mercoledì 9 dicembre 2020

La crociata contro la MG: analisi cognitiva della comunicazione pubblica

Quello esternato dallo psichiatra padovano nel post del 7 dicembre nel gruppo FB dell'AIP (si veda in calce) è solo l’ultimo e più eclatante episodio della campagna di squalifica professionale e delegittimazione pubblica del MMG; i post ospitati dalla pagina dell'AIP sono stati preceduti da interventi analoghi, orchestrati da ambienti accademici e politici a partire dalla la seconda ondata pandemica, con il pretesto della reperibilità telefonica e con l'intento di liquidare la MG convenzionata per passare alla dipendenza.

Le strategia comunicativa per additare all’opinione pubblica il MMG come colpevole di tutto ciò che non funziona - occultando le carenze di sistema come la mancanza di un piano pandemico - ha il carattere di un crociata ed i contorni della mission. Due sono le possibili chiavi di letture per decodificare i messaggi: lo schema analitico delle politiche pubbliche e l'utilizzo di euristiche/bias cognitivi per far passare in modo subliminare la narrazione sulle "colpe" dei MMG. Lo schema retorico utilizzato, in occasione di analoghi attacchi alla MG, combina in modo stereotipato tre ingredienti di uno stesso copione messo in scena da diversi attori negli ultimi due mesi

  • generiche denunce di presunta mala gestione, mai circostanziate, mai concretizzatesi in formali esposti per specifiche violazione delle norme vigenti presso gli enti competenti a vigilare
  • interpretazioni indebite delle norme stesse, che peraltro sono vecchie di oltre 10 anni, a dimostrazione della presunta mala gestione
  • volte alla delegittimazione pubblica della categoria per convincere i decisori ad inserire nell’agenda politica la soluzione del “problema” medicina generale, ovvero il passaggio alla dipendenza, probabilmente contando sulle risorse finanziarie del ricovery found

L'obiettivo del copione innescato dalla presunta indisponibilità telefonica, secondo l'analisi delle politiche pubbliche, è quello di creare una cornice cognitiva (frame) in grado di attirare l'attenzione dell'opinione pubblica e dei decisori pubblici in relazione ad un evento critico contingente di interesse collettivo; i promotori sfruttano la finestra di opportunità che ha portato alla ribalta il problema per proporre la propria rappresentazione (problem setting) dalla quale deriva la proposta di soluzione, a condizione che la narrazione proposta riesca ad entrare ufficialmente nell'agenda politica per iniziare l'iter decisionale.  

Tecnicamente parlando, cioè utilizzando la chiave di lettura della psicologia cognitiva e relazionale, la campagna di denigrazione pubblica fa leva sul bias di rappresentatività e di generalizzazione mentre l'ultimo post fa un salto di qualità, ricorrendo al bias di conferma a riprova del pregiudizio negativo, dopo aver rispolverato uno dei giochi relazionali descritti da Berne a suo tempo: "ti ho beccato figlio di puttana" (si veda il PS).

Naturalmente in una popolazione di 50 mila medici qualche mela marcia ci può essere, come del resto accade in ogni gruppo professionale, e per risolvere la quesione basta indirizzare la documentata denuncia delle inadempienze agli enti competenti oppure più semplicemente cambiare medico. Tuttavia l’utilizzo manipolatorio e strumentale di presunte irregolarità od omissioni per costruire un’immagine diffamante dell’intera categoria è palese e scomposto; la generalizzazione della strategia comunicativa è funzionale al disegno politico di fondo, del tutto legittimo naturalmente, di regolare i conti con la liquidazione la medicina convenzionata e il suo passaggio alla dipendenza. 

Se si usano toni da crociata a commento della presunta indisponibilità telefonica di un medico quale dovrebbe essere la reazione verso strutture sanitarie con telefoni che squillano a vuoto per settimane, che rinviano sine dire prestazioni, non sono in grado di prenotare visite, accertamenti e screening, abbandonando a se stessi pazienti cronici e con problemi acuti? Non risulta che i censori dei MMG abbiano mai orchestrato una campagna di stampa per denunciare con tale acredine le omissioni delle strutture sanitarie: due pesi e due misure?

L’escalation della crociata anti MG ha toccato il parossismo con il post del 7 dicembre, dopo quelli più soft delle settimane precedenti, che evidentemente non avevano sortito gli esiti attesi sui decisori politici a cui erano rivolti. Evidentemente il cambiamento proposto, basato sulla teoria (indimostrata) che il passaggio alla dipendenza avrebbe risolto alla radice il problema, non è ancora riuscito ad entrare nell'agenda politica. Il motivo è noto: l’ipotesi del passaggio alla dipendenza è sul tavolo dei ministeri interessati da decenni e non ha mai retto all’esame finanziario. Le analisi tecniche hanno documentato una lievitazione dei costi insostenibile per le casse pubbliche, probabilmente anche in questa fase e nonostante l’apporto delle risorse UE grazie al recovery found.

Al link la risposta del Presidente dell’Ordine dei medici di Brescia dott. Ottavio di Stefano:

P.S. Dal un punto di vista logico-cognitivo il post contiene elementi riconducibili ad alcune euristiche/bias.

1. esprime un'opinione personale su un singolo rappresentante elevato a prototipo dell'intera categoria  (euristica della rappresentatività) in un gruppo FB pubblico coinvolgendo tutta la comunità dei geriatri senza considerare l'importanza del contesto comunicativo:  https://www.igorvitale.org/euristica-della-rappresentativita-definizione/

2. generalizza il biasimo espresso per il comportamento di un singolo - peraltro in linea con le norme vigenti - confermato dal resoconto del post, estendendo a tutta la categoria le presunte irregolarità (bias di conferma e di generalizzazione) 

https://ancoraimparo.it/l-istinto-di-generalizzazione-il-bias-che-rende-tutto-uguale/ 

https://www.pensierocritico.eu/pregiudizio-di-conferma.html

3- pretende da un gruppo di libero-professionisti una disponibilità H24 e festiva, improponibile per gli stessi dipendenti, pena la delegittimazione coram populo dei social.

Insomma un incidente comunicativo solo apparente perchè forse voluto ad arte. Il vecchio Karl Popper ha intitolato il suo libro-testamento "tutta la vita è risolvere problemi"; di fronte al compito che l'esistenza pone loro i viventi si dividono in due categorie epistemico-pragmatiche, quelli che cercano un colpevole per le cose che non funzionano e quelli che cercano soluzioni ai problemi. Il regno vegetale e animale sceglie la seconda strategia mentre gli umani si distribuiscono in entrambe.

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