Comunicato alle Istituzioni
Siamo un gruppo di Medici di Medicina Generale (MMG) della ats di Brescia, spontaneamente creatosi e di natura non sindacale, unito dalla comune preoccupazione per il presente ed il futuro della nostra professione.
Da circa due anni, ovvero dall’inizio della pandemia, ognuno di noi si è impegnato in risposta alle nuove richieste dettate dalla pandemia: la nostra attività è stata stravolta dall’emergenza. In particolare, la quarta ondata ha caricato il Medico di Medicina Generale di ulteriori compiti, per lo più di natura burocratica, sradicando il nostro ruolo clinico, diagnostico ed assistenziale, per sopperire a compiti che non ci spetterebbero, ma di cui ci siamo incaricati solo per il fatto che siamo l’interfaccia diretta del ssn con il paziente e poiché è mancato e manca tutt’ora il ruolo di regista di ats e di regione Lombardia.
Tutti i Medici di Famiglia sono esasperati dalla situazione lavorativa: l’abbandono della nostra professione è realtà per alcuni, mentre molti altri la stanno contemplando. In una già nota situazione di carenza di Medici di Famiglia, le attuali condizioni di lavoro non permettono ai giovani di intraprendere la nostra professione, in aiuto e coprendo i posti vacanti, in quanto professionalmente non recettiva: il carico burocratico attuale non è tollerabile.
In questi due anni, ma in verità anche in periodo pre-pandemico, la nostra dignità professionale è stata svilita da compiti meramente burocratici ed amministrativi, siamo stati allontanati sempre più dalla nostra funzione clinica primaria e spesso utilizzati alla stregua di “parafulmini” a copertura di evidenti disfunzioni del sistema. Tuttavia rimaniamo l’unico vero riferimento dei cittadini sempre più smarriti in un sistema confuso ed iper-informatizzato, dove i meno abbienti ed i fragili hanno spesso il Medico di Famiglia come figura di riferimento per le problematiche socio-sanitarie.
Così le nostre linee telefoniche risultano sempre occupate dalle innumerevoli richieste dei cittadini ed il paziente percepisce il disagio di non riuscire a mettersi in contatto con noi come scarsa disponibilità. Le chiamate, costanti nelle 12 ore giornaliere, sono incessanti e generate dai motivi più svariati, spesso di origine amministrativa: certificati di malattia, richieste di attestazioni, green pass, segnalazioni di casi positivi e di contatti…
Dopo 2 anni di pandemia il dipartimento di igiene e sanità pubblica è stato snaturato a call center, dove lavora un numero esiguo di assistenti sanitarie, incapaci di sopperire alle richieste di migliaia di cittadini. Questo scenario è lo stesso del 2020, intollerabile dopo 2 anni di pandemia e con una quarta ondata a cui ci si doveva preparare per tempo. Le mancanze dimostrate dal sistema di tracciamento erano imprevedibili alla prima ondata, evitabili alla seconda, inammissibili alla terza, da denuncia all’attuale situazione pandemica.
La situazione è aggravata dalle problematiche di malfunzionamento del siss che riscontriamo ormai ogni giorno: l’introduzione di nuovi portali informatici, talvolta diversi, appesantisce ulteriormente il nostro lavoro. Le problematiche informatiche sono in primis da risolvere, poiché è in atto solo un tentativo di aumentare il carico informatico, senza risolvere i disservizi su esistenti (il siss in primis).
La situazione è aggravata dalle problematiche di
malfunzionamento del SISS (Sistema Informativo Socio Sanitario di Regione
Lombardia) che riscontriamo ormai ogni giorno: l’introduzione di nuovi portali
informatici, talvolta diversi, appesantisce ulteriormente il nostro lavoro. Le
problematiche informatiche sono in primis da risolvere, poichè è in atto solo
un tentativo di aumentare il carico informatico, senza risolvere i disservizi
su esistenti (il SISS in primis).
Da un ruolo professionale prettamente incentrato sulla diagnosi, cura, prevenzione delle malattie ed assistenza sociosanitaria, siamo passati a compiti di segreteria, che non permettono la presa in carico del paziente acuto e cronico.
Siamo perciò a segnalarvi e a denunciare tale situazione. E, contestualmente, a comunicarvi la nostra intenzione di organizzare una manifestazione di protesta con i Medici del gruppo e di tutti coloro che vorranno sostenerci (sindacati, ordine dei medici, associazioni di pazienti).
Riteniamo tuttavia corretto, per il rispetto che nutriamo nei confronti delle nostre Istituzioni, richiedere un confronto preventivo su quelli che, secondo noi, devono essere interventi IMMEDIATI che possano alleggerire il nostro carico burocratico, così da permetterci di tornare a curare i pazienti e a sopravvivere, non solo in senso professionale
1. risolvere i problemi informatici che riguardano ogni aspetto del nostro lavoro: a tal proposito è auspicabile un confronto tra coloro che progettano i sistemi informatici ed una rappresentanza di MMG che è l’utente utilizzatore
2. la presa in carico delle prenotazioni dei tamponi da parte di ats: mai nella storia del sistema sanitario nazionale il medico, come è accaduto negli ultimi mesi, si è dovuto occupare della prenotazione di un esame, le cui tempistiche, modalità di esecuzione e disponibilità sono dettate dalle asst, a cui rimandiamo il compito
3. correggere le comunicazioni rivolte ai cittadini riguardo alla chiusura delle quarantene, stampa di green pass, richiesta di ricette per esecuzione tamponi…. è inammissibile il contrasto tra le comunicazioni date al numero 1500 e dal dipartimento malattie infettive (ex igiene pubblica) e le indicazioni fornite dal dipartimento cure primarie. Si sottolinea inoltre che durante tutta la pandemia, le sporadiche prese in carico (solo telefoniche tramite intervista, la maggior parte delle volte dopo parecchi giorni dalla positività) da parte del dipartimento malattie infettive dei casi di positività sono andate in contrasto con le nostre indicazioni ai pazienti (che sono invece chiare, immediate, coerenti e avvalorate dal rapporto fiduciario medico-paziente)
4. pretendiamo una linea diretta per poter comunicare con il dipartimento di igiene e sanità pubblica in ats con un referente che si interfacci con i medici di famiglia. Non è tollerabile l’irreperibilità del dipartimento, chiuso tra le mura dell’ats, non reperibile via mail e telefonicamente
5. provvedere ad annullare la richiesta di caricamento su portale dedicato del piano terapeutico elettronico della nota 97 (prevista per il 31 Gennaio 2022), ulteriore carico burocratico che non abbiano intenzione di accettare. La prescrizione degli anticoagulanti è già soggetta a nota AIFA, di cui redigiamo piano terapeutico cartaceo, di cui una copia tratteniamo noi ed una copia viene rilasciata al paziente. Nessun altro compito è dovuto.
6. verificare che gli specialisti ambulatoriali del servizio sanitario effettuino le prescrizioni degli accertamenti prescritti su ricettario regionale e non le deleghino a noi. Altresì, che il pronto soccorso provveda sempre all’erogazione delle impegnative per gli esami suggeriti, alla prescrizione della malattia INPS o infortunio INAIL e alla ricettazione della farmaceutica necessaria e che ogni prescrizione in dimissione ospedaliera sia sempre accompagnata dalla prescrizione di farmaci, dalle certificazioni INPS e da tutto quello che necessiti al paziente.
7. che le ricette con una priorità non differibile siano prese in carico dal CUP, senza che il paziente debba tornare dal proprio Medico di Famiglia per nuove prescrizioni: qualora il sistema sanitario non riesca a garantire la prestazione nei tempi richiesti non è compito nostro la revisione della priorità (che se urgente non è differibile!)
8. chiarire alcuni aspetti delle certificazioni di malattia INPS:
- negli attestati di quarantena o isolamento è riportata la seguente frase: “il lavoratore deve farsi rilasciare il certificato di malattia dal proprio medico curante senza necessità di alcun ulteriore provvedimento da parte dell’operatore di sanità pubblica”. Tale frase è da interpretare come non necessità di effettuare la visita in presenza in questi casi? Stiamo da mesi cercando di ottenere una risposta, ma senza successo. Perché pretendere che si visiti al domicilio, o in ambulatorio, un paziente che ha ricevuto un certificato di isolamento, ci pare ai limiti dell’assurdo. Chiediamo una definitiva risposta al nostro quesito.
- non è possibile utilizzare i certificati di isolamento o quarantena ATS per certificare la copertura dell’indennità INPS?
- infine, siamo nuovamente a sollecitare l’approvazione dell’autocertificazione per i primi tre giorni di malattia.
9. chiediamo che gli uffici INAIL riaprano al pubblico. Di fatto non accettano più i pazienti e li rinviano tutti al medico curante. Riteniamo questa un’omissione di atti di ufficio e chiediamo un recapito (mail o telefonico) per segnalare le inadempienze che ogni giorno ci troviamo a gestire
10. deve essere possibile redigere elettronicamente anche le ricette in classe C. Con sgomento non abbiamo trovato, nel crono programma reso pubblico la scorsa settimana dalla stampa, la data di attivazione di tale servizio per la Regione Lombardia. È necessario che questo sia attivato il prima possibile, per evitare che i pazienti facciano inutili accessi nei nostri ambulatori, come già avviene per la farmaceutica veterinaria
11. da clinici poniamo una riflessione sul senso delle attuali regole di tracciamento e di gestione dei pazienti positivi asintomatici. I numeri sono talmente alti che rischiano di sommergere e occultare i pazienti più fragili, proprio quelli che avrebbero bisogno di un’attivazione precoce delle cure (come monoclonali o antivirali). È possibile ipotizzare l’esecuzione del tampone solo sui pazienti sintomatici?
12. a tutt’oggi, i numerosi adempimenti burocratici in carico ai medici di famiglia non possono essere delegati al personale amministrativo, in quanto è necessario che vengano redatti con la firma digitale personale del medico, utilizzando la tessera SISS. Pertanto, di fatto, neanche il personale di segreteria aiuta ad allentare il carico di lavoro amministrativo, che resta in capo al MMG. Chiediamo che, anche in una prospettiva di lavoro nelle case della comunità, si studino delle soluzioni in questo senso. Diversamente il personale di studio non potrà mai essere sufficientemente efficace, in qualsiasi setting
13. da alcuni mesi è stata modificata la modalità di invio dei referti in posta elettronica. Questo nuovo sistema ci mette in forte difficoltà, poiché non sono più disponibili l’anteprima dei referti e, pertanto, non vengono più evidenziati gli accessi in pronto soccorso, le dimissioni dalle strutture ospedaliere e i referti di anatomia patologica. Questo non ci consente più di distinguere i sopra citati accertamenti rispetto a quelli routine. Si richiede l’invio dei risultati degli esami in cartella clinica informatizzata, affinché il lavoro venga alleggerito dalle ore che ogni giorno dedichiamo all’apertura dei referti (spesso non visualizzabili a causa dei disservizi del siss) ed alla copiatura in cartella.
Nell’ultimo e recentissimo rapporto CREA SANITA’, alla domanda sugli elementi di maggior soddisfazione nei confronti del servizio sanitario nazionale, oltre la metà del campione ha indicato come punto di forza il proprio MMG. Questo ci fa riflettere su quale sia il ruolo del Medico di Famiglia oggi, di quale attività si stia realmente occupando e quale sia il percepito di assistiti ed istituzioni rispetto al nostro impegno e alle nostre incombenze lavorative. Il nostro quotidiano prevede, oltre all’attività ambulatoriale, la gestione del triage telefonico, la risposta alle sempre maggiori richieste che ci pervengono tramite mail, sms, whatsapp, telefonate disseminate nelle 12 ore di reperibilità telefonica e, ovviamente, l’assistenza domiciliare. Tuttavia, all’interno del documento redatto da regioni e ministero per la nuova convenzione, non ci risultano essere affatto contemplate tutte queste attività nelle 38 ore previste. Quando e chi se ne dovrebbe occupare?
I Medici firmatari ATS di Bergamo e di Brescia