lunedì 28 ottobre 2019

NUOVA NOTA AIFA SULLA VITAMINA D

Il testo della Nota 96 prevede la limitazione della prescrizione a carico del SSN dei farmaci (colecalciferolo, colecalciferolo/Sali di calcio, calcifediolo) con indicazione “prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D” nell’adulto (>18 anni) alle seguenti condizioni.
Prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D nei seguenti scenari clinici: 1-indipendentemente dalla determinazione della 25(OH) D - persone istituzionalizzate - donne in gravidanza o in allattamento - persone affette da osteoporosi da qualsiasi causa o osteopatie accertate non candidate a terapia remineralizzante (vedi nota 79) 2-previa determinazione della 25(OH) D (vedi algoritmo allegato) - persone con livelli sierici di 25OHD < 20 ng/mL e sintomi attribuibili a ipovitaminosi (astenia, mialgie, dolori diffusi o localizzati, frequenti cadute immotivate) - persone con diagnosi di iperparatiroidismo secondario a ipovitaminosi D - persone affette da osteoporosi di qualsiasi causa o osteopatie accertate candidate a terapia remineralizzante per le quali la 3-correzione dell’ipovitaminosi dovrebbe essere propedeutica all’inizio della terapia* - una terapia di lunga durata con farmaci interferenti col metabolismo della vitamina D malattie che possono causare malassorbimento nell’adulto * Le terapie remineralizzanti dovrebbero essere iniziate dopo la correzione della ipovitaminosi D.
P.S. Al link il testo completo: https://app.box.com/s/xa19nys4aottasosw0nsdyyg0efsxsid



domenica 20 ottobre 2019

Gioco d'azzardo e rischio di dipendenza di massa

Breve resoconto di un evento formativo organizzato dall'ATS di Brescia, con la partecipazione della Dott.ssa Daniela Capitanucci, sul Disturbo da Gioco D'azzardo ( http://www.andinrete.it/portale/ )

Tutto ha inizio con la finanziaria del 2003 che apre il "mercato" del gioco d'azzardo ai privati che vi possono accedere grazie alle concessioni regolate dal Monopolio di stato. Fino ad allora lo Stato aveva esercitato un ruolo esclusivo di controllore e di regolatore dell'offerta di azzardo legale per evitare gli effetti sociali del "vizio". Ma dal 2004, venuti meno i "freni" statali per contenere la propensione patologica al gioco, il mercato ha fatto da volano alla diffusione indiscriminata delle occasioni per scommettere denaro e sfidare il caso e la fortuna/sfortuna. In una prima fase il vantaggio per l'erario è stato consistente con percentuali di entrate dell'ordine del 30% su volumi di scommesse che superavano i 25 miliardi di €. Ma poi con il passare degli anni le giocate si sono impennate, raggiungendo i 106 miliardi annui di giro d'affari, mentre gli incassi dell'erario si sono assottigliati fino ad uno scarso 10% sul totale.

Nel frattempo però, grazie alla capillare diffusione delle slot, si sono moltiplicati i soggetti indotti a scommettere denaro per trarre un beneficio dal caso ed una parte di costoro si sono così trasformati in malati. Si è poi arrivati, da un lato, al riconoscimento della patologia da parte della psichiatria, con l'inserimento del Disturbo da Gioco d'Azzardo (DGA) tra le forme di dipendenza codificate dal DSM-V (si veda il PS), e dall'altro all'inserimento della patologia nei LEA con l'apertura dei servizi di diagnosi e cura all'interno dei SERT-NOA.

Le indagini epidemiologiche documentano che un 10% della popolazione adulta è dedita ai giochi d'azzardo con queste classi di rischio per lo sviluppo della dipendenza: basso 4,2, moderato 2,9%. I veri e propri dipendenti dal gioco d'azzardo arriverebbero al 3%, cifra consistente che porta ad un valore assoluto di 1 milione e 500mila giocatori "patologici". Si tratta in netta maggioranza di maschi che per un 35% circa rientrano nella fascia d'età tra 50 e 75 anni. Il dato italiano non ha riscontro con quelli di altre nazioni europee, dove i giocatori compulsivi non raggiungono l'1% della popolazione adulta. Inoltre al gioco d'azzardo legale e regolato bisogna aggiungere quello illegale, oggetto di lucro da parte delle organizzazioni criminali, e quello elettronico on-line sempre ed ovunque disponibile.

Non si deve pensare all'azzardo con l'immagine romantica del ricco ed incallito giocatore dedito alla roulette del casinò, che prevaleva nel secolo scorso. Accanto a questa tipica forma hard di azzardo esistono modalità più soft e più subdole di scommettere somme di denaro per sfidare la sorte: ad esempio i diffusissimi gratta e vinci possono trasformarsi in trappole di dipendenza quando l'uso continuativo e smodato eccede rispetto alle possibilità economiche del soggetto, che ne diviene così schiavo nel tentativo di rilanciare la scommessa per rincorrere le perdite. Anche il più diffuso gioco d'azzardo, come l'innocuo lotto della tradizione popolare, è cambiato per adeguarsi ai tempi ed assecondare la propensione compulsiva dei "disturbati": le estrazioni sono diventate plurisettimanali e quelle on-line addirittura pluriquotidiane, per consentire di rincorrere la perdita con nuove giocate in tempo reale.

A differenza di quanto si può immaginare la maggioranza dei "giocatori" non frequenta le apposite sale ma il bar, la tabaccheria o la ricevitoria sotto casa, dove ha l'occasione di trovare svariate proposte di gioco per scommettere tra un aperitivo/sigaretta e l'altra. Una volta entrato nella spirale dell'azzardo il giocatore si recherà all'altro capo della città o in un paese vicino per trovare un appartato retrobottega, in cui giocarsi la vita in solitudine e in completo anonimato. Per di più il DGA si associa spesso ad altre forme di dipendenza come quelle indotte dal tabacco o dall'alcool, oltre ad altri disturbi psichiatrici a partire dalla depressione e i disturbi d'ansia e compulsivi. Insomma nel bar, tabaccheria e ricevitoria dotato di angolo slot la domanda può trovare una gamma completa di offerta di dipendenze legali.

Le conseguenze del gioco patologico sono economiche - dalla dilapidazione del patrimonio, della pensione o della liquidazione fino all'indebitamento e alla rovina individuale e familiare - relazionali familiare fino alla separazione coniugale, morali per la trascuratezza nella responsabilità, ed anche la salute fisica individuale ne può risentire in modo evidente. Si può facilmente immaginare l'effetto devastante della dipendenza in una fase decennale di crisi economica, che ha indotto molti a sfidare compulsivamente la sorte nell'illusione di risollevare la propria condizione di disagio economico e sociale, innescando un perverso circolo vizioso.

A fronte di questo drammatico quadro epidemiologico e sociale i servizi non riescono ad intercettare, prendere in carico e curare che una piccola percentuale di "malati". Per compensare questo deficit gli operatori hanno promosso una maggiore informazione e sensibilizzazione dei MMG che, grazie al contatto e alla relazione continuativa con i propri assistiti, possono cogliere i sintomi del disagio emotivo e fisico manifestato del giocatore o riferito dai familiari, anche se non mancano reticenza e vergogna ad ammettere il disturbo e chiedere aiuto. In questi casi possono venire in aiuto i gruppi di auto-aiuto dei giocatori anonimi sul modello degli alcolisti. Il MMG può utilizzare alcuni questionari per la valutazione del disturbo, in particolare il più semplice che consta di 2 sole domande (si veda il PS) per poi inviare ai servizi i pazienti motivati, che peraltro vi possono anche accedere spontaneamente senza alcun filtro burocratico.

Il contrasto al DGA è portato avanti, in antagonismo con la normativa nazionale che ne ha indotto la diffusione e il radicamento, dalle amministrazioni pubbliche comunali o regionali, sulle quali pesano gli effetti perversi socio-patologici del gioco, e che tentano con iniziative legislative o regolatorie locali di contenere il fenomeno. La legge Lombarda del 2013, ad esempio, stabilisce una distanza minima degli esercizi commerciali con slot machine da luoghi sensibili come scuole, oratori, impianti sportivi etc... mentre quella piemontese del 2016 ha opportunamente esteso il concetto di "sito" sensibile a bancomat, compro oro, banche etc..

COMMENTO

Il fenomeno del Gioco d'azzardo, sia patologico che "normale", è un esempio paradigmatico dei paradossi generati dalla società occidentale: da un lato se ne incentiva la diffusione, con il venir meno dei freni inibitori sociali che erano attivi in precedenza per contenerlo, e dall'altro si medicalizza il fenomeno come se fosse un dato biologico "naturale" e quasi inevitabile e non invece un prodotto di interessi economici, sofisticate strategie di marketing neurobiologico e sintomo/acceleratore di deriva sociale, valoriale e culturale. Rasenta la schizofrenia istituzionale l'impegno delle istituzioni locali per prevenire, contrastare e recuperare i danni e gli effetti perversi prodotti dalle deliberazioni del legislatore nazionale, responsabile dell'incentivazione di massa del gioco d'azzardo di cui pagano le conseguenze le parti più deboli delle società.

Sugli effetti "collaterali" della liberalizzazione ludica e della dipendenza di massa conta peraltro l'erario per rimpinguare le esauste casse statali, salvo poi stanziare risorse per la cura e il recupero dei dipendenti. Per non parlare dei circoli viziosi economici dovuti alla difficoltà di modificare le norme nazionali "socio-patogene" per la mancanza di coperture finanziarie alternative al venire meno del gettito e le paventate conseguenze sull'occupazione del settore, evocate ad arte dai concessionari per difendere colossali interessi economici.

P.S. Criteri, questionario diagnostico e normative regionali.

1-CRITERI DIAGNOSTICI DSM-V (2013)

Comportamento problematico persistente o ricorrente legato al gioco d'azzardo che porta disagio o compromissione clinicamente significativi, come indicato dall'individuo che presenta quattro o più delle seguenti condizioni entro un periodo di 12 mesi:

1. Il soggetto ha bisogno, per giocare d'azzardo, di quantità crescenti di denaro per ottenere l'eccitazione desiderata
2. Il soggetto è irrequieto o irritabile se tenta di ridurre o di smettere di giocare d'azzardo
3. Il soggetto ha fatto ripetuti sforzi infruttuosi per controllare, ridurre o smettere di giocare d'azzardo
4. Il soggetto è spesso preoccupato dal gioco d'azzardo

5. Il soggetto spesso gioca d'azzardo quando si sente a disagio
6. Il soggetto dopo aver perduto denaro al gioco d'azzardo, spesso torna un'altra volta per ritentare (
CHASING)
7. Il soggetto mente per occultare l'entità del coinvolgimento nel gioco d'azzardo
8. Il soggetto ha messo in pericolo o perduto una relazione significativa, il lavoro, opportunità di studio e di carriera a causa del gioco d'azzardo
9. Il soggetto conta sugli altri per procurare il denaro necessario a risollevare situazioni finanziarie disperate causate dal gioco d'azzardo

 
Criteri di gravità attuale:Lieve (4-5 criteri)Moderata (6-7 criteri)Grave (8-9 criteri)

2- Il Lie/Bet Questionnarire
E’ un test estremamente semplice che valuta con risposte binarie (sì, no).
I criteri presi in esame sono:
  • Tolleranza: “Ha mai sentito l’impulso a giocare somme di denaro sempre maggiori?”;
  • Menzogna: “Si è già sentito di dover tenere nascosta l’entità del suo giocare a quelli che gli stanno più vicino?”.
Risultati: con almeno un criterio con 1 sì si ha il pericolo di essere in zona di gioco d’azzardo problematico. Il test non consente alcun approfondimento dell’esaminato non distinguendo nemmeno tra livello di gravità del problema.

3- La normativa lombarda del 2013 prevede:
  • L’individuazione di “luoghi sensibili” (es. istituti scolastici, luoghi di culto, impianti sportivi) e la conseguente distanza massima permessa per una nuova collocazione di ap­parecchi per il gioco d’azzardo (d.g.r. n. 1274 del 24 gennaio 2014)
  • L’agevolazione fiscale per gli esercenti che provvedano volontariamente alla completa disinstallazione degli apparecchi da gioco (D.g.r. 14 febbraio 2014 - n. X/1362)
  • L’obbligo formativo dei gestori delle sale da gioco e dei locali per il gioco d'azzardo lecito, mediante corsi finalizzati alla conoscenza e alla prevenzione dei rischi connessi al gioco d’azzardo patologico e alla conoscenza gene­rale della normativa in materia di gioco d’azzardo lecito (art. 9 l.r. n. 8 del 21 ottobre 2013)
  • Gli obblighi a carico dei gestori degli esercizi, in cui sono installati più di tre apparecchi per il gioco d'azzardo lecito e le relative sanzioni amministrative (r.r. n. 5 del 16 dicembre 2014 e modifiche)
Per maggiori informazioni  http://www.noslot.regione.lombardia.it




4- Norme introdotte in Piemonte dalla Legge Regionale 9/2016.




La legge detta norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico per tutelare le fasce più deboli e maggiormente vulnerabili della popolazione e contenere l'impatto delle attività connesse all'esercizio del gioco lecito sulla sicurezza urbana, sulla viabilità, sull'inquinamento acustico e sulla quiete pubblica. Le varie azioni tendono a:
  • prevenire e contrastare il gioco d'azzardo in forma problematica o patologica
  • a offrire trattamento terapeutico e di recupero ai soggetti che ne sono affetti ed al supporto delle loro famiglie
  • diffondere e divulgare l'utilizzo responsabile del denaro attraverso attività di educazione, informazione, divulgazione e sensibilizzazione
  • rafforzare la cultura del gioco misurato, responsabile e consapevole
  • stabilire misure volte al contenimento dell'impatto negativo delle attività connesse alla pratica del gioco sul tessuto sociale, sull'educazione e formazione delle nuove generazioni.

venerdì 11 ottobre 2019

Il dott. Knoch sbarca al Foro Italico

Nel'ultimo mese si è riacceso il dibattito sulla prevenzione in medicina, intesa come esecuzione di esami diagnostici, test clinici e prestazioni in persone sane e asintomatiche per valutarne lo stato di salute o la presenza di fattori di rischio e far emergere i primi segni di una malattia misconosciuta o asintomatica. Lo strumento principale a cui si ricorre per queste finalità è il cosiddetto check-up periodico, che può variare dal semplice prelievo ematico per valutare alcuni fattori di rischio all'esecuzione in poche ore di numerosi accertamenti diagnostici e visite specialistiche in ambiente ospedaliero.

Il caso ha voluto che nello stesso giorno, il 24 settembre scorso, GIMBE abbia preso una posizione critica sui Check-Up periodici, per mancanza di benefici, rischio di sovradiagnosi, sovratrattamento e sprechi di risorse pubbliche e private, e contemporaneamente il supplemento Salute de La Repubblica dedichi 2 pagine alla promozione degli stessi Check-up nelle farmacie private, esaltandone il ruolo di "presidi per la prevenzione e la salute":  http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=77129&fbclid=IwAR36EM8u-LgX9sJyXdiv7LDRP77NiH34DqZpqalxlhmaAFYhKbAb-1tDFto 

Passano poche settimane e sullo stesso giornale on-line Antonio Bonaldi, presidente di Slow Medicine, critica "la 9° edizione di Tennis & Friends dove famosi personaggi del mondo della cultura, dello sport e dello spettacolo intratterranno il pubblico in attesa di effettuare check-up gratuiti e visite specialistiche". Gli argomenti sono gli stessi: mancanza di prove scientifiche sull'efficacia preventiva di simili iniziatiche che, al contrario, possono favorire sovra-diagnosi e sovra-trattamenti oltre ad alimentare un clima sociale ansiogeno e di eccessiva preoccupazione verso la salute/malattia: http://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=77674&fbclid=IwAR2YYaPq_l8RsezayYCZ70q2uLTKDAbalsyk_75Z8pRH3Yi5xNS-x6Vdmv0

In tema di iniziative "promozionali" in medicina viene subito alla mente la figura di Jules Romain, romanziere e commediografo francese che negli anni venti del secolo scorso scrisse la commedia satirica “Knoch o il trionfo della medicina”, rappresentata a Parigi nel dicembre 1923 con un immediato successo di pubblico. La pièce è abbastanza nota nell'ambiente medico, venendo spesso citata come esempio di invadenza sociale o, come si dice spesso, di autoreferenzialità della medicina. Romain anticipa con la preveggenza del grande artista e lo spirito satirico à la Moliere la medicalizzazione di fine secolo, oggetto di critiche negli anni settanta per la sua invadenza sociale, fino al rischio di indurre effetti perversi in quella "nemesi medica" descritta dal sociologo Ivan Illich. 

La commedia racconta la metamorfosi socio-antropologica indotta dall'arrivo a Saint-Maurice del giovane e intraprendente dott. Knoch, giunto nel paese per rilevare la clientela del vecchio medico di campagna dott. Parparlaid andato in pensione. Grazie ad una azzeccata campagna di marketing il brillante professionista, in sinergia con farmacista e maestro del paese, riesce nell'impresa di mettere letteralmente a letto gli abitanti di Saint-Maurice. Il suo slogan è folgorante: "I sani sono dei malati che si ignorano". Lo strumento del cambiamento è la ridefinizione del binomio salute/malattia, in virtù di uno spostamento di accento sul secondo termine e su quelli che oggi definiremmo rischi di malattia. 
Ecco un florilegio del Knoch-pensiero: 
  • "Da parte mia, non conosco che persone più o meno colpite da malattie più o meno numerose, a evoluzione più o meno rapida"; 
  • “ritengo che, malgrado tutte le tentazioni contrarie, noi dobbiamo lavorare alla conservazione del malato”; 
  • "per me un medico che non può appoggiarsi ad un farmacista di prim'ordine è un generale che va in battaglia senza artiglieria". 
La strategia di Knoch è, considerata l’epoca, una vero colpo di genio: in pratica riserva un ambulatorio per gli abitanti del paese, con visite interamente gratuite per "spirito filantropico", al fine di "arginare il progresso inquietante di malattie di ogni genere che invadono da qualche anno le nostre regioni una volta così salubri", poiché niente lo irrita "come quell'essere né carne né pesce che voi chiamate essere sano". Il successo è immediato e unanime; dopo il grigiore professionale del dott. Parparlaid, finalmente “l’età medica può cominciare”.

L’astuta strategia promozionale vince le resistenze dei dubbiosi e avari abitanti del villaggio; grazie ad un pomposo linguaggio Knoch convince la gente a farsi curare malattie immaginarie finchè, alla fine della commedia, la locanda del paese si trasforma in un ospedale affollato di degenti. Così il dinamico filantropo contempla, soddisfatto di se, il paese "tutto impregnato di medicina, animato e percorso dal fuoco sotterraneo della nostra arte”. Sembra proprio la descrizione ante litteram del pervasivo impatto sociale della medicina di fine millennio. 

Per la verità una differenza con l'odierno scenario c'è: all'inizio del secolo la carta vincente di Knoch era lo sguardo indagatore che gettava una luce jatrogena sulla supposta salute degli ignari e potenziali pazienti portatori di germi letali a loro insaputa; oggi il pendolo del binomio salute\malattia pende dalla parte del primo termine, alimentando con la lotta a subdoli fattori di rischio e con la prevenzione una nuova cultura della salute, del benessere, della forma fisica e del "potenziamento" a tutti i costi, a tratti ossessiva e altrettanto pervasiva.

C’e’ nella commedia un episodio che spiega meglio delle analisi sociologiche la scarsa visibilità della medicina generale di oggi, a cui fa ombra la tecnomedicina "trionfante" del nuovo millennio. La domestica della locanda, folgorata dalla scienza di Knoch, addirittura non riconosce il dott. Parparlaid tornato a Saint-Maurice per far visita al collega a pochi mesi dalla “rivoluzione” sanitaria. Non solo ma la donna estende la sua scotomizzazione ai servizi medici dell'era pre Knoch, affermando in modo disarmante: "Non sapevo che ci fosse stato qui un medico prima del dott. Knoch". 

Ecco alcune scene della commedia: i protagonisti sono il rampante Knoch che giunge nella condotta retta dall'anziano dott. Parpalaid, in procinto di "cedere" la clientela al brillante collega cittadino, fresco di studi.

1) Il limiti della medicina e la dimensione contrattuale

-Knock: (...) Parlando tra di voi del dottor Parpalaid, che parole usavate?
-Annunciatore: Dicevamo: "È un brav'uomo, ma non troppo forte".
-Knock: Davvero!
-Annunciatore: Quando andavamo da lui per una visita non trovava.
-Knock: Cos'è che non trovava?
-Annunciatore: Quello che avevate. Nove volte su dieci, vi congedava dicendo: "Non è nulla, domani starete benissimo amico mio". (...) E poi vi indicava rimedi da quattro soldi; a volte una semplice tisana. Capirete bene che la gente, pagando 8 franchi per una consultazione, non gradisce poi ricevere rimedi da quattro soldi.

2) Dalla visita occasionale al cliente abituale

-Mme Parpalaid: La gente qui viene giusto ogni tanto per una consultazione.
-Knock: Cosa?
-Mme Parpalaid: Ma si.
-Knock: E allora, come fate con i clienti regolari?
-Mme Parpalaid: Quali clienti regolari?
-Knock: Ma come! Quelli che visitate più volte alla settimana, o più volte al mese?
-Mme Parpalaid (al marito): Hai sentito cosa ha detto il dottore? Clienti come dal panettiere o dal macellaio? Il dottore è come un debuttante. Si fa delle illusioni.

3) L'era della medicina contro le superstizioni

-Knock: Le donne sono molto pie? (il dottor Parpalaid si mette a ridere) La domanda per me ha una certa importanza.
-Mme Parpalaid: Molte vanno a messa.
-Knock: Ma Dio, occupa uno spazio importante nei loro pensieri quotidiani?
-Mme Parpalaid: Ma che idea!
-Knock: Perfetto! (riflette) Non ci sono grandi vizi? (...) Oppio, cocaina, messe nere, sodomia, convinzioni politiche? (...) nell'ordine delle sette, delle superstizioni, di società segrete?
-Mme Parpalaid: Per un periodo alcune dame hanno fatto dello spiritismo (...) ci si riuniva dalla moglie del notaio e si faceva parlare il guaritore.
-Knock: Male, male. Detestabile.
-Mme Parpalaid: Ma credo che abbiano smesso.
-Knock: Ah sì? Tanto meglio! E stregoni, taumaturghi, pastori odoranti di capra che guariscono imponendo le mani?
-Mme Parpalaid: Prima forse, ora non più.
-Knock: (camminando e fregandosi le mani) Bene! Finalmente l'età della medicina può cominciare.

4) La campagna di prevenzione...

-Knock: "È scientificamente dimostrato, chiaro come la luce, in seguito a casi osservati, che si può tranquillamente andare in giro con un fisico robusto, la lingua rosa, un appetito eccellente, ed ospitare nelle più remote pieghe del proprio corpo trilioni di bacilli di grande virulenza, e capaci di infettare un comprensorio intero. Forte della teoria e della mia esperienza, ho il diritto di sospettare anche il primo venuto di essere un portatore di germi. Voi ad esempio, non c'è nulla che mi provi che non ne siate uno". (...)
-Bernard: "Voi pensate che io, dottore, sia un portatore di germi?".

5) Knock e l'ossessione per la diagnosi

-Knock: Cosa volete! Questo accade anche mio malgrado. Appena mi trovo di fronte a qualcuno non posso evitare che una diagnosi nasca in me... anche se è totalmente inutile e fuori luogo. (Confidenzialmente) Al punto che, da qualche tempo, evito anche di guardarmi allo specchio.

mercoledì 9 ottobre 2019

PiC Lombardia e ATS di Brescia: confronto PAI tra febbraio e settembre 2019

Il sito Fanpage di Milano ha divulgato gli ultimi dati sulla Presa in Carico (PiC) dei cronici in Lombardia, di non facile interpretazione in quanto disomogenei, approssimati e in alcuni casi
contraddittori: https://milano.fanpage.it/malati-cronici-in-lombardia-la-riforma-di-maroni-non-decolla-solo-un-paziente-su-dieci-ha-aderito/
Stando alle dichiarazioni dell'assessore, riportate nell'articolo, su base regionale vi sarebbe stato una aumento del 34,7% dei PAI compilati rispetto all'autunno 2018 (i dati in dettaglio nella tabella), vale a dire da 183mila a 246mila circa al settembre 2019 (a febbraio i PAI compilati erano 215.455 secondo i dati ufficiali della regione, si veda la tabella in calce).
La tabella propone il confronto tra i PAI compilati al febbraio 2019 (veda link precedente)
e quelli del settembre scorso, parzialmente dedotti dall'articolo di Fanpage.
Le attivazioni del percorso sono state 326.473 su 3.057.558 lettere inviate e comples-sivamente sono stati arruolati con PAI l'8% dei cronici lombardi con un +2% rispetto all'ottobre 2018. Nella tabella il dettaglio dei PAI redatti nelle varie ATS.
PAI redatti
MI
Varese
Sondrio
BG*
Monza*
Pianura
PV
BS*
Totale
Feb 2019
41219
49255
13117
24647
51262
17254
3489
15222
215455
Sett 2019
42000
52000
14000
30000
61000
22000
5000
20000
246000
Differenza
+1,8%
+5,6%
+6.7%
+21%
+19%
+27%
+4.3%
+26%
+14%
*I dati delle ATS di Bergamo e Brianza sono presuntivi, sulla base di precedenti comunicazioni locali:https://curprim.blogspot.com/2019/08/stima-delle-adesioni-alla-pic-in.html

La tabella successiva riporta i PAI sottoscritti dai MMG dell'ATS di Brescia al 30 settembre 2019 - riferiti a 350.807 cronici su circa 1.165.000 residenti - e la stima a livello regionale. 
PAI ATS di BS
PAI ATS BS %
MMG aderenti
PAI Lombardia
Al 12.2.2019
15.222
4,33% 
327 (47%)
215.455 (6,9%)
Al 31.8.2019
19.903 
5,67%
288 (44%)
246.000 (8,0%) 








·               I MMG che a Brescia hanno aderito alla Presa in Carico (PiC) sono passati da 327 nel 2018 a 288 nel 2019, con una calo del 12%, mentre non partecipano alla riforma 392 MMG su 707 MMG in attività, ovvero il 56%. 
·                    26 MMG, vale adire il 3,3%, aderiscono alla PiC in forma singola, a seguito dell'intesa tra Regione e Federazione regionale degli ordini dell'ottobre 2018. Le adesioni dei MMG variano, nei 3 distretti in cui è suddivisa l'ATS, dal 47% del Garda al 37% della Franciacorta con la città al 38%. 
·                  Nel primo quadrimestre del 2019 sono stati redatti in media 500 nuovi PAI/mese, che sono diventati mediamente 2500 nel successivo quadrimestre, per la somma tra nuovi PAI e rinnovi di quelli sottoscritti nel 2019 (i PAI sono considerati attivi fino a 90 giorni dopo la loro scadenza annuale).


A fianco e di seguito i dati ufficiali comunicati dalla regione al giugno 2018 e febbraio 2019.

giovedì 26 settembre 2019

Ultimi dati sulla PiC nell'ATS di Brescia

La tabella riporta i PAI sottoscritti dai MMG dell'ATS di Brescia al 30 settembre 2019 - riferiti a 350.807 cronici su circa 1.165.000 residenti nell'ATS - e la stima a livello regionale. 



PAI ATS di BS

PAI  ATS  di BS in %MMG aderentiPAI Lombardia in %
Al 12.2.201915.2224,33% 327 (47%)215.455 6,9%
Al 31.8.201919.903 5,67%288 (44%)

247.000 8,0% 
  • I MMG che hanno aderito alla Presa in Carico (PiC) sono passati da 327 nel 2018 a 288 nel 2019, con una calo del 12%, mentre non partecipano alla riforma 392 MMG su 707 MMG in attività, ovvero il 56%
  • 26 MMG, vale adire il 3,3%, aderiscono alla PiC in forma singola, a seguito dell'intesa tra Regione e Federazione regionale degli ordini dell'ottobre 2018. Le adesioni dei MMG variano, nei 3 distretti in cui è suddivisa l'ATS, dal 47% del Garda al 37% della Franciacorta con la città al 38%. 
  • Nel primo quadrimestre del 2019 sono stati redatti in media 500 nuovi PAI/mese, che sono diventati mediamente 2500 nel successivo quadrimestre, per la somma tra nuovi PAI e rinnovi di quelli sottoscritti nel 2019 (i PAI sono considerati attivi fino a 90 giorni dopo la loro scadenza annuale).
  • I MMG hanno compilato in media 60 PAI a testa; il 10% ha redatto più di 200 PAI, con un numero massimo di 550, mentre. Gli 11 Gestori ospedalieri della provincia hanno redatto complessivamente 361 PAI, vale a dire l'1,2% sul totale dei cronici arruolabili; rispetto ai 453 registrati al 31 gennaio vi è stata una flessione del 20%
  • Rispetto al 30 giugno scorso, data di entrata in vigore degli incentivi del Governo Clinico 2019 per la PiC, i PAI sono passati da 16516 a 17325, con  un incremento di 809, pari al 5%, in linea con la media registrata nei primi mesi dell'anno.
Se il terzo quadrimestre del 2019 dovesse confermare l'andamento dei primi due i PAI sottoscritti in ATS Brescia a fine anno potrebbero arrivare a 20000-22000 mentre a livello regionale potrebbero attestarsi attorno a 260-280 mila.

La riforma resta sostanzialmente al palo anche nel 2019 per numero di PAI redatti nel 2019 dai MMG (+0,9% in 8 mesi), probabilmente per l'impegno dovuto alla sovrapposizione tra rinnovo dei vecchi PAI e sottoscrizione dei nuovi; invece arretra rispetto al 2018 sia per numero di MMG aderenti alla riforma (diminuiti di 38 unità, vale a dire del 12%) sia per i PAI sottoscritti dai Clinical Manager ospedalieri, che registrano un -20%.

sabato 24 agosto 2019

"Chi va più dal medico di base? Il mondo in cui ci si fidava del medico è finito!"

"Nei prossimi 5 anni mancheranno 45 mila medici di base, ma chi va più dal medico di base, senza offesa per i professionisti qui presenti?. Nel mio piccolo paese vanno a farsi fare la ricetta medica, ma chi ha almeno 50 anni va su internet e cerca lo specialista. Il mondo in cui ci si fidava del medico è finito". E' l'autorevole opinione dell'ex sottosegretario Giancarlo Giorgetti, esternata durante il suo intervento al Meeting di Rimini del 23 agosto: https://www.adnkronos.com/salute/sanita/2019/08/23/giorgetti-nessuno-piu-dal-medico-famiglia_hZzV6eTZ6Bitz0NFg6W4lK.html?refresh_ce

Le affermazioni del Giorgetti riflettono un'opinione diffusa tra la "casta" politica abituata a trattamenti esclusivi e appunto "castali", tipo quelli riservati alla nomenklatura ai tempi del socialismo reale nelle cittadelle del potere sovietico. Da qui la convinzione che gli studi medici siano solo dei grigi ricettifici in cui si svolge una professione ormai obsoleta e residuale. Dalla squalifica pubblica di un'intera categoria professionale all'ipotesi della massa in liquidazione di un comparto del SSN, ormai irrilevante, il passo è breve. Ergo, perchè rinnovare un ACN dopo "solo" 10 anni di vacanza contrattuale? Per quel che vale/conta il "medico di base", trascrittore acefalo delle prescrizioni altrui, non vale proprio la pena di sprecare altre risorse per rinnovare contratti! 

Se solo gli ultra 50enni fossero in grado di interpellare il dott. Goggle anche loro probabilmente si rivolgerebbero direttamente allo specialista, senza perdere tempo nei ricettifici di base. Il fatto è che i 3/4 dei frequentatori degli studi medici - nonchè consumatori di prestazioni sanitarie - sono pazienti cronici e in particolare ultra 65enni, polipatologici, fragili, invalidi, disabili etc.. (si veda i dati del PS). Ecco, a questo proposito, come hanno reagito i compaesani del sottosegretario Giorgetti al pensionamento di uno dei medici del paese: non si sono rivolti al dott. Goggle ma si sono mobilitati per avere un sostituto: https://www.varesenews.it/2019/07/medico-base-va-pensione-cazzago-brabbia-inarzo-subbuglio/840732/

Come dare torto al sottosegretario Giorgetti, papabile prossimo Commissario UE? Erano del la stessa opinione i policy maker della regione Lombardia che, proprio due anni fà, licenziarono la riforma destinata a favorire la Presa in Carico dei pazienti cronici da parte delle strutture specialistiche. La motivazione per incentivare il passaggio dei cronici dal territorio all'ospedale era il giudizio lapidario, solo un po' più articolato rispetto a quello del sottosegretario, contenuto in un documento regionale del 2011: «la realtà dei fatti ha mostrato che l’attuale organizzazione delle cure primarie manca delle premesse contrattuali e delle competenze cliniche, gestionali ed amministrative richieste ad una organizzazione che sia in grado di garantire una reale presa in carico complessiva dei pazienti cronici al di fuori dell’ospedale» .

Ebbene, a metà strada del percorso triennale di Presa in Carico della cronicità gli specialisti delle strutture pubbliche e private della Lombardia hanno compilato meno del 5% dei Piani Assistenziali Individuali previsti dalla riforma, a fronte del 95% redatto dai medici di MG. Evidentemente i più assidui frequentatori degli studi medici si fidano ancora del proprio medico e non si affidano alla cure specialistiche proposte dalla Regione:  https://curprim.blogspot.com/2019/06/presa-in-carico-dei-cronici-in.html

P.S. Rapporto Health Search 2017:  https://report.healthsearch.it

I CONTATTI CON GLI ASSISTITI

In tutti gli anni osservati si nota un graduale e costante incremento del carico di lavoro, con un raddoppio tra il 2006 e il 2016 (da 5,5 contatti/paziente/anno nel 2006 a 9,9 contatti/paziente/anno nel 2016). Questo andamento è comune sia tra i pazienti di sesso femminile (da 6,2 contatti/paziente/anno nel 2006 a 10,9 contatti/
paziente/anno nel 2016), sia per quelli di sesso maschile (da 4,9 contatti/paziente/ 
anno nel 2006 a 8,9 contatti/paziente/anno nel 2016).


In tutti gli anni considerati (2006-2016) la maggior parte dei contatti medicopaziente è rappresentata dalle visite di tipo “ambulatoriale” seguite dalla “richiesta di farmaci e prestazioni”. Il peso delle visite ambulatoriali sul totale dei contatti medico-pazienti è diminuito progressivamente negli ultimi anni, andando dal 74% del 2011 al 54% del 2016. A questo andamento si contrappone la quota di contatti per effettuare una richiesta di farmaci e prestazioni, che è aumentata considerevolmente dal 17% del 2011 al 37% del 2016. Infne, le visite domiciliari, così come le telefonate al paziente o altri tipi di prestazioni (es. consultazione cartelle cliniche) rappresentano una percentuale più bassa del carico di lavoro complessivo del MMG in tutti gli anni considerati.

Il numero medio di contatti annuali registrati nel 2016, stratifcato per fasce di età e sesso, cresce all’aumentare dell’età dei pazienti in entrambi i sessi, fno a raggiungere 23,9 contatti/paziente/anno per gli uomini ultra 85enni e 22,4 contatti/paziente/anno per le donne della stessa fascia d’età. Inoltre, mentre il numero di contatti/paziente/anno delle donne è superiore a quello degli uomini nelle fasce
d’età più giovani, dopo i 74 anni si osserva un’inversione, con gli uomini che fanno registrare un maggior numero di contatti rispetto alle donne. L’analisi per area geografca indica un numero di contatti maggiori per i MMG che operano nel Centro-Sud (in particolare, Umbria e Puglia per l’anno 2016).