martedì 28 maggio 2019

Come risolvere il problema delle liste d'attesa? Potenziare la priorità Breve!

La stampa ha spacciato per novità i codici di priorità delle prescrizioni diagnostiche del nuovo Piano Nazionale per le liste d’attesa, approvato all'inizio del 2019, ma in realtà gli stessi codici sono in vigore da anni. Ecco le Classi di priorità previste dal Piano 2019 che ricalcano quelli in vigore, perlomeno in Lombardia, dal 2016:
La soluzione dell’annoso problema delle liste d’attesa sta in un programma di gestione del CUP sufficientemente diversificato e flessibile rispetto alla domanda (si veda il PS), ovvero in grado di variare gli slot disponibili da una settimana all’altra e nella ripartizione degli appuntamenti tra codici di priorità a breve termine, vale a dire Urgente= entro 72 ore o Beve= entro 10 gg. Attualmente invece è proprio la priorità breve ad essere sottodimensionata, mentre per mantenere una corretta distribuzione delle prestazioni dovrebbe invece essere potenziata in modo da ridurre l'eccessiva richiesta di prestazioni (pseudo) urgenti per by-passare tempi di attesa inappropriati.

Un sistema informatico di gestione delle prenotazioni dovrebbe distribuire opportunamente le prestazioni disponibili nell’arco di 2-3 settimane, evitando che i codici di priorità si sovrappongano tra di loro, secondo questo schema:
  •        prestazioni urgenti, entro 3 giorni
  •        Brevi, da soddisfare tra il 4° e il 14° giorno, cioè entro 2 settimane circa
  •       Differite, dal 15° al 30° giorno (60 per gli accertamenti)
Ad esempio, per garantire questi standard una richiesta di visita con priorità D non dovrebbe essere fissata prima del 14° giorno, anche se effettivamente ci fossero in agenda appuntamenti disponibili a breve, perché verrebbero sottratti potenziali posti destinati alla priorità Breve. In pratica una parte degli slot dal 4° al 14° giorno, presenti nell’agenda del CUP, dovrebbero essere riservati alla priorità Breve evitando sconfinamenti, da un lato, “verso l’alto” delle vere Urgenze con attese superiori al 4° giorno e, dall’altro, “verso il basso” delle prestazioni con priorità Differita, ovvero con prenotazioni inferiori al 14° giorno.

Cioè significa che il sistema dovrebbe variare in continuazione il numero delle prestazioni disponibili settimanalmente nelle agende delle tre priorità in relazione ai volumi della domanda, vale a dire nell’arco di una settimana per le Urgenze e nell’arco delle successive 2-4 per le priorità Breve e Differita, in modo che non si creino sovrapposizioni improprie. 

La chiave di volta per una vera appropriatezza temporale dell’offerta sta chiaramente nella priorità Breve, da potenziare e “presidiare” rispetto agli sconfinamenti delle Urgenze e delle Differite; attualmente invece questa priorità è sottodimensionata con l’effetto di deviare le richieste non soddisfatte nei tempi stabiliti “verso il basso” sulla priorità Urgente, che di conseguenza “esonda” nella fascia Breve e talvolta addirittura nella Differita. E’ realistico che un software di gestione delle agende possa soddisfare questi requisiti? In tempi di IA trionfante non dovrebbe essere un grande problema!

Infine bisognerebbe superare l’ambiguità della priorità urgente: la prestazione davvero Urgente dovrebbe essere indirizzata in PS mentre quelle “differibili” (dizione del vecchio “bollino verde”) dovrebbero essere soddisfatte entro i 3 giorni come con l’attuale sistema.

P.S. Il principio cardine è quello della varietà necessaria o richiesta formulato dal cibernetico Ross Ashby: https://complessita.wordpress.com/tag/ross-ashby/. Secondo la legge di Ashby solo un sistema di regolazione dotato di un'ampia gamma di opzioni è in grado fronteggiare efficacemente la varietà dei casi concreti e delle richieste dell'ambiente: ad esempio, per quanto riguarda i tempi di attesa delle prestazione sanitarie, più varia è la gamma delle priorità più è probabile che la richiesta sia eseguita con una corretta appropriatezza temporale e con soddisfazione dell'interessato.

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