sabato 9 marzo 2019

Codici Bianchi in PS e ambulatori piemontesi delle "non urgenze"

La gestione dei codici bianchi nelle strutture di emergenza/urgenza è stata affrontata con diverse iniziative regionali nel tentativo di ridurre la “pressione” sui PS. In Sicilia è in atto dall’inizio del decennio un’esperienza di ambulatori per codici bianchi annessi al Pronto soccorso, che prosegue con un discreto successo, mentre nel Lazio una sperimentazione analoga è stata bruscamente interrotta all’inizio del secondo mandato della Giunta Zingaretti.
Ora anche il Piemonte con la firma dell’AIR 2019, sulla scia di queste esperienze, gioca la carta dell’ambulatorio per i codici bianchi;  l’accordo raggiunto con i sindacati della MG si propone di ridurre gli accessi inappropriati e il ricorso all’intervento specialistico, fornendo allo stesso tempo la migliore risposta agli assistiti che si rivolgeranno all“ambulatorio delle non urgenze”; l’ambulatorio, separato fisicamente dai locali del pronto soccorso, propone una sorta di via di mezzo tra il modello siciliano e quello laziale.
I MMG piemontesi prenderanno in carico pazienti già passati dal triage nel vicino PS e classificati come codici bianchi e dopo la visita potranno confermare la non urgenza del caso e fornire anche alcune prestazioni aggiuntive “finalizzate a un minor ricorso all’intervento specialistico”; se la visita del MMG sarà stata sufficiente a risolvere il problema, il paziente sarà invece dimesso e riaffidato al proprio medico curante.
Tuttavia il medico potrà anche modificare il codice di triage, giudicandolo di priorità maggiore e quindi reinviando il paziente al percorso del PS/Dea, che riprenderà in carico il caso valutando la necessità di esami o consulenze urgenti suggeriti dal MMG. Il MMG sarà dotato del ricettario Ssn e delle credenziali per le prescrizioni farmaceutiche “elettroniche” non differibili, ma non potrà prescrivere esami o consulenze non urgenti, che saranno affidate alla discrezionalità del medico curante a cui il paziente si rivolgerà dopo l’accesso. Per prefigurare gli esiti assistenziali e l’impatto di questo accordo conviene rifarsi agli sviluppi delle analoghe iniziative già sperimentate in due regione nell'ultimo lustro, Lazio e Sicilia.

Gli ambulatori dei codici bianchi laziali, apparentemente simili a quelli siciliani, hanno avuto vita breve per uno scarso utilizzo da parte dei cittadini, a differenza di quelli dell’isola che continuano ad offrire prestazioni alla popolazione. Secondo una una sorta di legge ferrea dell’economia sanitaria  l’offerta di prestazioni prima o poi induce la propria domanda, come nella battuta di un professore di radiologia belga: mettete un ecografo nel deserto e dopo qualche mese avrete una lista d'attesa. Il diverso esito degli ambulatori per codici bianchi nelle due regioni sembra dimostrare che non è affatto detto che le cose funzioni sempre in questo modo, visto che nel Lazio non c’è stato il boom di accessi verificatosi invece in Sicilia, decretando in una caso il successo e la conferma dell'iniziativa e nell'altro la sua archiviazione.

La spiegazione dell' "anomalia" è stata spiegata dalla FIMMG Laziale che ha rimarcato le differenze tra i due modelli. Il fatto è che nell’isola il MMG dei “codici bianchi” può prescrivere accertamenti diagnostici da eseguire nell’adiacente Pronto soccorso. In tal caso l’ambulatorio si è rivelato una comoda scorciatoia per accedere alle prestazioni specialistiche da parte degli utenti con problemi pseudo-urgenti, vale a dire aggirando le liste d’attesa, evitando le trafile burocratiche della prenotazione e il pagamento di ticket esosi.

Al contrario nel Lazio i medici di MG non avevano la facoltà prescrittiva dei colleghi siciliani, per cui i cittadini dovevano rivolgersi alle strutture diagnostiche ambulatoriali ordinarie, non avendo la possibilità di recarsi in Ps per una radiografa o una TAC. Senza volerlo è stato approntato tra Roma e Palermo una sorta di esperimento “naturale” e inintenzionale sulle differenze comportamentali degli assistiti. In sostanza il “braccio” laziale fungeva da gruppo di controllo per valutare l’impatto dell’offerta del modello siciliano sulla potenziale domanda.

L’esito è chiaro: in Sicilia il Mmg annesso al Ps viene utilizzato dagli assistiti per accedere alla tecnologia biomedica nel modo più breve ed economico possibile. Il by-pass delle strutture convenzionate, comprensibile in un periodo di crisi economica, reindirizza la domanda di prestazioni verso i Pronto soccorso, di cui pagano però le conseguenze gli operatori di emergenza in termini di sovraccarico per accessi inappropriati. Ecco un’ennesima dimostrazione degli effetti collaterali dell’offerta di prestazioni. La teoria è stata confermata: l’offerta induce la propria domanda specie se è concorrenziale rispetto ad altre modalità di erogazione delle prestazioni, ad esempio presso strutture poliambulatoriali non emergenziali.

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