domenica 20 marzo 2016

Quale futuro per le AFT?

Le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) previste dalla riforma che prende il nome dall’ex ministro Balduzzi, risalente alla fine del 2012 saranno al centro delle trattative per il rinnovo dell'ACN, vacante da quasi un decennio. Le amministrazioni regionali si sono già mosse per avviare questa inedita forma organizzativa ma, come spesso capita, in ordine sparso e in modo disomogeneo, sulla base di interpretazioni locali e talvolta forzate della normativa nazionale.

Stando alla lettera della Balduzzi le AFT non comportano variazioni del rapporto fiduciario e di libera scelta dell'assistito in quanto forme organizzative monoprofessionali…. che condividono in forma strutturata, obiettivi e percorsi assistenziali, strumenti di valutazione della qualità assistenziale, linee guida, audit e strumenti analoghi. La Legge in sostanza non prevede un'organizzazione stabile per fornire prestazioni sanitarie ed assistenziali dei medici dell'AFT, vale a dire rivolte alla popolazione di assistiti; la legge privilegia funzioni ed attività "interne" al gruppo di MMG, di tipo culturale e formativo in senso lato, ad esempio nell'ambito del governo clinico e della formazione sul campo. In generale la legge indica alcuni strumenti di valutazione della qualità dell'assistenza e delle performances, come l'audit sui risultati di processo/esito e salute, in relazione ai principali Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali (PDTA) o all' applicazione di Linee Guida etc...

Nelle AFT saranno inseriti i medici di continuità assistenziale con i quali sarà possibile attuare una maggiore integrazione tramite una rete informatica per la condivisione e lo scambio delle informazioni rilevanti. Su questo terreno saranno certamente possibili miglioramenti della continuità assistenziale sul territorio rispetto all'attuale situazione, che vede uno scarso collegamento tra i MMG quelli di CA dovuto, ad esempio, alla scarsa frequentazione reciproca e al turn-over degli operatori della CA. Le iniziative formative all'interno dell'AFT potrebbero essere l'occasione per aggregare la comunità professionale del territorio attualmente disomogenea e frammentata.

Gli obiettivi formativi e di auto-valutazione dell
a qualità delle AFT sono ancor più evidenti se si confrontano con gli scopi dell’altra forma organizzativa prevista dalla legge, ovvero le Unità Complesse delle Cure Primarie o UCCP. A differenza delle AFT infatti queste ultime sono forme organizzative multiprofessionali…. che erogano, in coerenza con la programmazione regionale, prestazioni assistenziali tramite il coordinamento e l’integrazione dei medici, delle altre professionalità convenzionate con il Servizo sanitario nazionale, degli infermieri, delle professionalità ostetrica, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e del sociale a rilevanza sanitaria". Questo modello presuppone "la costituzione di reti di poliambulatori territoriali dotati di strumentazione di base, aperti al pubblico per tutto l’arco della giornata, nonchè nei giorni prefestivi e festivi con idonea turnazione”.

Le amministrazioni pubbliche con le proposte di rinnovo dell'ACN sembrano perseguire invece obiettivi dissonanti rispetto ai principi cardine della Legge Balduzzi, in questo assecondati dalle organizzazioni sindacali. Il disegno che si scorge nella filigrana delle prime bozze di trattativa è quello di far passare i contenuti e gli obiettivi assistenziali delle UCCP tramite le AFT,  quasi di “contrabbando” e con una interpretazione forzata della normativa vigente. In particolare appare critico, se non irrealistico, l'obiettivo di ridurre gli accessi impropri al PS tramite il collegamento funzionale e il coordinamenti degli orari di apertura degli studi dei medici aderenti all'AFT. 

 L'esperienza sul campo ha dimostrato che solo con strutture ben organizzate, dotate di una sede visibile e riconosciuta dalla popolazione, come le Case della salute emiliane o le UTAP venete, è possibile intercettare una parte dei codici bianco/verdi che attualmente afferiscono in modo inappropriato alle strutture di emergenza/urgenza. Non basterà potenziare una sede di CA, senza una vera organizzazione, senza investimenti in infrastrutture adeguate, risorse umane e tecnologiche, per immaginare di offrire ai cittadini un'alternativa al PS, che attrae (induce) una crescente domanda proprio in ragione di una consistente e inedita offerta di tecnologie diagnostiche e prestazioni polispecialistiche.

Le AFT, lungi dall'inserirsi in modo organico nel sistema di offerta di prestazioni alla popolazione, possono essere un occasione per aggregare i medici delle cure primarie attualmente “dispersisul territorio, favorirne il confronto, la formazione e lo scambio culturale, superando il tradizionale isolamento della categoria; a partire dalle AFT è quindi possibile costruire quella comunità di pratica (CdP) e di formazione continua, che rappresenta il principale gap della MG italiana rispetto al resto del continente. Secondo l'antropologo Etienne Wenger, principale esponente del filone di studi in questo settore, la CdP è un sistema sociale di apprendimento, che aggrega gruppi omogenei di lavoratori, sia a scopo di formazione continua che di sviluppo professionale ed organizzativo. Una CdP si costituisce in presenza di tre criteri:
  • Un campo tematico comune: argomento che unisce i partecipanti alla CdP e che può evolversi nel tempo e nello spazio;
  • La dimensione comunitaria: la base sociale ed identitaria che unisce i partecipanti, con periodici momenti di interazione;
  • Le pratiche condivise: conoscenze specifiche, contesto professionale e modalità operative comuni a tutti membri, mantenute e coltivate dalla comunità stessa.
La CdP presuppone generalmente un luogo fisico di appartenenza, ad esempio una divisione ospedaliera, ma può essere anche di natura virtuale, nel qual caso sono le comunicazioni tra i suoi membri, in forma elettronica, che mantengono la coesione e l’identità del gruppo. Le AFT in quanto CdP potrebbero prevedere sia momenti periodici di interazione in presenza (gruppi di miglioramento o audit distrettuali nell'ambito della formazione sul campo) sia strumenti di comunicazione elettronici, come le reti professionali, mailing list, gruppo Fecbook etc. Ciò che conta, nella prima fase di avvio della AFT, è la chiarezza dei compiti e delle funzioni per garantire solide basi e la futura crescita delle nuove forme organizzative e dei medici aderenti.

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