http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=66181
Il fatto è che per accedere ai Centri e portare a termine il
percorso di disassuefazione è richiesto il pagamento di vari Ticket il che non
è certo un incentivo per i fumatori incalliti, spesso alle prese con problemi e
disagi socioeconomici. Per non parlare dell’accidentato percorso psicologico del
cambiamento irto di insidie, demotivazioni, rischi di abbandoni per
scoraggiamento o ricadute nel “vizio”.
Se a queste difficoltà di base si aggiunge pure la necessità di
sborsare cifre non irrilevanti per l’acquisto di farmaci che supportano il
percorso di disassuefazione, per giunta in tempi economicamente non floridi,
non si può certo dire che i centri antifumo siano un modello per accessibilità
e assenza di barriere ed ostacoli.
Insomma il percorso di “recupero” del tabagista non è proprio agevole, il che probabilmente spiega in parte lo scarso numero
di accessi ai centri. Tuttavia le conseguenze sanitarie, sociali ed economiche
del tabagismo, sia per l’individuo che per la collettività, sono troppo
rilevanti per lasciare le cose come stanno. "Fumare è un problema di sviluppo perché colpisce i più
vulnerabili già messi a dura prova dai sistemi sanitari, alimentando un
circolo vizioso di povertà e disuguaglianza" ha affermato il direttore
Generale dell’OMS.
Come rimediare a questa difficile situazione? Servirebbe una
specie di “riorientamento” complessivo dell’approccio alla dipendenza da
tabacco, a partire dalla definizione come una vera e propria malattia, con conseguente
rilascio dell’esenzione per patologia e il diritto ad accertamenti, prestazioni
specialistiche e farmaci gratuiti, come ad esempio l’accesso ai Centri senza
tickett e la prescrivibilità a carico del SSN delle molecole utili alla
disassuefazione. Se poi si volesse ricorrere anche all’incentivo economico in
positivo, perché non premiare con un bonus/benefit al termine del percorso di cessazione
il paziente che ce l’ha fatta?
Mi rendo conto che in tempi di vacche magre una simile proposta “rivoluzionaria”
non sia di facile attuazione per la sua radicalità. Forse una versione di
minore portata potrebbe avare qualche chance di successo. Almeno tre categorie
di pazienti fumatori già godono di una esenzione per patologia, che potrebbe comprendere
anche l’accesso ai centri e ai farmaci ”anti-fumo”, vale a dire coronaropatici/ipertesi
complicati, diabetici e bronchitici cronici/asmatici. Perché non estendere l’esenzione
dal pagamento dei ticket alla gamma di prestazioni correlate alla “lotta” al
tabagismo?
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