sabato 3 febbraio 2018

Gestione cronicità Lombardia: una minaccia per i pazienti, i medici e il servizio sanitario

Antonio Bonaldi, presidente di Slow Medicine, ha commentato sul Quotidiano Sanità la lettera di un gruppo di medici lombardi sulla Presa in Carico.

Gentile direttore,
la lettera recentemente inviata a Slow Medicine da un gruppo di medici di famiglia di Milano e Brescia preoccupati di come la Regione Lombardia intende affrontare la presa in carico dei pazienti affetti da patologie croniche e della quale condividiamo i contenuti, ci stimola ad esprimere qualche riflessione su un tema importante e di grande attualità. La gestione delle patologie croniche, infatti, rappresenta uno dei problemi di maggior impatto sui servizi sanitari.......continua su...

http://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=58640

Ecco il testo della lettera pubblicata in calce al pezzo di Bonaldi:

Egregio Direttore,

l’avvio della fase operativa della Presa in Carico della cronicità (PiC), con l’invio delle lettere agli assistiti affetti da una o più patologie croniche a partire dal 15 gennaio, è l’occasione per fornire alcune precisazioni ai lettori del suo giornale direttamente interessati alla PiC.La PiC si concretizza nella scelta di un Gestore, il proprio Medico di Medicina Generale (MMG) o altri (ad esempio Ospedale o Clinica o Struttura privata) e nella sottoscrizione di un Patto di Cura (un vero e proprio contratto) per il rispetto del Piano Assistenziale Individuale (PAI). 

L'adesione degli assistiti non è obbligatoria ma facoltativa, come ribadito nella recente Delibera Regionale 7655 del 28 dicembre scorso, in quanto “rientra nella piena libertà di scelta dei pazienti sia la decisione di aderire o meno al nuovo modello, sia la scelta del gestore tra MMG aderenti e altri soggetti qualificati gestori idonei dalle competenti ATS”.

Molti MMG non hanno accettato il ruolo di Gestore della PiC.Se il paziente non sceglie un altro Gestore il proprio MMG rimane il titolare unico delle prescrizioni di esami, farmaci e della cura e conduzione delle patologie croniche, secondo le buone pratiche previste dai Percorsi Diagnostico-Terapeutici promossi dall’ATS.Per quanto ci riguarda, non avendo noi aderito alla proposta di divenire Gestore, confermiamo il nostro impegno a continuare sulla strada di una gestione attenta e appropriata delle condizioni di cronicità. 

Se viceversa il paziente dovesse scegliere un Gestore diverso dal MMG deve sapere che il “Clinical Manager” della struttura prescelta assumerà il ruolo di Gestore unico della sua patologia, sostituendo di fatto il proprio medico curante, come detta la Delibera di fine anno: “Le prescrizioni farmaceutiche e di prestazioni specialistiche, correlate alle patologie oggetto della PiC, sono di competenza del gestore”, e quindi si stabilisce che il “clinical manager, a qualunque tipo di gestore afferisca, si occupi in modo completo di tutte le sezioni del PAI, ivi compresa quella della farmaceutica” e, in quanto tale, "avrà la responsabilità clinica delle prescrizioni ivi contenute”.

Pertanto sia per la prescrizione di accertamenti diagnostici sia per la ripetizione dei farmaci continuativi gli assistiti non potranno più rivolgersi al proprio MMG ma dovranno appoggiarsi al nuovo Gestore e ad un anonimo Clinical Manager. Ciò arrecherà inevitabili disagi ai pazienti per diversi motivi: spostamenti e accessi alla struttura, nuove incombenze burocratiche, rischio di disguidi organizzativi, spersonalizzazione della relazione medico-paziente, messa in discussione della continuità e unitarietà dell’assistenza.

In conclusione, nessuno può obbligare un paziente, se non lo desidera, a scegliere un Gestore estraneo alla Medicina Generale e, men che meno, a prezzo della messa in discussione del rapporto e della relazione di fiducia con il proprio medico curante. Ad ogni buon conto il rischio di una esclusione del MMG dalla cura dei propri pazienti affetti da patologie croniche- ad esempio a vantaggio di organizzazioni private for profit- può essere evitato da parte degli assistiti esercitando la propria libertà di scelta nei confronti del nuovo modello proposto.

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