venerdì 29 aprile 2022

Carenza di medici sul territorio: crisi annunciata nel 2013 e ignorata

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Ora servono provvedimenti incisivi

di Giuseppe Belleri , 27 aprile 2022

 Gentile direttore, nell’ultimo mese in Lombardia si sono sviluppate due iniziative pubbliche parallele sulla carenza di medici di medicina generale (MMG) in molti comuni della regione, dove i cittadini lamentano da tempo di essere stati abbandonati. Da un lato la Lega Nord ha montato 500 gazebo nelle piazze per raccogliere firme su una petizione che accusa la gestione ministeriale di incapacità a risolvere il problema; dall’altro, contemporaneamente, il PD lombardo, antagonista della Giunta regionale ma alleato della Lega al Governo, ha promosso un’analoga iniziativa online con l’intento speculare, ovvero di «dare la colpa» della situazione critica al governo regionale. 

Le cause della diffusa carenza di medici sul territorio sono note e si sono aggravate per i riardi della gestione, nazionale e locale, del settore: un blocco del ricambio generazionale per il mancato adeguamento delle borse per il Corso di Formazione specifica, lo scarso appeal della professione per un umiliante trattamento di serie B dei corsisti rispetto agli specializzandi di serie A, il pensionamento della generazione dei medici del baby boom, il disinteresse dimostrato dai decisori pubblici verso la medicina del territorio, una pervicace burocratizzazione che genera tensioni con assistiti e colleghi ospedalieri per via di norme farraginose a cui il medico fa da parafulmine, essendo per giunta bollato come fannullone o accusato di «scarsa produttività» a fronte dell’incremento dei carichi di lavoro e dello stress nel biennio pandemico. 

Da una recente indagine nazionale è emerso un dato allarmante sul profondo disagio della categoria: coloro che vorrebbero lasciare la professione per la pensione sono il 25% tra i 25 e 34 anni e il 31% tra i 35 e i 44 anni. Il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei medici ha commentato: «Un dato scioccante che fa riflettere e mostra quanto profonda sia la crisi legata alla perdita di fiducia nel futuro ossia alla mancanza di speranza di un domani migliore per la nostra professione». In un'intervista di pochi giorni fa l’assessore Moratti ha rivelato che negli ultimi due anni il numero di MMG che ha cessato l’attività è raddoppiato rispetto alla media del decennio, com’era peraltro facilmente prevedibile vista l’età e il logoramento che induce molti ultra 60enni al pensionamento spesso assai anticipato. 

Nelle aziende private abitualmente il lavoratore prima della quiescenza viene affiancato dal collega che lo sostituirà al fine di evitare inefficienze e disfunzioni. Si pensi al significato di potenziali disguidi quando è in gioco la salute personale e alle conseguenze per soggetti fragili o in condizioni psicofisiche precarie. Eppure l’Accordo nazionale 2016-2018, sottoscritto con ben tre anni di ritardo a gennaio 2022, ma non ancora entrato in vigore, prevede una procedura di analogo buon senso: al medico uscente verrà anticipata, su base volontaria, parte della pensione maturata contestualmente alla riduzione del numero di assistiti, al fine di consentire nell’ultimo periodo di attività l’affiancamento e il passaggio di consegne ad un collega neoinserito.

 Questa logica soluzione poteva prevenire molti disagi se solo fosse stata introdotta a tempo debito e non con cinque anni di ritardo. Da qui al 2024 purtroppo medici e assistiti dovranno convivere con una crisi sistemica priva di sbocchi sul breve periodo, se non verranno adottati provvedimenti e soluzioni incisive. 

Giuseppe Belleri MMG in pensione - Brescia

P.S. L'attuale crisi era stata ampiamente prevista nei dettagli, fin dal 2013, eppure siamo arrivati a questa situazione....

Enpam: dal 2016 quasi un milione di italiani senza medico di famiglia - sabato 8 giugno 2013 9.38 - Notizie

Fra tre anni ci saranno 600 medici di medicina generale in meno. Considerando che ogni medico di famiglia pu avere fino a 1.500 pazienti, questo significa che circa 900mila italiani potrebbero rimanere senza curante. Un numero destinato a crescere ulteriormente per via dei pensionamenti futuri.

A rivelare questi dati è la Fondazione Enpam, l’ente previdenziale dei medici e dei dentisti. Nel 2016, infatti, 1.499 iscritti al fondo di previdenza della medicina generale compiranno l’età del pensionamento (68 anni). Nello stesso anno, dalle scuole di formazione in medicina generale è prevista l’uscita di meno di 900 nuovi medici di famiglia.

“Nei prossimi anni potremmo essere costretti a chiamare specialisti e medici di famiglia dall’estero - ha dichiarato il presidente della Fondazione Enpam Alberto Oliveti -. Allo stesso tempo in Italia migliaia di laureati in medicina rischiano di non avere accesso ai percorsi di post lauream perché, a causa dei tagli alle borse di studio, non viene messo a bando un numero sufficiente di posti nelle scuole di specializzazione e di formazione”.

L’Enpam sottolinea che il numero dei medici di medicina di famiglia che andranno in pensione continuerà a crescere anche dopo il 2016 e raggiungerà un picco nel 2022 (quando saranno quasi 4.900 gli iscritti al fondo della medicina generale a compiere l’età di 68 anni).

“Il nostro Paese avrebbe il dovere morale e civile di programmare la qualità e il numero dei professionisti che devono assicurare ai cittadini il loro diritto alla salute - ha dichiarato ancora Oliveti -. Per affrontare questi problemi abbiamo costituito un osservatorio sul mercato del lavoro delle professioni sanitarie che si riunirà il 25 giugno prossimo”.

Alla riunione, che terrà nella sede dell’Enpam a Roma, è prevista la partecipazione dei rappresentanti delle professioni e delle massime autorità nel campo delle politiche sanitarie, del lavoro e dell’università. Nota: Per il triennio 2013-2016 sono stati messi a bando 924 posti nelle scuole di formazione in medicina generale. Non tutti i medici in formazione arrivano alla fine del percorso di studi.

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