“Sono estremamente soddisfatta dell’approvazione positiva, da parte del Consiglio dei Ministri, della Legge 22/2021 di Regione Lombardia per il potenziamento territoriale del servizio socio sanitario lombardo - ha commentato - Con questa legge la Lombardia è la prima Regione italiana che dà piena attuazione al Pnrr attraverso una normativa di respiro nazionale ed europeo. Ringrazio il Governo, ed in particolare il ministro della Salute, Roberto Speranza, per la concreta e leale collaborazione istituzionale. L’Esecutivo, nel confermare pienamente l’impianto complessivo delineato dalla legge, ha consentito a Regione Lombardia di fare propri alcuni suggerimenti che apporteranno un ulteriore miglioramento del testo escludendo qualsiasi ipotesi di impugnativa”.
Ciononostante a distanza di quasi una settimana i rilievi del governo restano custoditi nei cassetti della regione Lombardia, con un comportamento che evoca un'anacronistica censura da socialismo reale. Il tentativo di minimizzare le richieste di modifica del governo viene contraddetto dalla scarsa trasparenza della regione Lombardia, che blocca il dibattito pubblico sul documento che "censura" alcune parti della Legge 22, minimizzate dalla maggioranza regionale ma enfatizzate dall'opposizione. Per ora, vista l'impossibilità di valutare le critiche del governo, il giudizio resta sospeso in attesa che si sblocchi questa surreale situazione, come preannuncia un comunicato dell'opposizione (si veda il PS).
Com'è possibile che l'assessora lombarda Moratti, Forza Italia, lanci lodi sperticate al ministro Speranza, Liberi e Uguali? Tutto inizia, all'indomani dell'approvazione della Legge 22 che corregge la precedente riforma Maroni del 2015 sulla base dei rilievi critici di Agenas, con la richiesta al ministro di impugnazione della riforma Moratti avanzata da un variegato fronte, composto da partiti politici, associazioni e movimenti lombardi.
1-Sul piano formale la svolta (parziale) della legge 22 rispetto alle legge 23 accoglie in parte i rilievi critici di Agenas, come dimostra la mancata impugnazione della riforma Moratti e la contestuale richiesta di modifiche per correggere il provvedimento nelle parti meno appropriate. D'altra parte la richiesta di impugnazione dell'intera legge era poco probabile essendo presenti nel governo nazionale le stesse forze politiche che reggono la regione Lombardia: l'impugnazione era una dichiarazione di fallimento per gli estensori della LR 22. La ministra per le regioni, la forzista bresciana Gelmini avrebbe potuto bocciare la collega assessora lombarda Moratti? Si tratta di una domanda retorica circa gli equilibri politici, senza alcun risvolto valutativo sul merito delle vicende in oggetto.
2-Sul piano sostanziale una legge così complessa non può essere valutata con il metro del bianco-o-nero, tutto-o-nulla, buono-o-cattivo ma considerando le singole tessere che compongono il mosaico normativo. Ebbene per quanto riguarda il territorio i cambiamenti sono significativi rispetto alla precedente gestione che, come ho già sottolineato, era impossibile da peggiorare, visto il sostanziale fallimento delle legge 23, sia sul piano pandemico che su quello della presa in carico della cronicità. Insomma per quanto la LR 22 sia parziale e non certo ideale ha segnato una svolta se confrontata con il disastro della riforma Maroni, questo se non si valuta in modo manicheo in base a parametri tutto-o-nulla ma con un metro sfaccettato e differenziato.
Era praticamente impossibile peggiorare la legge Maroni anche se la 22 non è la migliore delle leggi possibili e immaginabili. La controprova logica di questo argomento verrò dai prossimi atti: i limiti e la parzialità del cambiamento indotto dalla LR 22 verranno superati dalle modifiche imposte dal governo, con il classico metodo riformatore incrementale e a spizzico come lo definiva Karl Popper.
Se queste modifiche saranno sostanziali, come afferma l'opposizione e non puramente "tecniche" come invece minimizza la maggioranza, la Legge 22 emendata sarà migliorata dal Consiglio regionale e quindi riallineata alle direttive del governo. Anche questa sarà una banale argomentazione logica a favore delle opposizioni, nonostante gli elogi un po' sospetti della Moratti al ministro Speranza per la correttezza e la lealtà istituzionale che stridono con la scarsa trasparenza della giunta Lombarda.
P.S. RIFORMA SANITARIA IN LOMBARDIA, USUELLI (+EUROPA/RADICALI): MORATTI ACCETTA LA NOSTRA RICHIESTA E CI CONCEDERÀ DI PRENDERE VISIONE DEL TESTO COI RILIEVI DEL GOVERNO SULLA RIFORMA SANITARIA.
TERMINERÀ IL BALLETTO CONTINUO DEI COMMENTI DA PARTE DEI VERTICI DELLA POLITICA SANITARIA REGIONALE, SENZA CHE NESSUNO CONOSCESSE IL CONTENUTO DI QUANTO VIENE COMMENTATO.
“Ormai da giorni è aperta la discussione sulle 7 pagine di rilievi che il Governo ha fatto alla legge di riforma sanitaria approvata lo scorso novembre in Regione Lombardia, ma di quelle obiezioni, non vi abbiamo alcuna traccia. Eravamo molto preoccupati, dato lo storico della mancanza di trasparenza sulla sanità in regione: le relazioni dei 5 saggi nominati da Fontana non mai giunte; mesi di audizioni in commissione Sanità senza avere una proposta di legge scritta su cui gli auditi potessero offrire un parere; gli indicatori che servivano a produrre Rt . La riforma della Sanità è l’atto politico più importante di questi 5 anni. I consiglieri hanno il dovere di conoscere e studiare il contenuto dei rilievi mossi dal Ministero. Terminerà il balletto continuo dei commenti da parte dei vertici della politica sanitaria regionale, senza che nessuno conoscesse il contenuto di quanto viene commentato.
Così Michele Usuelli, medico, consigliere regionale di +Europa/Radicali e componente della commissione sanità, che prosegue: “Oggi Moratti ha dichiarato che le modifiche legislative saranno inserite (discutibilmente) nel collegato ordinamentale. Il fatto che il Governo non abbia impugnato la legge, non puo’ essere considerato di per se un benchmark di qualità. Già in passato gli equilibri politici del governo centrale hanno prevalso rispetto ai bisogni sanitari dei cittadini: La legge Maroni fu non impugnata e dichiarata “sperimentale”, da un Governo Renzi politicamente fragile e sostenuto dal partito di Alfano, che in Lombardia era in maggioranza col centrodestra ed a cui apparteneva il relatore di tale legge. I risultati delle politiche sanitarie di quella legge li hanno conosciuti in questi anni sulla loro pelle i lombardi”.
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