domenica 20 ottobre 2019

Gioco d'azzardo e rischio di dipendenza di massa

Breve resoconto di un evento formativo organizzato dall'ATS di Brescia, con la partecipazione della Dott.ssa Daniela Capitanucci, sul Disturbo da Gioco D'azzardo ( http://www.andinrete.it/portale/ )

Tutto ha inizio con la finanziaria del 2003 che apre il "mercato" del gioco d'azzardo ai privati che vi possono accedere grazie alle concessioni regolate dal Monopolio di stato. Fino ad allora lo Stato aveva esercitato un ruolo esclusivo di controllore e di regolatore dell'offerta di azzardo legale per evitare gli effetti sociali del "vizio". Ma dal 2004, venuti meno i "freni" statali per contenere la propensione patologica al gioco, il mercato ha fatto da volano alla diffusione indiscriminata delle occasioni per scommettere denaro e sfidare il caso e la fortuna/sfortuna. In una prima fase il vantaggio per l'erario è stato consistente con percentuali di entrate dell'ordine del 30% su volumi di scommesse che superavano i 25 miliardi di €. Ma poi con il passare degli anni le giocate si sono impennate, raggiungendo i 106 miliardi annui di giro d'affari, mentre gli incassi dell'erario si sono assottigliati fino ad uno scarso 10% sul totale.

Nel frattempo però, grazie alla capillare diffusione delle slot, si sono moltiplicati i soggetti indotti a scommettere denaro per trarre un beneficio dal caso ed una parte di costoro si sono così trasformati in malati. Si è poi arrivati, da un lato, al riconoscimento della patologia da parte della psichiatria, con l'inserimento del Disturbo da Gioco d'Azzardo (DGA) tra le forme di dipendenza codificate dal DSM-V (si veda il PS), e dall'altro all'inserimento della patologia nei LEA con l'apertura dei servizi di diagnosi e cura all'interno dei SERT-NOA.

Le indagini epidemiologiche documentano che un 10% della popolazione adulta è dedita ai giochi d'azzardo con queste classi di rischio per lo sviluppo della dipendenza: basso 4,2, moderato 2,9%. I veri e propri dipendenti dal gioco d'azzardo arriverebbero al 3%, cifra consistente che porta ad un valore assoluto di 1 milione e 500mila giocatori "patologici". Si tratta in netta maggioranza di maschi che per un 35% circa rientrano nella fascia d'età tra 50 e 75 anni. Il dato italiano non ha riscontro con quelli di altre nazioni europee, dove i giocatori compulsivi non raggiungono l'1% della popolazione adulta. Inoltre al gioco d'azzardo legale e regolato bisogna aggiungere quello illegale, oggetto di lucro da parte delle organizzazioni criminali, e quello elettronico on-line sempre ed ovunque disponibile.

Non si deve pensare all'azzardo con l'immagine romantica del ricco ed incallito giocatore dedito alla roulette del casinò, che prevaleva nel secolo scorso. Accanto a questa tipica forma hard di azzardo esistono modalità più soft e più subdole di scommettere somme di denaro per sfidare la sorte: ad esempio i diffusissimi gratta e vinci possono trasformarsi in trappole di dipendenza quando l'uso continuativo e smodato eccede rispetto alle possibilità economiche del soggetto, che ne diviene così schiavo nel tentativo di rilanciare la scommessa per rincorrere le perdite. Anche il più diffuso gioco d'azzardo, come l'innocuo lotto della tradizione popolare, è cambiato per adeguarsi ai tempi ed assecondare la propensione compulsiva dei "disturbati": le estrazioni sono diventate plurisettimanali e quelle on-line addirittura pluriquotidiane, per consentire di rincorrere la perdita con nuove giocate in tempo reale.

A differenza di quanto si può immaginare la maggioranza dei "giocatori" non frequenta le apposite sale ma il bar, la tabaccheria o la ricevitoria sotto casa, dove ha l'occasione di trovare svariate proposte di gioco per scommettere tra un aperitivo/sigaretta e l'altra. Una volta entrato nella spirale dell'azzardo il giocatore si recherà all'altro capo della città o in un paese vicino per trovare un appartato retrobottega, in cui giocarsi la vita in solitudine e in completo anonimato. Per di più il DGA si associa spesso ad altre forme di dipendenza come quelle indotte dal tabacco o dall'alcool, oltre ad altri disturbi psichiatrici a partire dalla depressione e i disturbi d'ansia e compulsivi. Insomma nel bar, tabaccheria e ricevitoria dotato di angolo slot la domanda può trovare una gamma completa di offerta di dipendenze legali.

Le conseguenze del gioco patologico sono economiche - dalla dilapidazione del patrimonio, della pensione o della liquidazione fino all'indebitamento e alla rovina individuale e familiare - relazionali familiare fino alla separazione coniugale, morali per la trascuratezza nella responsabilità, ed anche la salute fisica individuale ne può risentire in modo evidente. Si può facilmente immaginare l'effetto devastante della dipendenza in una fase decennale di crisi economica, che ha indotto molti a sfidare compulsivamente la sorte nell'illusione di risollevare la propria condizione di disagio economico e sociale, innescando un perverso circolo vizioso.

A fronte di questo drammatico quadro epidemiologico e sociale i servizi non riescono ad intercettare, prendere in carico e curare che una piccola percentuale di "malati". Per compensare questo deficit gli operatori hanno promosso una maggiore informazione e sensibilizzazione dei MMG che, grazie al contatto e alla relazione continuativa con i propri assistiti, possono cogliere i sintomi del disagio emotivo e fisico manifestato del giocatore o riferito dai familiari, anche se non mancano reticenza e vergogna ad ammettere il disturbo e chiedere aiuto. In questi casi possono venire in aiuto i gruppi di auto-aiuto dei giocatori anonimi sul modello degli alcolisti. Il MMG può utilizzare alcuni questionari per la valutazione del disturbo, in particolare il più semplice che consta di 2 sole domande (si veda il PS) per poi inviare ai servizi i pazienti motivati, che peraltro vi possono anche accedere spontaneamente senza alcun filtro burocratico.

Il contrasto al DGA è portato avanti, in antagonismo con la normativa nazionale che ne ha indotto la diffusione e il radicamento, dalle amministrazioni pubbliche comunali o regionali, sulle quali pesano gli effetti perversi socio-patologici del gioco, e che tentano con iniziative legislative o regolatorie locali di contenere il fenomeno. La legge Lombarda del 2013, ad esempio, stabilisce una distanza minima degli esercizi commerciali con slot machine da luoghi sensibili come scuole, oratori, impianti sportivi etc... mentre quella piemontese del 2016 ha opportunamente esteso il concetto di "sito" sensibile a bancomat, compro oro, banche etc..

COMMENTO

Il fenomeno del Gioco d'azzardo, sia patologico che "normale", è un esempio paradigmatico dei paradossi generati dalla società occidentale: da un lato se ne incentiva la diffusione, con il venir meno dei freni inibitori sociali che erano attivi in precedenza per contenerlo, e dall'altro si medicalizza il fenomeno come se fosse un dato biologico "naturale" e quasi inevitabile e non invece un prodotto di interessi economici, sofisticate strategie di marketing neurobiologico e sintomo/acceleratore di deriva sociale, valoriale e culturale. Rasenta la schizofrenia istituzionale l'impegno delle istituzioni locali per prevenire, contrastare e recuperare i danni e gli effetti perversi prodotti dalle deliberazioni del legislatore nazionale, responsabile dell'incentivazione di massa del gioco d'azzardo di cui pagano le conseguenze le parti più deboli delle società.

Sugli effetti "collaterali" della liberalizzazione ludica e della dipendenza di massa conta peraltro l'erario per rimpinguare le esauste casse statali, salvo poi stanziare risorse per la cura e il recupero dei dipendenti. Per non parlare dei circoli viziosi economici dovuti alla difficoltà di modificare le norme nazionali "socio-patogene" per la mancanza di coperture finanziarie alternative al venire meno del gettito e le paventate conseguenze sull'occupazione del settore, evocate ad arte dai concessionari per difendere colossali interessi economici.

P.S. Criteri, questionario diagnostico e normative regionali.

1-CRITERI DIAGNOSTICI DSM-V (2013)

Comportamento problematico persistente o ricorrente legato al gioco d'azzardo che porta disagio o compromissione clinicamente significativi, come indicato dall'individuo che presenta quattro o più delle seguenti condizioni entro un periodo di 12 mesi:

1. Il soggetto ha bisogno, per giocare d'azzardo, di quantità crescenti di denaro per ottenere l'eccitazione desiderata
2. Il soggetto è irrequieto o irritabile se tenta di ridurre o di smettere di giocare d'azzardo
3. Il soggetto ha fatto ripetuti sforzi infruttuosi per controllare, ridurre o smettere di giocare d'azzardo
4. Il soggetto è spesso preoccupato dal gioco d'azzardo

5. Il soggetto spesso gioca d'azzardo quando si sente a disagio
6. Il soggetto dopo aver perduto denaro al gioco d'azzardo, spesso torna un'altra volta per ritentare (
CHASING)
7. Il soggetto mente per occultare l'entità del coinvolgimento nel gioco d'azzardo
8. Il soggetto ha messo in pericolo o perduto una relazione significativa, il lavoro, opportunità di studio e di carriera a causa del gioco d'azzardo
9. Il soggetto conta sugli altri per procurare il denaro necessario a risollevare situazioni finanziarie disperate causate dal gioco d'azzardo

 
Criteri di gravità attuale:Lieve (4-5 criteri)Moderata (6-7 criteri)Grave (8-9 criteri)

2- Il Lie/Bet Questionnarire
E’ un test estremamente semplice che valuta con risposte binarie (sì, no).
I criteri presi in esame sono:
  • Tolleranza: “Ha mai sentito l’impulso a giocare somme di denaro sempre maggiori?”;
  • Menzogna: “Si è già sentito di dover tenere nascosta l’entità del suo giocare a quelli che gli stanno più vicino?”.
Risultati: con almeno un criterio con 1 sì si ha il pericolo di essere in zona di gioco d’azzardo problematico. Il test non consente alcun approfondimento dell’esaminato non distinguendo nemmeno tra livello di gravità del problema.

3- La normativa lombarda del 2013 prevede:
  • L’individuazione di “luoghi sensibili” (es. istituti scolastici, luoghi di culto, impianti sportivi) e la conseguente distanza massima permessa per una nuova collocazione di ap­parecchi per il gioco d’azzardo (d.g.r. n. 1274 del 24 gennaio 2014)
  • L’agevolazione fiscale per gli esercenti che provvedano volontariamente alla completa disinstallazione degli apparecchi da gioco (D.g.r. 14 febbraio 2014 - n. X/1362)
  • L’obbligo formativo dei gestori delle sale da gioco e dei locali per il gioco d'azzardo lecito, mediante corsi finalizzati alla conoscenza e alla prevenzione dei rischi connessi al gioco d’azzardo patologico e alla conoscenza gene­rale della normativa in materia di gioco d’azzardo lecito (art. 9 l.r. n. 8 del 21 ottobre 2013)
  • Gli obblighi a carico dei gestori degli esercizi, in cui sono installati più di tre apparecchi per il gioco d'azzardo lecito e le relative sanzioni amministrative (r.r. n. 5 del 16 dicembre 2014 e modifiche)
Per maggiori informazioni  http://www.noslot.regione.lombardia.it




4- Norme introdotte in Piemonte dalla Legge Regionale 9/2016.




La legge detta norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico per tutelare le fasce più deboli e maggiormente vulnerabili della popolazione e contenere l'impatto delle attività connesse all'esercizio del gioco lecito sulla sicurezza urbana, sulla viabilità, sull'inquinamento acustico e sulla quiete pubblica. Le varie azioni tendono a:
  • prevenire e contrastare il gioco d'azzardo in forma problematica o patologica
  • a offrire trattamento terapeutico e di recupero ai soggetti che ne sono affetti ed al supporto delle loro famiglie
  • diffondere e divulgare l'utilizzo responsabile del denaro attraverso attività di educazione, informazione, divulgazione e sensibilizzazione
  • rafforzare la cultura del gioco misurato, responsabile e consapevole
  • stabilire misure volte al contenimento dell'impatto negativo delle attività connesse alla pratica del gioco sul tessuto sociale, sull'educazione e formazione delle nuove generazioni.

Nessun commento:

Posta un commento