domenica 8 ottobre 2017

Organizzazione in MG: solo con la varietà si può rispondere alla complessità!

C’è un parametro che indica in modo preciso i cambiamenti intervenuti nell’ultimo quarto di secolo nella pratica ambulatoriale della MG: le visite su appuntamento. Praticamente sconosciute negli anni ottanta, quando prevaleva la cosiddetta consultazione on demand rispetto alla programmazione, le consultazioni su appuntamento si sono via via estese, anche grazie agli incentivi convenzionali a livello regionale, fino ad occupare ormai il 100% delle sedute ambulatoriali specie tra i giovani colleghi. Questa evoluzione segnala l’incremento degli accessi per problemi cronici, e quindi programmabili, rispetto ai contatti per disturbi (pseudo) urgenti non programmabili, che erano invece la regola in epoca pre epidemia di malattie croniche.

I vantaggi sono intuibili: appropriatezza temporale, flusso ordinato di assistiti, certezza nel rispetto dell’orario, tempo adeguato da dedicare ai problemi senza l’assillo di una sala d’attesa affollata che “preme”. Ma c’è anche qualche svantaggio (consultazioni fuori orario, pseudourgenze da sbrigare, appuntamenti richiesti in modo inappropriato, ad esempio per questioni burocratiche etc.) e soprattutto l’attività programmabile richiede una buona organizzazione dello studio. Ma è nei periodi di picco epidemico stagionale che gli appuntamenti si scontrano con il bisogno avvertito dagli assistiti, giusto o sbagliato che sia, di avere un contatto in tempi stretti e non, ad esempio, dopo una settimana o più.

Per conciliare la varietà dei bisogni e delle richieste di contatto (dalla semplice ripetizione di farmaci alla visita per un sintomo acuto, dall’atto burocratico alla registrazione degli esiti di un accertamento, dalla compilazione di un certificato/modulo alla visione di un esame di follow-up etc..)  evitando nel contempo che si dilatino eccessivamente i tempi degli appuntamenti la soluzione è semplice: un’organizzativa del tempo di consultazione mista, programmata ma riservando una parte dell’orario di ricevimento al libero accesso degli assistiti; con un’organizzazione mista è possibile risolvere in pochi minuti pseudo-emergenze o incombenze routinarie, a cui sarebbe inappropriato dedicare un quarto d’ora o più, con allungamento delle liste d’attesa destinato ad avere ricadute su tutto il sistema.

Ad esempio è stato rilevato statisticamente che la giornata del lunedì rimane la più critica in termini di accessi al Pronto Soccorso, non sempre giustificati, nonostante la riapertura degli ambulatori dei MMG; il fenomeno potrebbe essere correlato all’impossibilità per alcuni assistiti di avere in tempi brevi un contatto ambulatoriale su appuntamento. Per cercare di contenere tali accessi inappropriati è stata proposto di riservare una quota dell’orario dell’ambulatorio a visite senza appuntamento, al fine di riorientare verso le cure primarie assistiti con situazioni non urgenti.

La diversificazione delle modalità di contatto ambulatoriale risponde ad un’esigenza di flessibilità organizzativa, indispensabile per affrontare la gamma di compiti del medico di MG, e promuove l’accessibilità allo studio grazie alla riduzione delle barriere di accesso. Al contrario un’organizzazione esclusivamente su appuntamento comporta una rigidità funzionale e uno scarso adattamento alle esigenze ambientali, connotando una sorta di “ospedalizzazione” delle cure primarie.

La differenziazione degli orari di studio è in sintonia con la cosiddetta legge cibernetica della varietà (o molteplicità) necessaria, enunciata dal neurobiologo Ashby negli anni Cinquanta. Essa afferma che i meccanismi regolatori di un sistema devono essere tanto vari quanto gli stati dall'ambiente. Infatti, soltanto inglobando nei sistemi di controllo una varietà di funzioni perlomeno pari alla molteplicità delle richieste ambientali, un’organizzazione è in grado di gestire e rispondere con efficacia ai bisogni del contesto in cui opera. Alla legge di Ashby si ispira, ad esempio, la diversificazione in 4 categorie dei codici di priorità delle prescrizioni di diagnostica ambulatoriale (urgenza differibile, breve, differita e programmabile) introdotti nel 2016, rispetto al precedente sistema basato su due sole opzioni temporali (richieste con urgenza differibile, ovvero entro 72 ore, o in tempi indefiniti).

Afferma testualmente Ashby: “Solo la molteplicità può distruggere la molteplicità”, mentre un altro cibernetico (Stafford Beer) così sintetizza il problema: “Spesso un ottimista ci chiede: datemi un sistema di regolazione semplice, un sistema che non possa sbagliare. Il guaio, con queste regolazioni semplici, è che esse hanno una varietà insufficiente per far fronte alla varietà dell'ambiente. Così, ben lungi dal non sbagliare, non possono andar bene. Solo una grande varietà del meccanismo di regolazione può affrontare con successo la grande varietà che si trova nel sistema regolato”.

In conclusione un’organizzazione ambulatoriale esclusivamente su appuntamento, di stampo ospedaliero, è inadatta ad affrontare in modo appropriato la complessità e la varietà dei bisogni espressi dagli assistiti e i compiti professionali della medicina del territorio.

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