martedì 15 aprile 2025

La confusione sui compiti delle AFT

Continua da parte delle regioni la deliberata confusione sui compiti delle AFT, che non sono quelli di garantire la continuità dell'erogazione dell'assistenza sul territorio, ad esempio con il coordinamento degli orari di apertura nelle 12 ore, ma è di ottimizzare le modalità di gestione della cronicità, in relazione all'applicazione di PDTA, linee guida, audit su buone pratiche e strumenti analoghi, come dice chiaramente la riforma Balduzzi.
Le AFT non hanno un profilo giuridico, un bilancio proprio, un responsabile legale, non possono sottoscrivere accordi e firmare contratti di servizio, non ricevono rimborsi per prestazioni erogate, insomma non sono organizzazioni accreditate secondo standard per l’erogazione di un servizio strutturato; lungi dall'inserirsi in modo organico nel sistema di offerta sul territorio, rappresentano l'occasione per riunire i MMG dispersi, favorire il confronto tra pari superando il tradizionale isolamento della categoria. 

A partire dalle AFT è quindi possibile costruire quella comunità di pratica, di formazione continua, insegnamento, tutoraggio e ricerca a livello di cure primarie, che costituisce il principale gap della MG italiana rispetto al resto del continente e che ha impedito alla MG italiana di diventare una vera specializzazione accademica come nel resto della UE.

L'erogazione di prestazioni sul territorio è affidata alle UCCP, come Unità di offerta multiprofessionale con sede propria e gestione ad hoc; invece si vorrebbe affidare impropriamente alla AFT i compiti che sono istituzionalmente attribuiti alla UCCP e alle medicine di gruppo integrate, come entità organizzative territoriali (NON FUNZIONALI) assimilabili alle CdC spoke.

Incredibilmente il sindacato si presta ad assecondare questa confusione di ruoli e di compiti che condurrà al fallimento delle AFT, in particolare per quanto riguarda la continuità assistenziale diurna in funzione del contenimento degli accessi inappropriati al PS, compito praticamente impossibile perchè non alla portata delle AFT ma se mai delle UCCP/CdC spoke.

In ER con la più capillare rete di case della comunità hanno ridotto di un 15% gli accessi in PS, tant'è che si sono inventati i CAU, figuriamoci che risultato può garantire il coordinamento degli orari di medici parsi in piccole località nelle zone interne che magari ricevono per appuntamento e sono al completo. 

Si tenta da decenni di far leva sulla copertura h12 degli orari di ambulatorio come alternativa al PS, senza alcun riscontro pratico: al massimo potrebbero dare un contributo medicine di gruppo integrate di grandi dimensioni, vale a dire le UCCP/CdC spoke ben organizzate, che garantiscono 6-12 ore di accesso libero in funzione del numero di medici aderenti. 

Quelli regionali sono pii desideri di chi non ha idea delle dinamiche relazionali e delle scelte comportamentalo dei pazienti sul territorio, incomprensibilmente assecondati dal sindacato che rifila un pacco alla controparte facendo credere che sia una soluzione per ridurre gli accessi al PS....un caso di autoinganno contrattuale!

Ma in Italia siamo bravissimi nell'ignorare per decenni quanto disposto dalle legge interpretandola e applicandola con grande ritardo a propria discrezione, stravolgendone il signifcato e gli obiettivi.
Poi, ovviamente si alza qualcuno a decretare il fallimento delle AFT e della Balduzzi!

P.S. Il testo della Balduzzi è chiarissimo. Le AFT sono “forme organizzative monoprofessionali…. che condividono in forma strutturata, obiettivi e percorsi assistenziali, strumenti di valutazione della qualità assistenziale, linee guida, audit e strumenti analoghi”.

Le UCCP sono unità multiprofessionali che “erogano, in coerenza con la programmazione regionale, prestazioni assistenziali tramite il coordinamento e l'integrazione dei medici, delle altre professionalita' convenzionate con il Servizio sanitario nazionale [..]. In particolare, le regioni disciplinano le unita' complesse di cure primarie privilegiando la costituzione di reti di poliambulatori territoriali dotati di strumentazione di base, aperti al pubblico per tutto l'arco della giornata, nonche' nei giorni prefestivi e festivi con idonea turnazione, che operano in coordinamento e in collegamento telematico con le strutture ospedaliere“.

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