giovedì 4 ottobre 2018

Il difficile accesso ai centri anti-fumo: come rimediare?

A dispetto degli allarmanti report dell’OMS i centri anti-fumo dell’ATS registrano un calo di fumatori cronici presi in carico negli ultimi tre anni, che sfiora il dimezzamento.
http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=66181
Il fatto è che per accedere ai Centri e portare a termine il percorso di disassuefazione è richiesto il pagamento di vari Ticket il che non è certo un incentivo per i fumatori incalliti, spesso alle prese con problemi e disagi socioeconomici. Per non parlare dell’accidentato percorso psicologico del cambiamento irto di insidie, demotivazioni, rischi di abbandoni per scoraggiamento o ricadute nel “vizio”.

Se a queste difficoltà di base si aggiunge pure la necessità di sborsare cifre non irrilevanti per l’acquisto di farmaci che supportano il percorso di disassuefazione, per giunta in tempi economicamente non floridi, non si può certo dire che i centri antifumo siano un modello per accessibilità e assenza di barriere ed ostacoli.

Insomma il percorso di “recupero” del tabagista non è proprio agevole, il che probabilmente spiega in parte lo scarso numero di accessi ai centri. Tuttavia le conseguenze sanitarie, sociali ed economiche del tabagismo, sia per l’individuo che per la collettività, sono troppo rilevanti per lasciare le cose come stanno. "Fumare è un problema di sviluppo perché colpisce i più vulnerabili già messi a dura prova dai sistemi sanitari, alimentando un circolo vizioso di povertà e disuguaglianza" ha affermato il direttore Generale dell’OMS.

Come rimediare a questa difficile situazione? Servirebbe una specie di “riorientamento” complessivo dell’approccio alla dipendenza da tabacco, a partire dalla definizione come una vera e propria malattia, con conseguente rilascio dell’esenzione per patologia e il diritto ad accertamenti, prestazioni specialistiche e farmaci gratuiti, come ad esempio l’accesso ai Centri senza tickett e la prescrivibilità a carico del SSN delle molecole utili alla disassuefazione. Se poi si volesse ricorrere anche all’incentivo economico in positivo, perché non premiare con un bonus/benefit al termine del percorso di cessazione il paziente che ce l’ha fatta?

Mi rendo conto che in tempi di vacche magre una simile proposta “rivoluzionaria” non sia di facile attuazione per la sua radicalità. Forse una versione di minore portata potrebbe avare qualche chance di successo. Almeno tre categorie di pazienti fumatori già godono di una esenzione per patologia, che potrebbe comprendere anche l’accesso ai centri e ai farmaci ”anti-fumo”, vale a dire coronaropatici/ipertesi complicati, diabetici e bronchitici cronici/asmatici. Perché non estendere l’esenzione dal pagamento dei ticket alla gamma di prestazioni correlate alla “lotta” al tabagismo?

Nessun commento:

Posta un commento