L’emorragia
pensionistica in MG è inarrestabile e a poco valgono i tardivi tentativi di tamponamento: le zone carenti sul territorio vengono
coperte se va bene per metà, ed il gap è destinato ad allargarsi nei prossimi anni,
dato che entro il 2027 andranno in pensione oltre 30mila generalisti. Eppure i
primi alert sugli effetti della gobba pensionistica della generazione della 833
risalgono ad una decina di anni fa ma sono caduti nell'indifferenza e nel disinteresse della parte pubblica, che ha sempre sottovalutato la medicina del territorio al netto dell'enfasi retorica sulla sua centralità. Tra pensionamenti anticipati e mancata programmazione
del ricambio generazionale si è innescato un circolo vizioso sistemico che si automantiene e che sarà difficile interrompere sul breve/medico periodo, come del resto ha candicamente ammesso lo stesso ministro Speranza.
Come si è
arrivati a questo punto di non ritorno? Possibile che nessuno abbia percepito la gravità della situazione e predisposto per tempo un piano razionale di soluzione del problema?
La crisi è l’effetto sociale perverso del monopsonio statale sul mercato del lavoro, venuto meno dopo decenni di predominio. Tutti conoscono le caratteristiche del monopolio, ovvero la mancanza di concorrenza, ma forse non tutti sanno che esiste una situazione speculare quando, invece che un solo produttore di beni o servizi, vi è un unico compratore a fronte di un certo numero di soggetti che offrono beni o servizi. Il monopsonista impugna il coltello per il manico, per usare una cruda metafora, e detta le condizioni di acquisto, la quantità e il prezzo di un bene o di un servizio nei confronti di chi lo offre.
Il monopolio e il monopsonio sono esempi speculare di "fallimento del mercato" perché violano la dinamica della domanda e dell'offerta e il principio della concorrenza: nel monopsonio il potere è sbilanciato dalla parte dell’unico acquirente, come nel caso del SSN che domina il mercato del lavoro territoriale per mancanza di concorrenti che ne insidiano la posizione dominante. Il SSN ha un ruolo monopsonico anche sul mercato dei farmaci dove è in grado di imporre il prezzo più favorevole pena l'esclusione di una molecola dalla rimborsabilità. L'asimmetria di potere si riverbera sulle relazioni sindacali, per uno sbilanciamento che indebolisce il contro-potere negoziale del sindacato fino al consociativismo politico-sindacale.
Oggi però a fare la differenza differenza rispetto agli anni scorsi è la la possibilità di defezione pensionistica per il profondo malessere dei MMG, sfociato in un una sorta di burn-out collettivo, che ha fatto venire meno la “lealtà” verso il SSN e convinto molti all'uscita anticipata dal sistema per sfinimento; il sindacato ha sottovalutato il clima emotivo prevalente nella categoria mentre il monopsonista non solo l’ha improvvidamente ignorato ma l'ha accentuato con un accanimento burocratico asfissiante, varando nuove Note Aifa per giunta nel pieno delle ondate di Covid-19. L'attuale squilibrio da deficit di offerta, destinato a lasciare senza assistenza milioni di italiani nei prossimi anni, è l'esito perverso di scelte politiche, apparentemente vantaggiose sul piano economico per la controparte, ma sul lungo periodo e nel nuovo scenario auto-lesionistiche.
In teoria i
sindacati potevano approfittare del riequilibrio dei poteri, facendo pesare a
vantaggio della categoria il gap tra domanda ed offerta, che annulla di fatto
il monopsonio statale; invece si sono dimostrati arrendevoli e disponibili,
rinunciando ad utilizzare strategicamente una fonte di incertezza per ottenere
migliori condizioni economiche e normative, che potevano frenare l’emorragia
pensionistica e motivare l’ingresso di nuove leve. Il monopsonista dal canto
suo non si è reso conto di aver tirato troppo la corda con esiti irrimediabili
e controproducenti: chi è causa del suo mal.. L'incapacità di percepire le dinamiche sociali e gli umori del territorio è alla base delle scelte omissive delle burocrazie pubbliche, prigioniere di stereotipi, pregiudizi e bias cognitivi nella (s)valutazione della medicina territoriale, fino alla colpevolizzazione della vittima per ciò che non ha funzionato durante la pandemia
I nodi sono inestricabili, l’attuale deriva appare irreversibile e non è un caso che i programmi elettorali abbiano ignorato un’emergenza in via di cronicizzazione. Oppure, come ipotizza qualcuno, “era tutto previsto e ben congeniato” per spingere il sistema verso una privatizzazione di fatto, già in atto nel settore della specialistica ambulatoriale. Ma sul territorio è ben diverso: non serve mettere mano al portafoglio come si fa per by-passare le liste d’attesa delle visite specialistiche, perchè la gente non ha alternative alla MG e resta abbandonata a sè stessa.
I- continua al link: http://curprim.blogspot.com/2022/09/nel-nonopsonio-lunico-datore-di-lavoro.html
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