sabato 5 agosto 2023

Il puzzle della professione medica tra abbandoni e nuovi approdi

Proviamo ad accostare alcuni tasselli del puzzle sanitario per verificare se dal loro assemblaggio emerge una figura riconoscibile o perlomeno un abbozzo di disegno.
  1. A luglio in Lombardia è scaduto il termine di presentazione delle domande per l'assegnazione delle zone carenti di medici di famiglia, che superano il migliaio su tutto il territorio, dopo il flop dell'analogo bando primaverile. A Milano hanno presentato domande solo 48 candidati al bando per reclutarne 424 nell'intera ATS, pari a poco più del 10% dei posti disponibili. Idem se non peggio per quanto riguarda i posti in Continuità Assistenziale
  2. Il clamore suscitato dalla performance fonoclastica pubblica, messa in scena del collega Emiliano, ha sviato l'attenzione da un particolare non secondario: il pensionamento è avvenuto a 66 anni, invece che al compimento dei canonici 68, ed è la spia di un fenomeno emergente ovvero un sempre più frequente pensionamento anticipato.
  3. Nell'ultimo anno sono aumentate anche le dimissioni dei medici dipendenti, soprattutto dai PS, con il passaggio alla medicina del territorio, mentre i bandi locali vanno spesso deserti e così pure non vengono assegnate tutte le borse in alcuni corsi di specializzazione, con in testa l'emergenza sanitaria e la medicina generale (vedremo in autunno l'esito del concorso per l'accesso al corso di MG).
  4. Infine è arrivato l'ultimo e più significativo dato: al concorso per 14.500 posti nelle scuole di specializzazione si sono presentati 14.050 candidati, dopo che se ne erano iscritti 15500. E' la prima volta negli ultimi anni che i candidati sono inferiori ai posti disponibili, dato eclatante se si considera l'estremo biso di specialisti in alcuni settori come il PS e la chirurgia. Quando saranno elaborati i dati sulle opzioni prevalenti tra le domande si potranno individuale le specialità più gettonate e quelle meno attrattive. E' probabile che tra costoro vi sia anche un certo numero di corsisti della MG in uscita, attratti dalle migliori condizioni economiche delle borse e dalle maggiori tutele della dipendenza, per una sorta di paradossale cannibalismo tra corsi di formazione pubblici.
CONCLUSIONE
Sembra proprio che la MG e quella di PS siano le due facce salienti e complementari della stessa medaglia, vale a dire la punta emergente di una crisi trasversale alla varie categorie, come dimostrano i dati sul concorso per l'accesso alle scuole di specialità, il tassello più sorprendente ed enigmatico del puzzle. Un tempo si sgomitava per un prestigioso posto da specialista che oggi viene snobbato e abbandonato preventivamente, nonostante la carriera e il posto fisso assicurato.

Complementari e contraddittorie sono anche le soluzioni: se una parte dei generalisti preme per il passaggio al rapporto di subordinazione, come panacea dei propri mali, i dipendenti si dimettono alla ricerca di un approdo sicuro su un territorio probabilmente idealizzato. Gli ex dipendenti sembrano attirati da quelli che i detrattoti della MG dipingono come i privilegi corporativi della libero-professione, peraltro più immaginari che reali visto che di converso i giovani sono di tutt'altro avviso e si guardano bene dall'imbarcarsi sull'esclusiva e lussuosa nave da crociera della MG, mentre i vecchi l'abbandonano in gran numero prima dell'approdo nel porto pensionistico.

La domanda è: cosa stà accadendo alla professione medica? Come intrepretare questi segnali? Quali le cause e dove condurranno questi trend? Che disegno emerge dal puzzle? Il dibattito è aperto....

La spiegazione più semplice è quella comportamentale, secondo il modello di Hirschman dell'equilibrio tra voce (protesta) ed uscita (defezione). L’opzione voce ha un carattere pubblico e può essere messa in atto sia collettivamente che individualmente, ad esempio con la mediazione e le mobilitazioni sindacali o con le pressioni di una associazione. L’opzione uscita invece è netta, o si esce o si rimane, ma poco informativa, come nel caso dei meccanismi di autoregolazione sul mercato, ed è abitualmente alternativa alla voce. Tra uscita e voce esiste un rapporto complementare di tipo “idraulico”, sul modello dei vasi comunicanti, nel senso che l’attivazione dell’una esclude in genere l’altra: se il malcontento espresso con la voce non ottiene risultati concreti, come nel caso dell'azione sindacale, allora non resta che la defezione individuale, con le dimissioni o il pensionamento anticipato.

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