizzazione e delle normative che regolano i rapporti tra medici del territorio e SSN, attualmente in forma di Convenzione tra lo stato e gli esercenti professionali con uno status giuridico di parasubordinazione, che per alcuni dovrebbe essere trasformato in rapporto di subordinazione. Anche la formazione dei MMG è sotto accusa e in parallelo al passaggio alla dipendenza dovrebbe essere superato il l’attuale Corso di Formazione Specifica su base regionale per evolvere verso una vera ed autorevole specializzazione universitaria. Il combinato disposto tra il rapporto di subordinazione e il superiore status specialistico dovrebbero risollevare sia l’immagine pubblica sia il “morale” della categoria, fiaccato da tensioni crescenti con assistiti esigenti, per le interferenze della burocratizzazione manageriale e per un deficit di tutele lavorative e previdenziali mal sopportate dalle nuove generazioni di MG.

Attorno a questo programma si è coalizzato un composito fronte riformatore che, sulla spinta della crisi pandemia e di una campagna mediatica a tratti delegittimante, ha imposto all’agenda pubblica l’esigenza di un cambiamento tanto radicale quanto carico di incertezza e a rischio di sostenibilità, da quella finanziaria a quella logistica, dalla quella previdenziale a quella normativa. Se sulla revisione della formazione dei futuri MMG vi è un’ampia convergenza, pur con alcune riserve, non è così per il passaggio dal regime convenzionale alla dipendenza, ipotesi che ha spaccato la categoria in due fronti contrapposti.

Il volumetto si propone, con la formula estemporanea dell’instant book, di fare il punto del processo di riforma della medicina del territorio alla vigilia dell’avvio del PNRR, a partire dalla "diagnosi" del malessere che pervade la categoria e che si manifesta empiricamente con due tendenze emergenti e convergenti: il pensionamento anticipato di massa e la crisi vocazionale delle "nuove leve". Le conseguenze sistemiche sono la desertificazione assistenziale di intere zone con milioni di cittadini privati del diritto all'assistenza primaria. 

Nell’arco di un trimestre, dopo un lungo dibattito pubblico e all’interno delle istituzioni, si è arrivati a stabilire tre punti fermi della cornice normativa per la ristrutturazione della medicina territoriale:

  • lo schema per il rinnovo degli ACN, funzionali alla messa in atto del PNRR (appendice B)

  • il rinnovo dell’ACN 2016-2018, propedeutico al successivo, che recepisce le forme organizzative della riforma Balduzzi del 2012 (capitolo 11 e appendice C)

  • il DM71 che detta gli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale e delle strutture finanziate dal PNRR (capitolo 11 e appendice A)

Tuttavia restano ancora diverse aree di incertezza: rimane indefinita l’ipotesi del passaggio al rapporto di dipendenza dei medici convenzionati che dovrebbe garantire secondo alcuni la soluzione definitiva dei problemi della sanità territoriale e il rilancio della MG. Anche l’iter della riforma del Corso di Formazione Specifica in MG, nonostante unanimi consensi, resta solo a livello di dichiarazioni politiche di intenti programmatici. Per di più sul finire della quarta ondata di una lunga guerra contro il virus, dagli esiti vittoriosi grazia alle armi vaccinali, ecco che improvvisamente divampa di nuovo in Europa uno storico e virulento flagello, che a metà del novecento aveva già seminato morte, traumi, distruzione, sofferenze psicologiche e sociali: il virus nazionalista che ora rischia di pregiudicare il difficile ritorno alla normalità, dopo aver contenuto l’avanzata di SARS-COV2, per le sue molteplici conseguenze anche sanitarie. Ora a bocce (quasi) ferme è comunque possibile intravvedere il percorso di sviluppo del cambiamento innescato dal PNRR, a diversi livelli ed equilibri sistemici, ed il suo potenziale impatto sul lungo periodo.

PRESENTAZIONE

Il volume parte dall'analisi del clima emotivo di malessere e dalla “diagnosi” della crisi che attraversa la Medicina Generale convenzionata, accentuata dall’impatto della pandemia da Covid-19 sul territorio, per prospettare possibili percorsi di riforma e cambiamento. La principale occasione di “rifondazione” è il PNRR che si propone di rafforzare la sanità territoriale dopo un decennio di disinteresse pubblico, grazie agli investimenti strutturali della Missione 6 per la diffusione dalle Case e degli Ospedali di Comunità, che dovrebbero favorire una maggiore integrazione tra professionisti sanitari del territorio e dell'ospedale, risollevando le sorti dell’assistenza primaria. 

Il primo capitolo espone una sintesi delle procedure relative alle decisioni di policy e dei problemi di implementazione delle riforme pubbliche nel contesto sociosanitario. La prima parte propone un profilo storico e socioculturale del disagio vissuto dai MMG, descrive le caratteristiche organizzative e giuridiche della Medicina convenzionata e analizza l’evoluzione della categoria con la chiave di lettura della sociologia delle professioni, con particolare riferimento al concetto di professionalismo: si propone l’ipotesi che il malessere della MG segni l’ultima tappa del declino della dominanza professionale. 

La seconda parte descrive a grandi linee le specificità organizzative e delle pratiche dell'assistenza primaria e, di seguito, le criticità imputate al MMG che dovrebbero essere superate con il passaggio dalla convenzione al rapporto di subordinazione e con l'introduzione della Specializzazione universitaria. Nel testo vengono discussi i diversi aspetti della proposta di dipendenza come soluzione della crisi, che vede la categoria divisa tra favorevoli e chi invece vorrebbe mantenere l’attuale regime convenzionale, pur accettando una sua evoluzione, come proposto dalla parte pubblica. 

Nella terza parte vengono esposti e commentati i contenuti del PNRR, del Decreto Ministeriale sugli standard delle strutture territoriali e degli Accordi Collettivi Nazionali, propedeutici alla realizzazione della Misura6 del PNRR. L’ultimo capitolo propone un’analisi della MG secondo i principi delle Comunità di Pratica come proposta strategica per il superamento del malessere della categoria, in una prospettiva di promozione del professionalismo organizzativo e comunitario.

INDICE DEL VOLUME

  1. Introduzione pag. 4

  2. La riforma e il ciclo di policy: definizione del problema teorie causali e valutazione d’impatto pag.7

PRIMA PARTE

  1. Il disagio del MMG: la dimensione socioculturale pag. 20

  2. Il profilo giuridico, economico e sociologico ed evoluzione storica del medico convenzionato pag.43

  3. Organizzazione e specificità del lavoro in MG pag.55

  4. La risposta organizzativa al Covid-19. pag.58

SECONDA PARTE

  1. Le criticità e la definizione del problema. pag.75

  2. Organizzative e modelli gestionali in MG. pag. 79

  3. Convenzione o dipendenza: pro e contro. pag.85

  4. Modelli organizzativi e servizi sociosanitari territoriali pag.99

TERZA PARTE

  1. Standard del DM71 pag. 105

  2. Criticità del DM71 e ACN 2016-2018 pag. 126

  3. Medicina del territorio e comunità di pratica pag.138

  4. Conclusioni (provvisorie) pag.149

  5. Bibliografia pag.154

  6. Appendici pag.158

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