Sul
piano politico la pubblicazione delle Note per l'appropriatezza
diagnostica è un vero schiaffo per l'ampio schieramento sindacale ed
ordinistico che aveva indetto lo sciopero nazionale del dicembre
scorso, motivato proprio dalla richiesta di modificare il
preannunciato decreto ministeriale con l'elenco degli esami
sottoposti a limitazioni prescrittive. Dopo la giornata di sciopero
non vi è stata alcuna convocazione delle parti in causa per
rinegoziare le materia e il ministero ha proceduto in totale
autonomia a rielaborare l'elenco delle Note, rispetto alla prima
versione diffusa a settembre, apportando solo modeste cambiamenti.
Anzi le norme applicative appaiono ancor più stringenti e vincolanti di quanto ci si poteva immaginare, con l'introduzione dell'obbligo di riportare sulla ricetta di seguito alla prestazione le condizioni di erogabilità o di approriatezza, contrassegnate dalle relative lettere identificative previste per ogni accertamento dalle tabelle del decreto. La reazione dell'intersindacale e della Federazione dei medici non si è fatta attendere con la proclamazione di due giorni di sciopero per il prossimo 17 e 18 marzo.
Anzi le norme applicative appaiono ancor più stringenti e vincolanti di quanto ci si poteva immaginare, con l'introduzione dell'obbligo di riportare sulla ricetta di seguito alla prestazione le condizioni di erogabilità o di approriatezza, contrassegnate dalle relative lettere identificative previste per ogni accertamento dalle tabelle del decreto. La reazione dell'intersindacale e della Federazione dei medici non si è fatta attendere con la proclamazione di due giorni di sciopero per il prossimo 17 e 18 marzo.
L'applicazione
pratica delle note sull'appropriatezza prescrittiva creerà non pochi
problemi interpretativi tra i medici, con inevitabili dubbi e
ripensamenti circa la correttezza formale della richiesta di esami. L'impostazione
punitiva del decreto aumenterà la prudenza e gli atteggiamenti
difensivi e quindi il rischio di indurre tensioni e conflittualità
con gli assistiti, come se il clima relazionale non fosse già
abbastanza teso e precario. I medici dovranno quindi temere sia il
rischio medico-legale, aumentato dalle difficoltà interpretative
delle Note, sia il contenzioso in caso di prescrizione
inappropriata, che peraltro richiederà un ulteriore apparato
burocratico-amministrativo per l’eventuale sanzionamento delle
prescrizioni improprie, con inevitabile lievitazione dei contrasti medico-legali.
Le
nuove norme sull'inappropriatezza prescrittiva sono stato criticate
per i rischi di riduzione delle prestazioni garantite dal SSN per
quella che ormai appare una vera privatizzazione strisciante della
sanità pubblica.Già oggi per molte tipologie di prestazioni
diagnostiche, gravate da ticket e super-ticket, risulta
economicamente conveniente rivolgersi alle strutture private,
pagando per intero il costo dell'esame. Dal 20 gennaio in avanti
questa sorta di doppio binario pubblico/privato, diviene anche
formalmente obbligatorio non solo per convenienza economica, ma per i
più stringenti obblighi normativi e sarà quindi il medico ad
instradare il paziente verso le strutture private, onde evitare di
incorrere in una violazione dell'appropriatezza prescrittiva.
Oltre
ai risvolti economici l'impianto regolatorio del Decreto rivela una
rappresentazione distorta della realtà ambulatoriale e delle cure
primarie da parte dei decisori pubblici. A fronte della varietà,
incertezza e complessità dei problemi si pretende di applicare
protocolli ispirati ad una "razionalità tecnica"
predefinita, che impongono una standardizzazione di comportamenti
"appropriati" ex-ante, mentre la realtà ambulatoriale
richiede un adattamento ad personam degli strumenti diagnostici,
rispettoso della singolarità ed unicità di ogni vicenda clinica.
I
medici libero-professionisti continueranno a prescrivere accertamenti
in piena libertà, autonomia e coscienza essendo formalmente esclusi
da ogni vincolo prescrittivo. Solo per i medici dipendenti e
convenzionati correrà l'obbligo di specificare nella prescrizione le
condizioni di erogabilità o le indicazioni di appropriatezza
prescrittiva dell'esame. Quindi sorgeranno non pochi problemi
allorchè l'accertamento diagnostico sarà consigliato da uno
specialista in regime libero professionale e toccherà quindi al
medico di MG l'ingrato compito di negarne la “trascrizione” sul
ricettario del SSR caricando sull’assistito l’onere dell’esame
economico dell'esame inappropriato, con inevitabili tensioni e
ripercussioni relazionali.
Infine,
oltre alle prevedibili difficoltà interpretative nell'applicazione
delle Note ai singoli casi, le nuove norme sono destinate ad
impattare negativamente sui rapporti tra medici dipendenti e
convenzionati con il SSN. L’esperienza ormai ventennale delle Note
CUF/AIFA sui farmaci ha dimostrato la scarsa propensione degli
specialisti al rispetto dei vincoli normativi e la tendenza a
“delegare” la prescrizione al medico di MG, spesso senza la
preventiva informazione del cittadino circa la non concedibilità del
farmaco.
E’ facile prevedere che accadrà la stessa cosa con le nuove Note per la diagnostica, visto che buona parte delle prescrizioni suggerite dagli specialisti accreditati o dipendenti confluisce sul MMG, nonostante le precise norme nazionali e regionali in materia a cui sono tenuti, utilizzando il ricettario del SSN per prescrivere ulteriori accertamenti. Si riproporrà quindi il gioco delle parti, già emerso con le Note CUF/AIFA, ovvero la divisione dei ruoli tra il medico “buono”, prodigo di accertamenti, e quello “cattivo” (il MMG) che nega la prescrizione costringendo il cittadino a mettere mano al portafoglio, con prevedibili contrasti e dissapori.
E’ facile prevedere che accadrà la stessa cosa con le nuove Note per la diagnostica, visto che buona parte delle prescrizioni suggerite dagli specialisti accreditati o dipendenti confluisce sul MMG, nonostante le precise norme nazionali e regionali in materia a cui sono tenuti, utilizzando il ricettario del SSN per prescrivere ulteriori accertamenti. Si riproporrà quindi il gioco delle parti, già emerso con le Note CUF/AIFA, ovvero la divisione dei ruoli tra il medico “buono”, prodigo di accertamenti, e quello “cattivo” (il MMG) che nega la prescrizione costringendo il cittadino a mettere mano al portafoglio, con prevedibili contrasti e dissapori.
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