venerdì 7 settembre 2018

Presa in carico, come uscire dal vicolo cieco

I punti deboli della Presa in Carico dei pazienti cronici (PiC) sono emersi almeno su 3 fronti:
•             adesioni minoritarie dei MMG alle Coop, inferiori alla metà dei generalisti lombardi
•             numero insignificante di cronici arruolati dai Clinical Manager, specie tra i Gestori privati
•             sostanziale disinteresse per la cronicità delle strutture pubbliche e private

Di conseguenza lo scenario si è evoluto rispetto alle iniziali attese di efficacia della riforma, in particolare sul versante dei Gestori organizzati; la riforma ha scontato una tipica impostazione top-down per il disinteresse dei decisori pubblici verso la consultazione e il recepimento delle indicazioni di chi opera sul campo. Con i dati del semestre di arruolamento le criticità sono diventate evidenti conducendo la riforma in un vicolo cieco, dal quale si sta tentando di uscire con l’apporto propositivo degli ordini dei medici, consultati dall’assessorato in tavoli ad hoc.

Eppure la FIMMG lombarda a fine 2017 aveva prospettato una soluzione razionale, vale a dire la possibilità per i MMG non aderenti alla PiC di redigere il PAI per i propri assistiti cronici ( http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=57345 ). La regione rispondeva picche approvando la Delibera 7655 del 28 dicembre che introduceva la figura del Clinical Manager (da ora CM) proprio con un ruolo alternativo al MMG non aderente alla Coop, chiudendo ad ogni ipotesi di allargamento della PiC. La proposta sindacale di inserire nell'AIR la compilazione del PAI equivaleva a trasformare di fatto i MMG lombardi in cogestori, in attesa del prossimo ACN che dovrà attuare il Piano Nazional della Cronicità (PNC).

La richiesta sindacale ha avuto il merito di portare in primo piano il tema di una revisione dell'impianto normativo della PiC, in linea con l'impostazione dell'accordo ligure sulla cronicità e nella cornice del PNC. Le prime Delibere sulla PiC hanno sofferto fin dall’inizio di un’ambiguità di fondo, vale a dire la confusione tra sfera clinica e sfera organizzativa; con la quarta Delibera di fine dicembre 2017 tale ambiguità è venuta meno, nel senso che al CM del Gestore sono state affidate entrambe le funzioni, in sostituzione del MMG non aderente alla PiC.

Riprendendo un post di questo stesso blog, risalente alla fine del 2017, si può affermare che il superamento di questa sovrapposizione e dei rischi ad essa connessi è semplice: basta introdurre una chiara distinzione tra CONDUZIONE CLINICA della patologia e GESTIONE ORGANIZZATIVA, con la separazione dei ruoli dei diversi attori, adombrata dalla proposta della FIMMG. Basterebbe affidare la prima esclusivamente al MMG, tramite la compilazione del PAI, e la seconda al Gestore Organizzativo in qualità di erogatore e coordinatore delle prestazioni previste dal PAI.

In pratica, l'assistito polipatologico, dopo la compilazione del il PAI da parte del proprio MMG, potrebbe rivolgersi ad un GESTORE di sua scelta/fiducia per affidargli, previa sottoscrizione del patto di cura, il mandato di organizzare l’erogazione delle prestazioni, nel rispetto dei tempi e delle modalità previste dal Piano Individuale; in tal modo la conduzione clinica del caso resterebbe al MMG. Il CM non può che essere il medico che redige il PAI, ovvero il MMG titolare del monitoraggio degli indicatori clinico-strumentali di processo/esito della patologia, evitando la sovrapposizione confusiva con il Gestore organizzativo.

Al Gestore organizzativo, privato della parte clinica della PiC, spetterebbe la sottoscrizione del Patto di cura, la programmazione ed erogazione delle prestazioni del PAI, la rendicontazione informatica e il contatto con l’assistito per la puntuale esecuzione delle prescrizioni, tramite il call center. Il Gestore organizzativo avrebbe il vantaggio di affidare l’arruolamento dei cronici al MMG per poter più facilmente raggiungere quella massa critica di adesioni necessarie per conseguire l’equilibrio economico.

Gestore e MMG diventerebbero così partner ideali della PiC, ognuno dei quali è in grado di concentrarsi sul proprio punto di forza (la gestione clinica per il MMG e la gestione organizzativa per il Gestore) delegando viceversa all’altro il proprio speculare punto di debolezza (l’organizzazione per il MMG e la clinica per il Gestore). In tal modo il nuovo modello di PiC garantirebbe una razionale distinzione di ruoli, compiti e responsabilità tra i diversi attori, senza rischi di sovrapposizione od estromissione del MMG dalla gestione clinica dei propri pazienti cronici.

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