domenica 27 dicembre 2015

Considerazioni sul tirocinio valutativo pre-esame di stato

Il tirocinio valutativo post laurea, propedeutico all’esame di stato per l'abilitazione alla professione medica, prevede un mese di frequenza in un reparto di medicina, uno in chirurgia ed uno presso uno studio di MG. Al termine ogni Tutor deve formulare un giudizio sul tirocinante in base ad un sistema di valutazione ampio e dettagliato: il “libretto” compilato dal medico prevede decine di parametri valutativi nelle aree clinica, relazionale, comunicativa, diagnostica, comportamentale, etica etc..
Per il MMG tutor è difficile valutare il collega neo-laureato che, come spesso accade, ha avuto poche esperienze pratiche di medicina ambulatoriale durante gli anni della formazione universitaria. Come saggiare le abilità informatiche del tirocinante se non ha avuto l’occasione di utilizzare il programma informatico di gestione della cartella? Come valutare le competenze diagnostiche se il neolaureato ha solo una vaga idea dell’epidemiologia del territorio? Come testare le abilità relazionali se il tirocinante non si è mai cimentato con una famiglia intera che viene in studio per sottoporre i problemi di un o più dei suoi componenti?
La transizione dalla clinica ospedaliera, con le sue innumerevoli risorse tecnologiche e specialistiche, alla pratica “a mani nude” delle cure primarie obbliga a tollerare un surplus di incertezza rispetto al lavoro in corsia. Il tirocinante è spesso inesperto dell’approccio per problemi, tipico delle cure primarie, che non è il modello standard di didattica universitaria. Così pure la competenza educativa nelle gestione dei cronici passa in secondo piano se il neo-laureato ha avuto solo esperienze di reparti per acuti e, ancor di più, se ha frequentato per la tesi di laurea un reparto ospedaliero super-specialistico.
Ad esempio non sempre la formazione di base riesce a trasmettere le abilità professionali necessarie per la gestione appropriata delle infezioni prevalenti sul territorio, dalle affezioni delle prime vie aeree all’influenza vera e propria. Un'altro nodo problematico riguarda la competenze nella raccolta e gestione dei dati: il tirocinante deve passare dal modello della cartella ospedaliera, generalmente cartacea, tipica delle divisioni per acuti, alla carella clinica informatizzata orientata per problemi, specificatamente rivolta alla gestione delle polipatologie cronico-degenerative e al monitoraggio delle condizioni funzionali.
In sostanza la differenziazione del sapere medico, della tecnologia, dell'organizzazione e delle professionalità ha messo in discussione l'idea di un unico modello di medicina, acontestuale e trasmesso a 360 gradi dalla formazione curricolare, indipendentemente dall'esperienza maturata sul campo e dal sapere pratico. Ogni contesto operativo ha peculiarità organizzative, sociorelazionali ed epidemiologiche che richiedono un approccio diversificato e modalità specifiche di formazione alla diagnosi, terapia, soluzione e gestione dei problemi.
Il tirocinante dell'esame di stato dopo 6 anni di formazione di base, centrata prevalentemente sugli aspetti cognitivi e culturali del modello ospedaliero, durante il mese di frequenza dell'ambulatorio territoriale
  • entra in contatto, spesso per la prima volta, con le cure primarie e con il setting della MG, di cui scopre profilo professionale, specificità epidemiologia e tipologia di problemi, organizzazione e strumenti di lavoro, metodologia clinica, dimensione culturale, sociorelazionale e competenze tacite (definizione Wonca 2011 della MG);
  • il tirocinio evolve, in modo inintenzionale e quasi “di contrabbando”, da valutativo a formativo, nel senso che l'approccio con il sapere pratico del MMG conduce il tirocinante ad un apprendimento dall'esperienza, situata e contestuale, relativo agli elementi di cui sopra;
  • il tirocinio si configura quindi come un esempio di partecipazione periferica legittimata e di contatto informale con la comunità di pratica dei MMG, in un contesto formativo caratterizzato da conoscenza tacita, riferimenti culturali, stile di consultazione e di problem solving, cornice istituzionale e burocratico-amministrativa, relazioni con altri operatori della rete sanitaria territoriale etc..;
  • oltre alla dimensione relazione dell'apprendimento guidato, centrato sulla soluzione dei problemi pratici accanto al tutor, acquista un ruolo cruciale l'utilizzo del programma informatico di gestione della cartella clinica individuale, specie per quanto riguarda le patologie croniche, la disabilità, la comorbilità, la fragilità e la terminalità;
  • in estrema sintesi nelle 4 settimane di tirocinio per l'esame di stato si realizza un tipica forma di apprendimento situato e di pratica sul campo (imparare facendo), in cui la relazione sociale con il tutor e il contatto con l'ambiente professionale viene mediato dell'artefatto tecnologico informatico, che incorpora in sé le caratteristiche specifiche del setting territoriale.
Il tirocinio mette il tutor “valutatore” in una posizione paradossale per la dissonanza i contenuti del sapere (prevalentemente teorico) della formazione curricolare e il proprio modello di sapere pratico, di riflessione durante e sull’azione che connota la competenza di MMG. La MG sconta una doppia discrasia: da un lato lo studente durante il percorso universitario ha l'occasione per ricomporre, più o meno parzialmente, il gap tra il sapere teorico delle lezioni frontali e le pratiche del tirocinio ospedaliero e, dall'altro, solo con il tirocinio post-laurea sul territorio scopre altri contesti professionali e ad un diverso sapere pratico. Così in modo informale e per certi versi anche inintenzionale il tirocinio si trasforma in un'esperienza di apprendimento sul campo e di “ingresso” guidato nella comunità professionale della MG, che i neolaureati non hanno avuto l’occasione di approcciare nelle fasi precedenti della loro formazione.
Il tirocinio valutativo post laurea è l'occasione per un'esperienza di apprendistato, seppur non programmato, e per venire in contatto con la dimensione tacita della competenza professione sul territorio, fatta di “trucchi del mestiere”, consuetudini e routine tecniche, tradizioni e gerghi, schemi e programmi per l'azione, percorsi diagnostico-terapeutici ed assistenziali informali etc..Se l'apprendimento non è solo un fatto cognitivo e mentalistico ma è tale se integrato con la dimensione della pratica, situata, sociale ed esperienziale, in una formazione a tutto tondo il tirocinio valutativo post-laurea dovrebbe essere preceduto da un analogo tirocinio pre-laurea di carattere pratico, abbinato ad un breve corso teorico ad hoc e collocato nell'ultimo biennio curricolare, in cui il laureando potrebbe effettivamente fare esperienza sul campo della professionale nel contesto delle cure primarie.
BIBLIOGRAFIA
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