sabato 3 aprile 2021

Vaccinazioni e terza ondata: evoluzione settimanale e confronto mensile con la seconda

Evoluzione settimanale da gennaio a marzo

Nell'ultima settimana si è invertito il trend dell'ultimo mese, in costante crescita dall'inizio di marzo, anche se l'incidenza resta sempre elevata: siamo arrivati al plateau della terza ondata e da ora in avanti dovrebbe iniziare la discesa. I principali indicatori sono in lieve diminuzione rispetto alla scorsa settimana, tranne la mortalità che è destinata ad ulteriori aumenti, come accade dopo aver toccato il massimo di incidenza dei casi.

  • i nuovi casi settimanali passano da +158442 a +144073, con una riduzione del 10% circa
  • i ricoverati aumentano di 742 rispetto agli oltre 1900 e i degenti in TS sono dimezzati con +122
  • i decessi tornano a crescere, con oltre 3 mila rispetto ai 2907 della scorsa settimana
  • in Lombardia il decremento dei casi è in linea con quello nazionale
  • i tamponi superano i 2 milioni con una positività che scende al 6.7% rispetto al picco del 7,1% 





        Andamento mensile: confronto tra seconda e terza ondata

I dati di marzo indicano un aumento generalizzato degli indici rispetto a febbraio, in particolare per quanto riguarda i nuovi casi che raddoppiano, i ricoverati e i decessi; aumentano lievemente i degenti in TI, la percentuale di positivi sui tamponi eseguiti mentre cala significativamente la letalità. Il mese di aprile dovrebbe segnare il lento declino della terza ondata con un graduale ritorno alla normalità.




Report della Protezione Civile: 
vaccinazioni a dati nazionali 









Curva epidemica dei casi di COVID-19 segnalati in Italia per data di prelievo o diagnosi (verde) e per data di inizio dei sintomi (blu) - Nota: il numero dei casi riportato negli ultimi giorni (riquadri grigi) deve essere considerato provvisorio sia per possibili ritardi di segnalazione che di diagnosi.




Confronto tra prima e seconda ondata




A grandi linee è possibile un confronto tra la prima ondata (marzo-giugno) e la seconda (settembre-dicembre) con l'avvertenza circa la sottostima dei casi registrati nella prima fase della pandemia, che inficia il raffronto statistico tra i principali parametri.

  • incidenza: è aumentata in modo considerevole in autunno (da 60 mila a 460 mila in media al mese) per la possibilità di eseguire il tampone in sede extra ospedaliera, era preclusa in primavera ai MMG, con la conseguente sottostima dei casi gestiti a domicilio e/o non denunciati, emersi nella seconda fase
  • tamponi: nonostante siano più che triplicati (da 1.347.000 a 4.488.000 in media al mese) la percentuale dei positivi è più del doppio (dal 4,4 al 10,2%), aumento parallelo all'incremento di nuovi casi
  • ricoveri: in rapporto all'incidenza i ricoveri sono notevolmente ridotti in autunno rispetto alla primavera mentre di riflesso sono aumentati i dimessi guariti e i soggetti in isolamento domiciliare: in primavera il picco si è avuto all'inizio di aprile con circa 29.010 e nella seconda ondata alla fine di novembre con 34.577.
  • terapie intensive: nonostante l'aumento dei nuovi casi il picco si è avuto in aprile con 3848 degenti e, nella seconda ondata, con quasi 4053 ricoveri all'ultima decade di novembre
  • dimessi guariti: passano da quasi 200 mila della primavera a 1.255.458 in autunno
  • isolamento domiciliare: l'elevatissimo numero di soggetti rimasti in isolamento domiciliare- con un picco di 800 mila in autunno rispetto agli 83 mila della primavera- dimostra la minor gravità dell'infezione e la prevalente gestione sul territorio dei nuovi casi rispetto al ricorso alla degenza
  • decessi e letalità: in numero assoluto i decessi delle seconda fase eguagliano quelli della prima ma sempre per l'elevato numero di nuovi casi si abbatte in maniera drastica la letalità che passa dal 14,4 al 2,1%.

Nel complesso, nonostante le critiche rivolte alla gestione territoriale del Covid-19, la medicina extra-ospedaliera ha diagnosticato e gestito, seppur in modo disomogeneo e poco coordinato, un numero considerevole di casi, mentre il sistema ospedaliero ha retto un impatto che, in termini di ricoveri e di degenze in terapia intensiva, è stato di poco superiore rispetto alla primavera. Grazie alla prescrizione dei tamponi i medici del territorio (MMG, CA e medici USCA) hanno fatto emergere la stragrande maggioranza dei casi e hanno seguito in prima persona la parte sommersa dell'incidenza, che in primavera era rimasta sotto-diagnosticata di 5 a 10 volte rispetto a quelli intercettati a livello ospedaliero. Il numero dei casi diagnosticati in autunno si colloca a metà circa di questa stima, con un andamento temporale dell'incidenza "piatto" rispetto al picco di marzo-aprile.

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