martedì 22 agosto 2023

Continua la campagna di delegittimazione della MG

La campagna di delegittimazione a mezzo stampa della MG va avanti da oltre 2 anni con argomenti scontati e reiterati ormai in modo "ossessivo", palesemente sfasati rispetto alla realtà; basta pensare che con la carenza di medici sul territorio il 42% di quelli che restano superano il massimale di 1500 e molti arrivano ad avere 1800 assistiti e più. Eppure continua l'accusa di lavorare solo 15 ore la settimana, incurante di questi dati e indifferente all'oggettivo sovraccarico di domanda che converge sui medici rimasti in attività.

All'ennesima esternazione squalificante per i medici, che fronteggiano in prima linea un'ondata di accessi e prescrizioni che non ha precedenti nei mesi estivi, ha risposto la FIMMG bergamasca  con una lettera pubblica di replica all'ennesimo tentativo di mettere sul banco degli imputati la MG, che in realtà svolge l'incomodo ruolo di parafulmene per le carenze, le disfunzioni e le contraddizioni del sistema che convergono nel front office territoriale di primo livello.

Ciò che più sorprendente è la reiterata richiesta del passaggio alla dipendenza, di sapore punitivo e senza una fondata valutazione finanziaria, dei problemi logistici ed organizzativi in una fase come l'attuale in cui
  • a due anni dalla scadenza naturale ancora non si riesce a rinnovare un Acn con aumenti dei compensi ridicoli;
  • ci si avvia verso la recessione e non si trovano le risorse minime, richieste dal ministro, per sostenere il rinnovo dei contratti e i costi fissi delle regioni avviate verso il deficit (alla richiesta di 4 miliardi in più per la sanità nel 2024 il ministro dell'economia ha già risposto picche);
  • le zone carenti sul territorio restano tali per anni, i bandi per l'assegnazione dei posti vanno deserti e non tutte le borse per il Corso di formazione vengono assegnate (il termine per la presentazione delle domande è stato posticipato al 30 settembre, segno che fino ad ora ne sono arrivate meno del previsto);
  • si registra un'uscita pensionistica anticipata dalla convenzione e dimissioni dalla dipendenza specie in PS;
  • vengono tagliate di 1/3 le case della comunità e non si sa se verranno completate alla scadenza, che potranno al massimo accogliere un 1/4 dei professionisti dell'assistenza primaria,
  • ammesso che si trovino volontari disposti a trasferirsi per non parlare delle zone carenti destinate a restare tali nei prossimi anni
     
    Resta un mistero come sia possibile che in una quadro così critico e contraddittorio si ipotizzi il passaggio tout court alla dipendenza di 90mila professionisti sanitari convenzionati, senza una seria valutazione dei costi, dei tempi e delle procedure di un'operazione colossale sul piano normativo, burocratico, logistico e soprattutto finanziario.

P.S. A parte la scontata richiesta di dipendenza, disco rotto e stonato che gira sul piatto da 2 anni, l'argomento più interessante della lettera bergamasca è la confutazione dell'ipotesi che la MG si possa trasformare in un mini-PS, cioè in posizione ancillare rispetto alle strutture dell'ES, sulle quali converge una parte della domanda di prestazioni tecnologiche che non trova una risposta sul territorio per via delle annose liste d'attesa e che la MG non può certo compensare nelle attuali condizioni. 

In passato invece il sindacato ha assecondato per piaggeria questa inconsistente ipotesi, tanto cara alla controparte quanto irrealistica, ovvero che con il semplice coordinamento degli orari dei medici dell'Aft si potessero ridurre gli accessi impropri in PS. Se poi c'è qualcuno che immagina, come Garattini, che con più visite domiciliari o con la dipendenza si risolveranno i problemi del PS siamo proprio messi male come decision makers.

Niente di più lontano dalla realtà come dimostra anche l'esperienza delle case della salute emiliane che hanno ridotto di un 20% i codici minori, tant'è che ora in ER visti gli scarsi esiti stanno puntando sui CAU grazie ai fondi del PNRR che colà abbondano, dato che hanno già in funzione una rete di case della salute ben più articolata e capillare delle inutili CdC da 55mila abitanti del DM77.

Di riflesso si afferma che la mission e il compito primario della MG è la presa in carico della cronicità anche se manca il passo successivo, ovvero l'organizzazione dell'accountability e delle forme di peer-audit in progress che dimostrano con i dati di processo ed esito gli esiti quantitativi e qualitativi della gestione della cronicità secondo i Pdta condivisi.

La fallimentare esperienza della PiC lombarda, snobbata e sabotata in ospedale, ha dimostrato che solo la MG è in grado di gestire in modo proattivo, con continuità, efficacia ed integrazione funzionale rischi e patologie croniche, a patto naturalmente di essere messa nelle condizioni organizzative minime per una efficace accountability comunitaria. 

Siamo in grande ritardo ma un passo alla volta e abbandonando posizioni conservatrici ci si può arrivare; ma non è detto che in regione o a Roma siano d'accordo vista l"afasia su questi argomenti scottanti e dirimenti.

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