mercoledì 19 febbraio 2025

Come valuta la gente il MMG? Rassegna di indagini demoscopiche degli ultimi 15 anni

Sono passati 3 anni e mezzo da quando il Dataroom del Corriere della Sera, nel  pieno del secondo anno di Covid-19, ha avviava una campagna di discredito e disinformazione sulla MG a base di giudizi ed opinioni prevalentemente aneddotiche, a rischio di bias cognitivi, generalizzazioni e pregiudizi ideologici. Aveva visto giusto il compianto Antonio Panti

“da eroi a capri espiatori il passo è più breve di quanto sembri e gli amministratori del servizio sanitario, dopo aver lasciato i medici di famiglia senza protezioni e supporti, scoprono ora le gravi carenze del territorio”.

Viene da chiedersi se i giornalisti e gli opinion leader - oltre a riferire di episodi poco edificanti sui MMG che nessuno nega anche se non sono la regola - si prendano la briga di consultare qualche indagine demoscopica sulla qualità, soddisfazione, gradimento, fiducia dei cittadini/utenti. Solo facendo riferimento agli esiti di ricerche condotte con metodo scientifico si potrebbero confrontare la propria percezione con quella di chi usufruisce dei servizi sanitari. 

Nel dibattito sulla riforma della medicina territoriale i grandi assenti sono coloro che dovrebbero essere i protagonisti, ovvero degli iscritti al SSN; invece prevalgono le opinioni di esperti o pseudo tali, giornalisti d'assalto, opinion leader medici che non hanno esperienza del contesto dell'assistenza primaria, le cui opinioni posso essere viziate da percezioni e punti di vista autoreferenziali.

Ecco riassunti i risultati di alcune ricerche, con un’avvertenza per interpretare correttamente i dati: in queste indagini in genere si raggiungono punteggi mediamente alti per cui conviene considerate soprattutto la scarsa o nulla soddisfazione, le differenze nei punteggi tra le categorie considerate, la variabilità regionale e quella nel corso degli anni quando lo stesso sondaggio viene riproposto, come quello più recente di Altroconsumo.
 
Di seguito si possono consultare gli esiti di una decina di indagini condotte negli ultimi 15 anni (al termine il commento).

1- 2015. E' stata diffusa una ricerca condotta nel gennaio 2025 da Altroconsumo sulla soddisfazione degli utenti della sanità territoriale, che ha sondato le opinioni di una campione di 6.622 italiani fra i 25 e gli 84 anni d’età. I partecipanti sono stati intervisti sul grado di soddisfazione verso medici di MG, servizi ASL e di Pronto Soccorso, con questi risultati in negativo:

  • il 48% è insoddisfatto dei servizi dell’Asl, 
  • il 39% del Pronto Soccorso
  • il 15% è insoddisfatto del medico di MG 15% 

I dati sono stati confrontati con quelli delle stesse indagini condotte nel 2019 e nel 2014, considerando un punteggio di 60 come il livello di sufficienza. Rispetto al 2019 la soddisfazione

  • scende dal 78 al 75% per i generalisti
  • sale dal 57 al 59% per il PS
  • scende dal 60 al 55% per i servizi ASL


Circa la soddisfazione per le AS le regioni in cui i pazienti sono più scontenti sono Sardegna (41 punti su 100), Abruzzo (44) e Basilicata (45) a fronte di giudizi positivi per Emilia Romagna (61), Trentino Alto Adige e Friuli (60), Veneto (58) e Toscana (57). Secondo gli autori il fattore umano “conta di più per i pazienti e traina il giudizio buono, a conferma del rapporto di fiducia necessario con il proprio medico. Il tempo dedicato al paziente, l’interesse mostrato ai suoi problemi, la possibilità e la facilità nell’esporli sono tra gli aspetti più rilevanti su questo fronte. Altro elemento che incide molto sulla soddisfazione è la competenza percepita del proprio dottore: il 60% se ne dice contenta”.

                                                                                 Insomma, alla razionalità tecno-specialistica si affianca la dimensione comunicativa e interpersonale che è all’origine del gradimento sociale.

Nel valutare i dati bisogna tener conto che in genere da queste indagini difficilmente emergono opinioni molto negative.

Tuttavia per quanto riguarda la MG non è stato un esito sorprendente: giusto a metà gennaio un’indagine dell’istituto Piepoli aveva rilevato come l’81% dei rispondenti manifestava fiducia nel proprio medico di famiglia, dato che sale all’88% tra gli over 55, seguiti dalla fascia 35-54 (79%) e dai 18-34enni (73%). Non si tratta insomma di dati inattesi comw dimostrano le altre indagini condotte dall’inizio del secolo, di seguito riportate, che hanno invariabilmente posto il MMG ai vertici del gradimento degli intervistati.

2. Rapporto CENSIS 2022. Gli italiani e la sanità del futuro

Confermata la fiducia ai medici. Dal Rapporto emerge con chiarezza che cittadini che, dopo due anni di pandemia, hanno riconfermato la loro fiducia alla scienza. Infatti, per il 93,9% degli intervistati i medici devono essere messi al centro della sanità del futuro e il 92,1 % degli intervistati (Figura 1) dichiara di aver fiducia in loro.

Il rapporto con il medico di famiglia. Nel giudizio dei cittadini, molto conta il rapporto quotidiano con il proprio medico di medicina generale: 

  • il 67,7% dei cittadini afferma che il proprio medico di medicina generale valuta sempre con attenzione i sintomi, 
  • il 50,4% lo reputa attento agli aspetti psicologici e relazionali, 
  • il 50,6% rileva che si informa e lo segue anche se si rivolge ad uno specialista o è ricoverato in ospedale.

 E anche nel salto nella digital health persiste la buona relazionalità, visto che al 64,2% degli italiani capita di contattare un medico tramite WhatsApp o altro programma di messaggistica ed al 18,7% di fare online visite mediche, consulti e assistenza, incontri con il proprio Mmg. In sintesi, per i cittadini il medico è figura decisiva della sanità, anche perché garanzia che il digital non sostituirà mai lo human factor: oltre 8 italiani su 10 ne sono convinti.


Comunicazioni sempre più digitali. Il Rapporto restituisce inoltre, un’istantanea di italiani  (Figura 3) che hanno dimestichezza con il digitale in Sanità: 7 cittadini su 10 prenotano online o tramite smartphone visite o accertamenti diagnostici; il 64,2 degli intervistati contatta il medico tramite wathsapp o programmi di messaggistica on line o altro; 1 cittadino su 3 usa App sullo smartphone per misurare valori relativi al suo stato fisico; il 18,7% usa fare visite e consulti on line come visita dal proprio medico, elettrocardiogramma, Holter, EGC con monitoraggio ritmo cardiaco 24 H.


Liberare i medici dalla burocrazia

Inoltre, per garantire un servizio pienamente dedicato alla tutela della salute il 94,7% dei cittadini chiede che i medici siano liberati dagli attuali eccessivi carichi burocratico-amministrativi restituendogli il tempo dedicato alla cura dei pazienti e che sia favorito e supportato il loro passaggio al digitale.

Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis, commenta: “La figura del medico di medicina generale emerge come una figura di rinnovata centralità e di garante; in una prospettiva futura dove, il messaggio forte che il Rapporto evidenzia è la sfida che abbiamo di fronte dovuta agli scenari demografici. La popolazione anziana sarà sempre più consistente, con un maggior numero di persone non autosufficienti, con malattie croniche e che hanno bisogno di un monitoraggio costante. Per queste ragioni, dobbiamo immaginare una sanità diversa da quella del passato, la dobbiamo immaginare come un ecosistema di soggetti, di cui ognuno dà il suo contributo per le diverse responsabilità e con le diverse competenze”.

 3 - Euromedia research luglio 2021- Medici di famiglia sempre più 'amati' dagli italiani, anche durante la pandemia. Il 77,5% dei connazionali ha fiducia nel proprio medico di famiglia. Un dato lievemente più alto rispetto alla fiducia espressa nei confronti del Ssn (77,4%). Oltre la metà (il 55,8%) considera il proprio medico 'speciale'. Una percentuale che sale al 62,3% tra gli over 65. E' quanto emerge da un'indagine, realizzata da Euromedia research, e illustrata durante un evento organizzato oggi a Roma da FIMMG, condotta tra il 24 maggio e il 7 giugno su un campione di 2mila cittadini, rappresentativo della popolazione italiana over18. Obiettivo dello studio è stato comprendere le percezioni e le opinioni degli italiani nei confronti della medicina generale anche alla luce dell'emergenza Covid.



Il 73,6% si dice soddisfatto del rapporto con il proprio medico durante la pandemia e il 55,5% è riuscito ad avere con lui/lei un rapporto concreto e la possibilità di farsi visitare - prosegue l'indagine - Per oltre 7 su 10 il medico di famiglia ha un ruolo importante (il 75,5%). Il 22,6% ha un rapporto con l'attuale medico di famiglia che dura da più di 20 anni. Più della metà degli intervistati non ha cambiato medico negli ultimi 5 anni e tra quelli che lo hanno fatto per il 20,5% è stata una scelta legata al fatto che il professionista ha cessato l'attività. Mentre il 9,4% perché si è trasferito. Per circa la metà degli intervistati negli anni non è mutato il rapporto con il proprio medico (per il 52,2%) mentre per il 22,2% è cambiato in meglio e per il 16,8% è cambiato in peggio.

E ancora: il 75,1% degli intervistati è soddisfatto di come riesce a contattare il suo medico (oltre la metà afferma di riuscire a raggiungerlo rapidamente e facilmente) e il 77,4% si rivolge prioritariamente a lui/lei se ha bisogno di un consulto. Otto su dieci sono soddisfatti della disponibilità.

4 - EURISPES febbraio 2021. Quando le percezioni individuali vengono confrontate con i dati di fatto rilevati in modo scientifico lo scenario cambia radicalmente di segno e restituisce la realtà fattuale. Ad inizio 2021 è stato diffuso dall'EURISPES l'annuale report sulla gestione della Pandemia sul territorio, con questi esiti: la maggioranza degli italiani (60,8%) si è rivolto al MMG per avere informazioni e consigli sul Covid-19 .  I medici di base: un punto di riferimento per 6 italiani su 10. La maggior parte degli italiani (60,8%) si è rivolto a loro per avere informazioni e consigli sul Covid-19 e tra questi, il 39,9% afferma che il proprio medico di base si è dimostrato disponibile, mentre circa un intervistato su cinque (20,9%) risponde che il proprio medico non è stato disponibile. 

In molti però (39,2%) hanno scelto di non chiedere informazioni e consigli al medico di base. A ricorrere più spesso al medico di base sono state le fasce d’età più mature e considerate più a rischio (il 69,5% degli ultrasessantacinquenni). Tra quanti si sono rivolti al medico di base, hanno riscontrato più disponibilità gli abitanti del Sud (42,5%), mentre i medici del Nord-Est si sono dimostrati meno disponibili degli altri (il 27,1% non è stato disponibile).

5. Indagine INAPP 2020.Il sistema sanitario di fronte all’emergenza: risorse, opinioni e livelli essenziali. Dai dati emerge che 6 cittadini su 10 giudicano positivamente la sanità di base e quella di emergenza. Tuttavia questo è il valore medio; rimangono profonde le differenze tra i territori: in Trentino alto Adige e Emilia-Romagna la valutazione positiva è di oltre 8 persone su 10, mentre in Calabria e Molise si scende a 3 persone su 10.

L’epidemia del virus Covid-19 ha fatto emergere le differenti capacità dei modelli regionali in termini d’infrastrutture territoriali e di personale qualificato disponibile. In ciò hanno giocato soprattutto il mancato inserimento negli anni del personale infermieristico e il sottodimensionamento nell’offerta di posti letto, drasticamente diminuita a partire dal 2004. Si arriva, nel complesso ad una riduzione netta del 20% di posti letto ordinari, con particolare concentrazione nel Centro Italia (-30%) e nel Meridione (-24%).


6 - Indagine CENSIS 2018. Un rapporto basato sulla fiducia. L’87,1% degli italiani dichiarare di fidarsi del medico di medicina generale (la quota raggiunge il 90% tra gli over 65 anni), l’84,7% si fida dell’infermiere, mentre è molto più ridotta, sebbene ancora maggioritaria (68,8%), la quota di chi esprime fiducia nel Servizio sanitario nazionale. Lo stesso vale per gli odontoiatri. L’85,3% degli italiani ha un dentista di riferimento. Ed è proprio la fiducia l’elemento cardine che ne guida la scelta (per il 63,1%), prima ancora delle tariffe delle prestazioni (26,3%), la qualità dei materiali e delle tecnologie utilizzate (21%), la comodità nel raggiungere lo studio (17,1%) o le facilitazioni nei pagamenti (l’11,4%).

Il medico prima fonte di informazione sulla salute. Non è un caso che, anche in un momento in cui le fonti informative si moltiplicano a dismisura, i cittadini continuino ad assegnare al medico la funzione di fonte informativa principale sui temi della salute. Il medico di medicina generale è la fonte numero uno (per il 72,3% degli italiani, in crescita rispetto al 66,3% rilevato nel 2008), seguono familiari e amici (31,9%), poi la tv (25,7%) e internet (il 23%, ma era solo l’8,7% nel 2008).

7 - 2016. Federconsumatori sui tempi di attesa e soddisfazione. Rispetto ai tempi di attesa per le più importanti prestazioni sanitarie (visite specialistiche, interventi chirurgici, riabilitazione), è stato osservato che il tempo di attesa tra la prenotazione dell’esame e lo svolgimento della prestazione è mediamente di tre mesi, mentre tempi più brevi riguardano solo le visite generiche e i prelievi. Nel caso degli interventi chirurgici, i molto soddisfatti sono il 47,3%. Un elevato livello di soddisfazione è dichiarato anche per gli esami radiologici ecografici o endoscopici, le visite oculistiche, neurologiche cardiologiche, il day surgery, e le visite generiche.

  

Per queste prestazioni se si accorpano i due livelli di soddisfazione (abbastanza e molto soddisfatto) si supera in tutti i casi il 75% con punte di oltre l’81% per le visite generiche (Mmg e pediatra) e il valore più basso per gli esami ecografici che si fermano al 75,2 per cento. Nel 74,6% dei casi tempo di attesa per una visita dal MMG inferiore ad 1 settimana a fronte di percentuali inferiori al 20% per tutte le altre specialità con valori inferiori al 10% per oculistica, neurologia, ORL, gastroenterologia e psichiatria.


In alcune prestazioni, come le visite ortopediche, odontoiatriche, psicologiche e dermatologiche, ci sono i livelli di insoddisfazione maggiori, che si aggirano intorno al 20% e se si somma la componente dei poco soddisfatti, si sfiora il 40% e le visite ortopediche raggiungono il 44%. A questa tipologia di prestazioni vanno aggiunte le pediatriche (ma non il pediatra di base) e le dietologiche. La prestazione che registra la maggiore insoddisfazione è quella delle visite geriatriche, che sommando chi si dichiara per nulla soddisfatto e poco soddisfatto, raggiunge una quota del 50% del totale degli intervistati. La MG ha il più basso livello di insoddisfazione (3,3%) e il più elevato di soddisfazione (47,9+33,4) a fronte di percentuali di "per nulla soddisfatti" tra il 10 e il 30% per odontoiatria, ortopedia, dermatologia, urologia, psichiatria, geriatria, ginecologia, gastroenterologia e pediatria.

 
8- 2014 CENSIS: I BISOGNI INFORMATIVI DEI CITTADINILa fonte da cui gli appartenenti al gruppo hanno acquisito le informazioni di cui dispongono è principalmente il medico di medicina generale (80,0%), e in seconda istanza il medico specialista citato dal 45,0% del campione, una quota che si presenta visibilmente più ampia rispetto alla media del campione (22,7%) e nel confronto con gli altri tre gruppi.


Guardando alle fonti di informazione sulla salute, il 68,5% ha tratto le informazioni di cui dispone dal medico di medicina generale, il 38,3% da familiari, parenti, amici, vicini ed in maniera più ampia rispetto al campione generale (31,9%). Tra le altri fonti più citate il 20,4% indica il medico specialista e il 19,2% internet, anche se in entrambi i casi in misura lievemente meno frequente rispetto alla media. 


Il bagaglio di informazioni sulla salute di cui i cittadini sono in possesso trova la sua fonte principale nel medico di medicina generale, indicato dal 72,3% dei cittadini. Al crescere dell’età aumenta l’indicazione del medico di medicina generale come fonte da cui i rispondenti hanno appreso le informazioni di cui dispongono sulla salute, passando dal 57,0% dei più giovani all’80,6% dei 65enni e oltre. Considerando le fonti da cui, potendo scegliere, i cittadini vorrebbero ricevere le informazioni sulla salute, ad indicare il medico di medicina generale è di nuovo la quota più elevata, il 73,4%, una percentuale che poco si discosta da quella di chi ha tratto le informazioni di cui dispone da questa figura.


9- Indagine del Censis 2012. Mediamente a livello nazionale il 92% degli intervistati giudica positivamente la qualità delle prestazioni del Mmg (buona nel 43.4% e sufficiente nel 48.6%) e solo l’8% la ritiene mediocre o scarsa. La qualità complessiva percepita supera il 95% di gradimento nelle Regioni di Nordovest (buona per oltre il 55%) e scende poco sotto il 90% al Sud e nelle Isole (buona solo per il 26.2%). 

Gli assistiti apprezzano in particolare le capacità professionali e relazionali, il modo di intendere la professione e la sistemazione dell’ambulatorio del generalista
(oltre 90% di gradimento) e un po’ meno l’organizzazione del servizio, gli orari di apertura e la reperibilità e la disponibilità alle visite domiciliari, con percentuali di scontenti tra il 12.6 e il 19.6. In linea generale il livello di soddisfazione degli assistiti decresce lungo due direttrici: nello spostamento dal Nord verso le Regioni meridionali e nel passaggio dalle località con meno di 30.000 abitanti ai comuni più densamente popolati, dove notoriamente la MG è in affanno per via di una maggiore concorrenza.

Nella graduatoria generale dei servizi sanitari pubblici e privati disponibili sul territorio la qualità
percepita del generalista è inferiore solo a quella delle farmacie (98.2%) e degli studi medici privati (92.7%) mentre ad una certa distanza troviamo cliniche private (88%), laboratori di analisi (84.2%), ambulatori e consultori pubblici (84.2%), strutture di riabilitazione private (81.1%), ospedali e pronto soccorso (80.3%), strutture di riabilitazione e assistenza domiciliare pubbliche (73.5 e 71.8%).


10. CITTADINI E SALUTE. La soddisfazione degli italiani per la sanità. (Quaderni Ministero della Salute. n. 5, settembre-ottobre 2010).

Le opinioni sul sistema delle cure primarie, Il medico di medicina generale
Anche nella solida fiducia che tradizionalmente viene riposta nei MMG esistano delle zone d’ombra, che sembrano riguardare soprattutto alcuni contesti territoriali. Nel complesso, infatti, la maggior parte degli intervistati si esprime in termini di sostanziale soddisfazione per i vari aspetti del servizio garantito dal proprio MMG: le capacità professionali, quelle relazionali e il modo di intendere la sua professione (aspetti a proposito dei quali circa la metà del campione si considera molto soddisfatto e oltre il 40% abbastanza soddisfatto) costituiscono elementi per i quali la soddisfazione è ampiamente maggioritaria..


Anche per gli altri aspetti considerati (la sistemazione dell’ambulatorio, l’organizzazione del servizio, gli orari di apertura, la reperibilità fuori orario e la disponibilità a effettuare visite domiciliari) le percentuali di intervistati che si ritengono soddisfatti rimangono maggioritarie, per quanto sulle indicazioni di massima soddisfazione (che oscillano per questi aspetti intorno a valori compresi tra il 33% e il 36% circa) prevalgano in modo più consistente le indicazioni intermedie (i rispondenti sono abbastanza soddisfatti nella metà circa dei casi, con valori che variano dal 54,4% relativo alla sistemazione dell’ambulatorio al 46,9% rilevato per la disponibilità alle visite domiciliari), tendenza che anche in questo caso sottolinea il permanere di margini importanti di miglioramento nella strutturazione e organizzazione dei servizi e anche nelle garanzie di copertura offerte dal servizio. Le indicazioni di poca o nulla soddisfazione raggiungono i valori più significativi, infatti, a proposito dell’organizzazione (12,6%), degli orari e della reperibilità (16,4%) e delle visite domiciliari (19,6%).
Di nuovo a pesare in modo più vistoso sui dati è la variabile territoriale, anche se in questo caso le criticità più evidenti si rilevano maggiormente percentuali di insoddisfazione più alte a proposito dell’apertura degli studi e della reperibilità (circa il 30%) e dell’organizzazione del servizio (circa il 20%), mentre la disponibilità a effettuare visite domiciliari rappresenta un motivo di insoddisfazione soprattutto nelle grandi città, dove le indicazioni di poca o nulla soddisfazione raggiungono il 36,8% contro il 19,6% medio.
Solo a proposito dell’allestimento dell’ambulatorio, dell’adeguatezza dello studio e della sala d’attesa che al Sud e Isole le percentuali di insoddisfazione risultano sensibilmente più alte rispetto alla media nazionale (poco o per nulla soddisfatti nel 12,2% dei casi contro il 9,4% medio), mentre al Centro risultano generalmente più alti i valori in questo senso soprattutto a proposito della reperibilità dei medici e dell’apertura degli studi (oltre il 20% di poco o per nulla soddisfatti) e delle visite domiciliari (23,6% contro il 19,6% medio). 

Alla luce dei dati incrociati per l’ampiezza del comune di residenza dei rispondenti appare in effetti probabile che le problematiche più evidenti siano legate alla dimensione urbana e metropolitana dei servizi di assistenza primaria. Di nuovo la dimensione territoriale mostra di giocare un ruolo decisivo nella qualità percepita del sistema delle cure primarie, sia lungo l’asse Nord-Sud che, soprattutto, in funzione della dimensione del comune di residenza dei rispondenti; considerando in particolare le due criticità emerse in modo più significativo, infatti, si osserva che:
  • il ricorso al medico privato come conseguenza dell’inadeguatezza del MMG viene indicato soprattutto dai residenti del Centro (18,2%) e dei comuni con più di 250.000 abitanti (18,5%);
  • la mancata diagnosi di una patologia emersa invece a controlli più approfonditi è un problema che ha riguardato con maggiore frequenza gli intervistati residenti al Centro e al Mezzogiorno (circa il 15%), ed evidentemente si riscontra un tasso di indicazioni maggiore in questo senso tra i rispondenti con condizioni alcune specifiche difficoltà nel rapporto con il MMG, in particolare 
  • solo al 2,4% dei rispondenti è capitato che il MMG si sia rifiutato di trascrivere su ricetta rossa una prescrizione ricevuta da un medico privato, mentre è pari al 5,4% la percentuale relativa a quanti vorrebbero poter cambiare il proprio medico, ma non possono per la scarsa disponibilità di professionisti convenzionati della loro zona di residenza;
  • al 10,5% del campione è capitato che il suo MMG non abbia diagnosticato una condizione patologica emersa invece a controlli più approfonditi e il 13,6% è dovuto ricorrere a medici privati per l’inadeguatezza del suo MMG.
Si tratta di dati che offrono diversi spunti di riflessione; da un lato, infatti, emerge in modo evidente come il rapporto con il MMG, e in generale con il sistema delle cure primarie, sia complessivamente positivo e soddisfacente per una larga maggioranza di cittadini, dall’altra le quote, seppur minoritarie, di quanti indicano alcune specifiche criticità sottolineano la necessità di mantenere alta l’attenzione da parte dell’amministrazione sanitaria sulla qualità e sull’organizzazione dei servizi emersi a proposito del MMG, infatti:

11. Rapporto CENSIS 2009. Roma, 4 dicembre – La sanità nell’anno della crisi. Nell’anno della crisi si segnala una crescita delle spese per la salute degli italiani (molto per l’11,5%, abbastanza per il 27,5%, poco per l’8,3%), in misura maggiore tra i soggetti nelle fasce di reddito più basso. Poco meno di un terzo degli italiani spende di più anche per le prestazioni a carico del Ssn per le quali è previsto il ticket, mentre il 27,8% indica un aumento di spesa per analisi e radiografie a pagamento intero, il 29,4% per il dentista, il 31% per i farmaci senza ricetta, il 35,6% per le visite specialistiche a pagamento intero. L’impatto della crisi sembra dunque concretizzarsi in un peggioramento delle possibilità di accesso ai servizi sanitari, anche pubblici, che pesa di più proprio sui meno abbienti. Quasi il 40% dei soggetti di livello socio-economico basso è stato costretto a rinunciare per motivi economici a prestazioni sanitarie e il 37,8% ha ridotto l’acquisto di farmaci a pagamento.

Le cure primarie per ripartire dal territorio. L’ospedale mantiene il ruolo di catalizzatore della risposta sanitaria. Sono circa 55.000 al giorno gli accessi al Pronto soccorso. Solo nel Lazio nel 2008 gli accessi al Pronto soccorso hanno toccato quota 2.125.823, in gran parte ascrivibili a codici verdi (72,9%) e bianchi (9,7%). La strutturazione della primary care risulta invece in difficoltà, ancora troppo caratterizzata da accessibilità limitata e da isolamento professionale. Ma i medici di medicina generale godono di un ampio favore tra gli italiani: il 75,9% esprime soddisfazione circa l’adeguatezza del servizio.

COMMENTO.

Come si può constatare da questo sommario elenco quelli dell'indagine di Altroconsumo non erano esiti inattesi: tutte le ricerche condotte dell'inizio secolo hanno invariabilmente posto il MMG ai vertici del gradimento degli intervistati. Nonostante questi positivi risultati da anni persiste la campagna di squalifica della MG da parte di osservatori, giornalisti e decisori pubblici, come da ultimo il Governatore del Lazio che ha accusato il generalista in quanto libero-professionista privilegiato, lautamente retribuito e inefficiente.

Difficile pensare che gli opinion leader non siano a conoscenza di queste ricerche, mentre sicuramente gli scienziati sociali hanno il polso della situazione nel loro ambito, al pari dei politici avveduti. Come la Presidente del Consiglio, che dopo il vertice della scorsa settimana sul passaggio alla dipendenza ha rinviato la questione temendo i contraccolpi sul consenso del venir meno della relazione fiduciaria. Eppure si è radicata un’immagine così negativa della MG, a dispetto dalle opinioni dei pazienti, da motivare una sorta di crociata "punitiva" per la dipendenza. Come è stato possibile? L'interrogativo non è banale e meriterebbe una ricerca sociologica ad hoc per comprendere l’insolito fenomeno.

La realtà, come insegnano da secoli sociologi e filosofi, è una costruzione sociale e culturale mediata dalla comunicazione, che lungi dal fornire un resoconto passivo ed oggettivo su quanto accade la fuori, contribuisce ad una percezione di “normalità” quanto più è condivisa dai media, tanto da divenire uno scontato pre-giudizio. Inutile stupirsi e stracciarsi le vesti, questo è il gioco della comunicazione che crea la realtà, anche se talvolta attraverso l’indagine scientifica può emergere una configurazione inattesa disallineata dalla vulgata prevalente. Perché la percezione e la rappresentazione dei fatti è frutto anche di interazioni simboliche, pratiche sociali situate e relazioni vis a vis, dalle quali possono emergere le opinioni “tacite” degli attori, sottovalutate dai decision making con effetti distorsivi sulle decisioni di policy per l'assistenza primaria che sembrano destinati a perdurare nei prossimi anni.

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