La torrida estate 2022 ha registrato segnali preoccupanti su diversi fronti caldi sanitari, ripetutamente segnalati dalle cronache giornalistiche e così sintetizzabili:
- la paralisi della sanità calabrese che ha lanciato un SOS a 500 specialisti cubani per evitare il naufragio del SSR;
- l'aggravarsi della crisi endemica dei PS, lasciati a se stessi, che genera esiti paradossali: da un lato l'uscita di scena di numerosi medici, stremati da turni e stress, e dall'altro l'offerta delle Cooperative che a copertura dei buchi d'organico incassano fino a1000 Euro a turno;
- la carenza di medici della cure primarie sul territorio che di mese in mese si accentua per il combinato disposto tra pensionamento anticipato degli ultra sessantenni, causa incertezze sul futuro impegno nelle Case della Comunità, e crisi vocazionale del settore;
- il deficit di operatori sanitari riguarda anche le RSA alle prese con un difficile equilibrio gestionale tra aumento dei costi e piante organiche vacanti che si riflette sui carichi di lavoro di chi rimane in attività;
- infine sul versante infermieristico viene segnalato un vuoto negli organici che supera le 65mila posizioni.
Ad esempio il caso della Lombardia è forse quello più eclatante sul fronte della medicina del territorio, anche se le altre regioni del Nord non se la passano meglio: su una poloplazione teorica di 7500 tra MMG e PLS i posti vacanti sono 1200 circa, cifra destinata a cresce nei prossimi mesi fino ad interessare probabilmente il 20% dei cittadini lombardi. La regione è corsa ai ripari con una soluzione pratica: l'AIR 2022 firmato a ferragosto ha introdotto vari incentivi (dall'aumento del massimale a 1800 scelte all'incremento delle indennità per i collaboratori) e l'attivazione di Ambulatori medici temporanei (AMT) nei giorni feriali rivolti ai cittadini cui non è possibile assegnare un medico. Tutti i medici del ruolo unico che opereranno in tali ambulatori saranno retribuiti con la quota oraria di € 40, previo specifico provvedimento regionale che conterrà le modalità di attivazione e gestione del nuovo servizio. Vista la perdurante carenza di MMG e medici di CA e il conseguente sovraccarico di lavoro di chi resta in servizio non sarà facile reperire un numero adeguato di professionisti per seguire le centinaia di migliaia di pazienti senza assistenza primaria. Nell'AIR non vengono specificate le modalità di reclutamento ma è probabile che si dovrà ricorrere alla proposta di rientro in servizio per i pensionati, come è peraltro si è già augurata la regione Lazio.
In questo panorama non certo confortante, a cui si aggiungono i contraccolpi economici e finanziari della guerra che mettono pure in dubbio l'attuazione del PNRR, sono stati presentati i programmi elettorali dei partiti e delle coalizioni che comprendono le proposte per la sanità pubblica. Il caso Calabria è solo la proverbiale punta dell'iceberg di un disagio diffuso tra i professionisti per il generalizzato gap tra una domanda crescente e un'offerta scarsa che attanaglia tutto il sistema sanitario. Ebbene, dai programmi elettorali ci si potrebbe aspettare una particolare attenzione verso i nodi
problematici che soffocano il sistema ospedaliero e la rete
sociosanitaria territoriale, sopra schematizzati, in particolare per le categorie professionali a più diretto contatto con la società e le esigenze della popolazione.
La lettura dei programmi elettorali è a dir poco deludente per genericità e vaghezza delle proposte, come si può verificare nella rassegna in calce al post, a fronte di problemi pratici, concreti ed urgenti. Per alcuni partiti il paragrafo sulla sanità si limita a pochi punti schematici, in forma di slogan e di buoni propositi, mentre in altri casi è più articolato ma sempre all'insegna dell'aspecificità e della fumosità.
Le questioni più urgenti, elencate all'inizo, non vengono prese in considerazione oppure lo sono ma solo con enunciazioni di principio o poco più che auspici. Insomma il panorama di proposte sanitarie per le prossime elezioni non è entusiasmante, per usare un eufemismo, e segnala la distanza tra l'urgenza dei problemi e la percezione del ceto politico. Oppure si tratta di una deliberata vaghezza che rivela l'impotenza ad affrontare questioni complesse e correggere errori che si sono sedimentati nei decenni; insomma non si intravvedono soluzioni ragionevoli sul breve periodo per contraddizioni sistemiche che continueranno a concentrarsi in alcuni servizi più che in altri, con inevitabili ripercussioni sul resto del sistema di cui faranno le spese cittadini ed operatori, e non solo metaforicamente.
MSS: DALLA PARTE DELLA SALUTE:
IL DIRITTO UNIVERSALE ALLE CURE, PER UNA SANITÀ TERRITORIALE E NAZIONALE
- BASTA INTERFERENZE DELLA POLITICA NELLE NOMINE DEI DIRIGENTI SANITARI
- RIFORMA TITOLO V DELLA COSTITUZIONE PER RIPORTARE LA SALUTE ALLA GESTIONE
- DIRETTA DELLO STATO ed evitare le attuali disfunzioni dei 20 sistemi regionali, a maggior ragione emerse con la pandemia
- POTENZIAMENTO E ACCESSIBILITÀ ALLE TERAPIE INNOVATIVE E AVANZATE
- INCENTIVI PER I PRONTO SOCCORSO
- AUMENTO DELLE RETRIBUZIONI PER IL PERSONALE SANITARIO
• Sviluppo della sanità di prossimità e della medicina territoriale, rafforzamento della medicina predittiva e incremento dell'organico di medici e operatori sanitari
• Aggiornamento dei piani pandemici e di emergenza e revisione del Piano sanitario nazionale
• Oltre la pandemia: ripristino delle prestazioni ordinarie e delle procedure di screening, abbattimento dei tempi delle liste di attesa
• Estensione prestazioni medico sanitarie esenti da ticket
• Contrasto alla pandemia da Covid-19 attraverso la promozione di comportamenti
virtuosi e adeguamenti strutturali - come la ventilazione meccanica controllata e il
potenziamento dei trasporti - senza compressione delle libertà individuali
• Riordino delle scuole di specializzazione dell'area medica
• Revisione del piano oncologico nazionale
PARTITO DEMOCATICO: La salute pubblica dopo il Covid: cura delle persone e medicina di prossimità
Ridefinire la disciplina di competenza di Stato e Regioni con riferimento ed oltre al titolo V della Costituzione ltaliana. In particolare, è necessario riconoscere allo Stato funzioni di analisi di dati e bisogni, valutazione delle tecnologie sanitarie, indirizzo e coordinamento delle Regioni. Alle Regioni si riconosce la funzione di erogazione e gestione dei servizi, con il conferimento di accre ditamento in base a criteri oggettivi ed esigenze territoriali. Nel caso in cui le Regioni non siano in grado di garantire l'erogazione dei LEA, va riconosciuta allo Stato la possibilità di intervenire
2 Rapporto tra medicina ospedaliera, assistenza primaria, medicina territoriale e servizi sociali.
ll nostro impegno è per una Sanità in grado di assicurare un continuum assistenziale tra casa del paziente, territorio, ospedale e viceversa. E quindi necessaria una riorganizzazione dell'assistenza territoriale in ottica di prevenzione e promozione della salute e di garanzia della continuità
delle cure. Sono inoltre necessari investi- menti sull'assistenza residenziale e domiciliare per la popolazione fragile, finalizzati ad abbattere le esistenti barriere di accesso alle cure attribuibili ad importanti diseguaglianze geografiche e sociali. In particolare, sono necessari investimenti in
edilizia sanitaria/abitativa per superare la logica della istituzionalizzazione, con modelli abitativi per la popolazione anziana che integrino assistenza sociale e sanitaria. Urge una revisione della Medicina Generale, distinguendo le cronicità di base da quelle di carattere specialistico che saranno prese in carico, sul territorio, da esperti delle varie professioni sanitarie, dagli specialisti
ambulatoriali e dai medici di laboratorio, con il supporto della rete delle farmacie. In questo quadro, occorre adottare indicazioni nazionali prescrittive sulla funzione delle Case della Comunità previste da PNRR, che siano proiettate all'esterno con nuove professionalità, come ad esempio lo Psicologo di Base, e con personale presente con un medesimo sistema di guardia notturna e emolumento adeguato a tali ulteriori funzioni. Vanno inoltre incentivate le aggregazioni professionali. Infine, è necessaria un'integrazione della rete di servizi sociali e sanitari, coinvolgendo specialisti multidisciplinari, di concerto con i MMG.
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