venerdì 28 giugno 2019

PiC 2019, come riformare un riforma in affanno?

Come spesso accade le cronache giornalistiche sono parche di informazioni e soprattutto di dati esaurienti per valutare i problemi. Tuttavia mettendo assieme diverse fonti qualche dato qualitativo di un certo significativo alla fine salta fuori. Ecco la cronica della riunione tenutasi in settimana a Brescia per tracciare un bilancio della PiC a metà strada del percorso triennale di riforma.
Per potere valutare l'esito della riforma a Brescia bisogna considerare la progressione dei PAI compilati dall'inizio della PiC, riferiti 351.000 lettere inviate ai cronici su circa 1.160.000 abitanti:
  • giugno 2019      16.516, ovvero + 0.68% in 6 mesi (4,7%)
  • febbraio 2019   15.222
  • dicembre 2018 14.105
  • ottobre 2018     12.149
  • maggio 2018        5.123
La progressione più evidente si è avuta tra giugno ed ottobre con circa 1400 PAI al mese, poi il trend è rallentato con una media mensile di 550 PAI. Oltre all'andamento generale già noto (il 10% dei cronici lombardi ha attivato il percorso di PiC, mentre nel bresciano sono il 7%) un dato qualitativo è interessante: "se ci si concentra sui malati che hanno una cronicità complicata, risulta che vi hanno aderito circa la metà del totale dei cronici".

Non è chiaro a si riferisca l'espressione "la metà del totale dei cronici", ma non importa. Conta che i MMG aderenti alla PiC hanno fatto la cosa giusta: nell'arruolamento hanno privilegiato i polipatologici complicati e di riflesso trascurato quelli non complicati, che sono abitualmente monopatologici. Anche in questo caso ad ispirare le scelte sono state le pratiche appropriate rispetto al contesto epidemiologico ed assistenziale e non le indicazioni generali ed astratte di una riforma elaborata a tavolino. 
I MMG hanno arruolato preferenzialmente i malati che avevano un'effettiva necessità di PAI, come indica chiaramente il Piano Nazionale della Cronicità, lasciando perdere gli altri in cui il PAI è un'inutile perdita di tempo e/o ridondante. Con poche, semplice e razionali modifiche, dettate dal buon senso pratico dimostrato dai medici bresciani, la PiC sarebbe stata rimessa in carreggiata, evitando di finire in panne, per ripartire con nuove adesioni. Eccole in sintesi schematica: 
  • PAI a discrezione del MMG solo per i polipatologici "complicati" e/o fragili e/o ad alto rischio: i primi candidati al PAI, a prescindere dalla PiC, dovrebbero essere i pazienti in ADP/ADI 
  • rinnovo tacito annuale del PAI a meno di variazioni cliniche intercorrenti (complicazioni, aggravamento funzionale etc) 
  • semplice applicazione dei PDTA per i pazienti mono o bipatologici a basso rischio, senza complicazioni, complianti a terapie e controlli (tipicamente ipertesi e/o diabetici e/o dislipidemici, che rappresentano la maggioranza dei cronici). 
Questa banale proposta di revisione della riforma è stata avanzata un anno fa e discende direttamente dalle PRATICHE SUL CAMPO di chi segue da decenni i cronici e ne conosce bisogni e priorità assistenziali. Di fatto la PiC dei MMG aderenti alla riforma è stata attuata con queste ragionevoli priorità cliniche, come dimostrano i dati di 18 mesi di arruolamenti, in modo per così dire inintenzionale. Ma tant'è, si è preferito insistere con  iper-soluzioni inutilmente complicate, farraginose, frutto di visioni acontestuali e avulse dalle BUONE PRATICHE consolidate degli anni, con i risultati che tutti possono valutare.

E dire che la prima versione della PiC promuoveva una ripartizione dei cronici opposta a quella attuata nella pratica, ovvero delegava ai MMG la SOLA gestione dei monopatologici semplici e non complicati, mentre quelli complicati e polipatologici dovevano passare dalle cure primarie al Gestore ospedaliero, specie quelli privati che si è ben guardati dall'assumersi tale onere. 
Nella realtà è successo esattamente il contrario di quanto prefigurato. L'istantanea che immortala l'evento è da questo punto di vista iconicamente eloquente: mancano i rappresentanti dei numerosi Gestori privati attivi in provincia - per la precisione 18 - che in teoria dovevano essere i protagonisti della PiC dei "complicati", come li definisce la cronaca, e che invece si sono sfilati subito dalla riforma.
Tra l'altro il comportamento dei MMG è stato etico: nella discrezionalità degli arruolamenti potevano attuare comportamenti opportunistici, tipo cream skimmin, ovvero di scrematura del mercato, arruolando i meno "complicati" ed impegnativi sul piano clinico-assistenziale
Invece hanno fatto il contrario dei compiti a loro affidati dalla riforma. Chapeau!

mercoledì 26 giugno 2019

Presa in carico dei cronici in Lombardia e privatizzazione della sanità. No, grazie!

Il prossimo 30 giugno verranno al pettine due nodi statistici che consentiranno, da un lato, di fare il bilancio consuntivo della PiC, a metà strada del percorso riformatore e, dall'altro, di avanzare una previsione per la seconda parte della riforma: mi riferisco ai dati sugli arruolamenti a 18 mesi dal via della PiC e all'adesione dei MMG agli incentivi del Governo Clinico 2019, volti ad incrementare gli arruolamenti dei pazienti. Insomma siamo al punto di svolta che deciderà il destino della riforma.

Un recente post su Salute Internazionale, lancia l'allarme sul rischio di privatizzazione della sanità in Lombardia; http://www.saluteinternazionale.info/2019/06/lombardia-pubblico-e-privato-a-confronto/

Per quanto riguarda la PiC la tendenza è completamente opposta. In antitesi rispetto al rischio di privatizzazione della cronicità, paventato ad esempio da Medicina Democratica un anno fa, gli ultimi dati sugli arruolamenti (febbraio 2019) sono inequivocabili: il ruolo dei Gestori privati è ancor più insignificante del già insignificante contributo dei Gestori pubblici all'arruolamento dei cronici. 

I PAI sono stati compilati per il 95% dai MMG e i restanti dai CM ospedalieri: a fine ottobre 2018, ultimi dati disponibili, i MMG delle 41 Coop attive sul territorio regionale hanno redatto 174.587 mentre ammontavano a 8720 quelli compilati dai Clinical Manager Specialisti dei 250 Enti Gestori accreditati, pubblici e privati, vale a dire il 4,75% del totale, in gran maggioranza da parte di Gestori ospedalieri pubblici (nel 2019 tale percentuale si assottiglierà ulteriormente per il venire meno dell'effetto propagandistico delle lettere di presentazione della PiC e per le probabili rinunce). I dati più recenti sono quelli dell'ATS di Brescia (1.160.000 residenti, 350807 cronici, 5 Coop di MG in attività, 18 Gestori accreditati, 4,5% di PAI compilati) al 31 gennaio 2019: i MMG hanno compilato 14592 PAI sul totale di 15045, mentre tutti i 18 Gestori pubblici e privati ne hanno totalizzati 453, ovvero il 3%.

Un'altro indicatore sensibile della propensione dei Gestori privati ad arruolare pazienti, e della speculare tendenza di costoro ad assecondare l'offerta di PiC, è il numero dei drop-out lungo l'accidentato processo di accettazione formale della riforma. Anche il percorso di adesione alla PiC registra un maggior numero di abbandoni tra chi contatta un Gestore ospedaliero, specie se privato, rispetto alle Cure Primarie: ad esempio a gennaio 2019, sempre nell’ATS di Brescia, su 20323 attivazioni del percorso hanno sottoscritto il Patto di Cura con un MMG delle 6 Coop 19023 conici, ovvero il 93%, mentre su 1705 contatti con uno dei 18 Gestori ospedalieri 816 sono stati i Patti raccolti dal CM specialistico, ovvero il 48% con una media di quasi 45 PAI e Gestore. 

Il caso limite è rappresentato da un ospedale no-profit cittadino a cui si sono rivolti 358 pazienti, ridottisi a 48 al momento della firma del Patto, cioè il 14% del totale. Il divario tra attivazioni del percorso e firma del Patto di cura presso i Gestori ospedalieri privati è così elevato da far ipotizzare un’operazione di cream skimming. Tra l'altro i Gestori pubblici e privati potevano godere a livello regionale di una "posizione dominante" di quasi monopolio su un bacino di oltre 1 milione e 500 mila di pazienti arruolabili, vale a dire i cronici in carico a quel 58% di MMG che non avevano aderito alla riforma e quindi non potevano aderire alla PiC se non tramite un Gestore ospedaliero.

Insomma, ai privati importa poco o nulla della Presa in Carico dei cronici, arruolati per la quasi totalità dai MMG in Cooperativa. E dire che l'intento della riforma era opposto, ovvero spostare i cronici dal territorio all'ospedale, specie quelli il cui medico non aveva aderito alla riforma. Le cose sono andate assai diversamente per la volontà, o per meglio dire per il disinteresse, dei diretti interessati.

martedì 4 giugno 2019

Guida al Governo Clinico aziendale 2019 per la PiC

Rispetto al testo dell’AIR regionale sottoscritto a fine aprile (si veda il PS) l’accordo aziendale dell’ATS di Brescia (in calce il link al testo) introduce alcune novità per quanto riguarda la percentuale della quota di Governo Clinico (da ora GC) corrisposta a chi partecipa alla PiC.

I MMG che aderiranno al progetto di chiamata proattiva dei cronici per la PiC vengono raggruppati in 4 categorie:

·         Gruppo 1: medici nuovi aderenti alla PiC nel 2019
·         Gruppo 2: medici aderenti nel 2018 che hanno arruolato meno del 30% di assistiti
·         Gruppo 3: medici aderenti nel 2018 che hanno arruolato almeno il 30% di cronici
·         Gruppo 4: medici aderenti nel 2018 che hanno arruolati più del 70% dei cronici

Compiti per tutti i gruppi: chiamata proattiva dei cronici diretta o tramite società di servizi per l’adesione alla PiC, valutazione ed eventuale revisione dell’elenco dei cronici che verrà inviato presumibilmente nel mese di luglio, aumento complessivo del numero dei PAI redatti e completamento degli stessi con l’introduzione delle indicazioni sulla prevenzione e della copertura vaccinale.

Tempi: adesione entro il 30 giugno 2019 con corresponsione del 50% della quota di GC entro fine luglio; per il raggiungimento dell’obiettivo verrà considerata l’attività svolta negli ultimi otto mesi (quindi dal mese di maggio in avanti); rilevazione al 31.12.2019 della percentuale dei PAI per la valutazione degli obiettivi per la corresponsione della seconda metà della quota di GC.

Compensi: variano dal 60 al 100% della quota di GC in relazione alla percentuale di pazienti arruolati e al gruppo di appartenenza del medico. Il compenso per il PAI passa da 10 a 15€/paziente.

L’impegno maggiore è senza dubbio quello richiesto ai MMG nuovi aderenti alla PiC nel 2019 (gruppo 1), che in meno di 6 mesi dovranno arruolare almeno il 30% dei propri cronici per ottenere il 100% della quota di GC (la percentuale scende al 75% con almeno il 15% di arruolamenti e al 60% con il 10%). Le percentuali della quota di GC del gruppo 2 sono analoghe, con un incremento per quanto riguarda il numero di adesioni richieste per rientrare nelle tre fasce del compenso (>15%, >20%, >30% degli arruolamenti).

Per i medici del gruppo 3 il parametro di valutazione considerato, ai fini della corresponsione della quota di GC, è il rinnovo dei PAI compilati nel 2018, completo di offerta vaccinale, negli 8 mesi dell’anno in corso, più un incremento di PAI tra i cronici non ancora arruolati che va dal 5 al 15%. Infine i medici del gruppo 4 di “eccellenza” dovranno rinnovare il PAI almeno al 70 e 60% di cronici per ottenere il 100% o il 75 della quota di GC, con il mantenimento della % di assistiti arruolati nel 2018 ma anche con un potenziale decremento dei PAI rispetto a quelli redatti nel 2018.

L'accordo aziendale per il GC non è stato sottoscritto dall'Intesa Sindacale per gli obiettivi difficilmente raggiungibili - a causa della complessità delle verifiche burocratiche ed amministrative richieste - a scapito dell'attività clinica del MMG, e per il carattere limitativo della correlazione tra obiettivo individuale e obiettivo aziendale.

COMMENTO

Gli obiettivi proposti dall'accordo aziendale sarebbero stati realistici se l'intesa fosse entrata in vigore all'inizio del 2019. Sono abbastanza irrealistici se si tiene conto che il periodo considerato per la parametrazione degli obiettivi è di soli 8 mesi e che l'arruolamento dei pazienti potrà iniziare solo dopo l'adesione formale e dopo la revisione degli elenchi dei pazienti cronici, specie da parte dei MMG aderenti nel 2019, che avverrà presumibilmente entro il mese di luglio.

Considerando inoltre il fisiologico rallentamento dell'attività nel periodo estivo resteranno poco più di 4 mesi per raggiungere gli obiettivi proposti dall'accordo, a meno di una proroga del termine ai primi mesi del 2019. Insomma un compito davvero improbo per tutti - tenuto conto che le procedure di adesione richiedono non meno di 30 minuti ad assistito e si sovrappongono alla campagna autunnale di vaccinazioni influenzali - tranne forse per i pochi che devono solo rinnovare i PAI già sottoscritti nel 2018.

E' probabile che le diverse soglie percentuali di corresponsione della quota di GC (60 e 75%) siano state introdotte a livello locale per far fronte alle obiettive difficoltà che avrà la maggioranza dei MMG a raggiungere il 30% di arruolamenti alla PiC previsti dall'AIR 2019 (nel 2018 a Brescia la media di PAI redatti dai i medici aderenti alla PiC è stata del 4,54% dei cronici arruolabili: in pratica tale percentuale dovrebbe essere perlomeno triplicata in pochi mesi per poter "incassare" almeno il 60% della quota di GC).

Infine se si considera l'impegno richiesto per la PiC rispetto a quello degli altri due progetti proposti dall'AIR regionale ed aziendale (campagna vaccinale e promozione degli screening) il confronto è decisamente sfavorevole alla PiC.

Al Link il testo completo dell'accordo: