A proposito della Presa in Carico (PiC) dei cronici
in Lombardia girano in internet informazioni imprecise, come quelle del blog
gestito da Vittorio Agnoletto (si veda il PS), da imputare a scarsa dimestichezza con le cure primarie. Corre quindi l’obbligo di
qualche doverosa precisazione per evitare allarmismi, non tanto per gli addetti
ai lavori ma per i diretti interessati alla PiC, ovvero i portatori di una o
più condizioni croniche.
Prima di tutto l'adesione alla PiC non è
obbligatoria ma facoltativa, sia per i MMG che a maggior ragione per gli
assistiti, a norma dell'art. 32 della Costituzione (Nessuno può essere
obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di
legge) e in base al principio della libera scelta. Se l’assistito non accetta la
proposta di PiC la gestione della sua patologia resta quella attuale,
generalmente secondo i criteri dei Percorsi Diagnostico Terapeutici ed Assistenziali
(PDTA), in vigore da almeno 10 anni in molte ATS (si veda ad esempio il Governo
Clinico dell’ATS di Brescia: https://www.ats-brescia.it/bin/index.php?id=317 ). Le delibere sulla PiC non hanno tenuto in debito conto che la maggioranza dei medici del territorio ha già da tempo preso in carico proattivamente i propri assistiti cronici, sia in modo informale e "familiare" sia seguendo le specifiche indicazioni dei relativi PDTA. Proprio per questo al 31 luglio si sono proposti come gestori della PiC poco più di 1/3 dei generalisti (2.160, aderenti a 39 Cooperative, su 6264 MMG lombardi) mentre i co-gestori arrivano al 4%.
Inoltre:
- il
gestore può essere il MMG del paziente cronico, a patto che associ ad una
delle cooperative di Medici di famiglia che esistono già sul territorio (ad esempio quelle nate per gestire i CReG) o che si
sono costituite in tutta la regione (nell’ATS di Brescia, ad esempio, sono almeno 4). In questo caso il MMG-gestore compilerà di propria
iniziativa il PAI e farà sottoscrivere ai pazienti che lo desiderano il
cosiddetto Patto di Cura, che segnala l’avvio della PiC, a partire dalla
primavera del 2018;
- se il
malato sceglierà, come probabile, il proprio MMG come gestore, per lui non
ci sarà nessun rischio di venire "trasferito" o di dover
chiamare un altro gestore al posto del proprio MMG. come afferma
allarmisticamente il titolo del pezzo (il MMG peraltro rimane il titolare
della gestione farmacologica e di tutte le altre condizioni cliniche,
acute e croniche, che spesso si associano alle cronicità di base, sia che diventi gestore sia che non aderisca alla PiC);
- le strutture
private hanno poco interesse ad investire risorse nella cronicità perchè gli incentivi economici per gestire il complesso processo della PiC sono limitati e perchè privilegiano i DRG per acuti - leggi chirurgia- ben più remunerativi;
- il
massimale dei medici di MG è di 1500 assistiti; questo limite non ha nulla
a che vedere con il numero massimo di cronici che un gestore/cooprativa può prendere in
carico, ovvero 200000 per ogni ATS;
- le
lettere ai malati cronici con la proposta, ovviamente facoltativa, di
scegliere uno dei gestori sulla piazza arriveranno ad inizio 2018;
- tra i
sindacati medici che hanno annunciato il ricorso al TAR contro le due
delibere, in discussione il 12 settembre, c'è anche lo SNAMI, particolarmente radicato a Milano, che ha
dato anche indicazione ai propri iscritti di non aderire alla PiC, sebbene sul territorio si sono costituite Cooperative per iniziativa di
dirigenti locali dello stesso SNAMI.
Ecco l’ultima versione del cronoprogramma della PiC (Delibera 7038 del 3 agosto)
- Entro il 30 settembre 2017: Valutazione dell’idoneità dei gestori, dei co-gestori e degli erogatori. Predisposizione e pubblicazione:
- dell’elenco degli idonei al percorso di presa in carico (ruolo gestore e co-gestore)
- dell’elenco degli idonei per il ruolo di erogatore a supporto della presa in carico dei pazienti cronici da parte dei MMG/PLS in forma aggregata
- Entro il 31 ottobre 2017: I MMG/PLS in forma aggregata esplicitano la filiera erogativa (elenco idonei erogatori)
- Entro il 30 novembre 2017: ATS valuta la filiera erogativa dei MMG/PLS in forma aggregata
Le cooperative di MMG faranno da Gestori della presa
in carico tramite i loro soci ma non forniranno servizi direttamente, tranne
forse il call center o in certi casi il case manager. La cooperativa a sua
volta dovrà quindi sottoscrivere contratti con
- gli
erogatori di prestazioni diagnostiche (ovvero le ASST/ospedali pubbliche o
altre strutture accreditate come ospedali profit) e
- i
cosiddetti provider tecnologici, cioè società di servizi che si faranno carico del call center (telefonate di ricordo dei pazienti, agende delle
prestazioni e prenotazioni etc..) e di tutta l'infrastruttura informatica
per l'invio dei dati sulle prestazioni e del monitoraggio dei processi.
Un apparato burocratico-amministrativo che potrebbe
assorbire fino al 70% delle risorse messe a disposizione dalla regione per la
gestione della PiC (35, 40 e 45 Euro in funzione della complessità del caso, comprensivi di 10 € per il PAI), lasciando quindi alle cooperative di MMG pochi
margini economici.
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