La campagna di delegittimazione a mezzo stampa della MG va avanti da oltre 2 anni con argomenti scontati e reiterati ormai in modo "ossessivo", palesemente sfasati rispetto alla realtà; basta pensare che con la carenza di medici sul territorio il 42% di quelli che restano superano il massimale di 1500 e molti arrivano ad avere 1800 assistiti e più. Eppure continua l'accusa di lavorare solo 15 ore la settimana, incurante di questi dati e indifferente all'oggettivo sovraccarico di domanda che converge sui medici rimasti in attività.
All'ennesima esternazione squalificante per i medici, che fronteggiano in prima linea un'ondata di accessi e prescrizioni che non ha precedenti nei mesi estivi, ha risposto la FIMMG bergamasca con una lettera pubblica di replica all'ennesimo tentativo di mettere sul banco degli imputati la MG, che in realtà svolge l'incomodo ruolo di parafulmene per le carenze, le disfunzioni e le contraddizioni del sistema che convergono nel front office territoriale di primo livello.
- a due anni dalla scadenza naturale ancora non si riesce a rinnovare un Acn con aumenti dei compensi ridicoli;
- ci si avvia verso la recessione e non si trovano le risorse minime, richieste dal ministro, per sostenere il rinnovo dei contratti e i costi fissi delle regioni avviate verso il deficit (alla richiesta di 4 miliardi in più per la sanità nel 2024 il ministro dell'economia ha già risposto picche);
- le zone carenti sul territorio restano tali per anni, i bandi per l'assegnazione dei posti vanno deserti e non tutte le borse per il Corso di formazione vengono assegnate (il termine per la presentazione delle domande è stato posticipato al 30 settembre, segno che fino ad ora ne sono arrivate meno del previsto);
- si registra un'uscita pensionistica anticipata dalla convenzione e dimissioni dalla dipendenza specie in PS;
- vengono tagliate di 1/3 le case della comunità e non si sa se verranno completate alla scadenza, che potranno al massimo accogliere un 1/4 dei professionisti dell'assistenza primaria,
- ammesso che si trovino volontari disposti a trasferirsi per non parlare delle zone carenti destinate a restare tali nei prossimi anniResta un mistero come sia possibile che in una quadro così critico e contraddittorio si ipotizzi il passaggio tout court alla dipendenza di 90mila professionisti sanitari convenzionati, senza una seria valutazione dei costi, dei tempi e delle procedure di un'operazione colossale sul piano normativo, burocratico, logistico e soprattutto finanziario.
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