domenica 18 dicembre 2022

La crisi della medicina territoriale: declino o rinnovamento?

 La crisi della medicina territoriale

Dalla pandemia alla gestione della cronicità
tra rischio di declino ed opportunità di rinnovamento

Disponibile negli store; Boksprint edizioni, pag. 270, € 18,90, versione e-book € 3.49

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Introduzione

L’epidemia di Coronavirus ha avuto il suo epicentro nazionale in Lombardia e verrà ricordata nei prossimi decenni per il suo carattere improvviso e travolgente, che ha evocato una varietà di descrizioni metaforiche: battaglia campale, tsunami, tempesta perfetta, cigno nero, terremoto sanitario, bomba atomica, etc.  Passata la fase emergenziale è possibile avviare una riflessione critica sugli eventi e sugli effetti della pandemia, così rilevanti da mettere a dura prova la tenuta di tutto il sistema per un picco di domanda e un deficit di offerta difficili da fronteggiare ad ogni latitudine. Il Covid-19 ha avuto un  particolare impatto sulla medicina del territorio per le sue specifiche caratteristiche strutturali e funzionali, in particolare nelle zone a più alta incidenza della Lombardia, facendo emergere una crisi sistemica e professionale che ha radici profonde e lontane nel tempo.

A partire dalla seconda ondata la MG si è così trovata sul banco degli imputati per presunte “colpe” nella gestione della pandemia, con accuse di latitanza, scarsa professionalità, produttività oraria e disponibilità telefonica fino ad espressioni ingiuriose verso i “fannulloni” del territorio. Così per correggere questo stato di cose è stata invocata una profonda riforma dell’assistenza primaria, che si è concretizzata nei cambiamenti previsti dal PNRR, in particolare nelle strutture territoriali previste dalla Missione 6C1: Case ed Ospedali di Comunità, Centri Operativi Territoriali, Distretti e potenziamento dell’assistenza domiciliare.

Il volume si propone di fare il punto sulla crisi della medicina territoriale che ha innescato il processo di riforma del settore. Tuttavia restano ancora diverse aree di incertezza. Sul finire della quarta ondata di una lunga guerra contro il virus, dagli esiti vittoriosi grazie alle armi vaccinali, ecco che improvvisamente divampa di nuovo in Europa uno storico flagello, che a metà del novecento aveva già seminato morte, traumi, distruzione e sofferenze: il virus bellico nazionalista che rischia di pregiudicare il difficile ritorno alla normalità, dopo il contenimento di SARS-COV2, per le sue conseguenze economiche. 

Sul territorio la crisi si manifesta con il combinato disposto tra pensionamento anticipato di massa della generazione di medici della prima riforma sanitaria e la crisi vocazionale dei giovani che dovrebbero assicurare il ricambio generazionale. Gli effetti sui servizi sociosanitari regionali stanno emergendo con zone perennemente carenti di medici e centinaia di migliaia di cittadini senza stabile assistenza.
 
Alla fine del 2022 a bocce (quasi) ferme è possibile intravvedere il percorso di cambiamento innescato, a diversi livelli sistemici, dalla crisi pandemica ed il suo potenziale impatto sul lungo periodo. La domanda del sottotitolo, derivante dal clima emotivo prevalente nella categoria, potrà trovare un riscontro in un senso o nell’altro solo al termine del quinquennio di riforme avviate a partire dal 2023.

Il testo si compone di due parti e di 14 capitoli. La prima propone una lettura critica della definizione di salute, un profilo socioculturale del disagio vissuto dai medici del territorio e una lettura dell’evoluzione della categoria basata sulle alterne vicende della cosiddetta dominanza medica. Gli ultimi due capitoli trattano del governo della domanda, dell'organizzazione e della comunicazione medico-paziente.
 
La seconda parte del volume affronta i nodi venuti al pettine nel biennio 2020-2021: la gestione dell’emergenza infettiva e il suo impatto sulla gestione della cronicità. Dopo il capitolo dedicato alla risposta organizzativa del territorio e degli ospedali al Covid-19, quelli successivi tracciano un profilo multidimensionale della cronicità, focalizzato sugli aspetti culturali, antropologici e cognitivi, in riferimento al concetto di rischio, ai modelli esplicativi della malattia e all’educazione terapeutica. 

L’ultimo capitolo affronta il nodo della rete sociosanitaria ed assistenziale che sul territorio supporta la gestione domiciliare dei pazienti cronici polipatologici, complessi e fragili, i primi destinatari di un’efficace integrazione e continuità assistenziale promossa dalle strutture del PNRR (Case ed Ospedali di Comunità, Centri Operativi Territoriali). I capitoli sono punteggiati da brevi aneddoti tratti dall’esperienza ambulatoriale che esemplificano, in forma narrativa sintetica senza essere veri e propri casi clinici, alcune tematiche teoriche esposte nel testo.

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