martedì 2 dicembre 2025

Le logiche prestazionali del libero mercato sanitario spingono verso la privatizzazione di fatto del SSN

La prima riforma sanitaria del 1978 ha introdotto l'assetto convenzionale della Mg che anticipava alcune tendenze economico-amministrative e organizzative sviluppatesi nei decenni successivi. La remunerazione a quota capitaria può essere considerata coerente con le riforme degli anni Novanta del secolo scorso, ispirate al New Public Management.

– La scelta del Mmg ha un risvolto economico e instaura una relazione duratura di prossimità tra medico e paziente, adatta alla gestione dei problemi acuti ma ancor più alle patologie croniche, che richiedono continuità clinico-assistenziale per garantire cure appropriate e integrate sul lungo periodo.

– La delega al medico convenzionato di una funzione essenziale per il sistema introduce una sorta di outsourcing ante litteram; l’ente pubblico rinuncia a fornire in proprio l’assistenza primaria, ‘appaltandola’ a un professionista para-subordinato, capillarmente distribuito sul territorio grazie ai parametri demografici e alle regole stabilite dall’Acn.

– La libertà di scelta dei cittadini all’interno della rete d’offerta territoriale favorisce l’empowerment dell’utente; in questo senso la quota capitaria può essere assimilata a un voucher annuale che il paziente utilizza per ‘acquistare’ i servizi sul quasi mercato delle cure primarie.

– La remunerazione a tariffa (quota capitaria) anticipa la formula del Drg, nel senso che il medico non viene più retribuito a prestazione (come nel sistema a notula o in quello ospedaliero a giornate di degenza) ma per un pacchetto di prestazioni preventive, diagnostiche e terapeutiche rivolte al singolo e alla comunità.

Questi tratti configurano un assetto di quasi mercato proconcorrenziale in assenza del pagamento della prestazione come mediatore tra domanda e offerta, caratteristico della libera professione. La remunerazione a quota capitaria fissa ed onnicomprensiva impedisce l'induzione opportunistica della domanda da parte del medico - tipica del mercato della salute - e contribuisce a stabilire una relazione fiduciaria con il paziente, resa possibile dalla componente economica. 

Mezzo secolo fa si crearono le condizioni organizzative, antitetiche alle logiche prestazionali frammentate della medicina specialistica, favorevoli alla continuità relazionale, spazio temporale e clinico-assistenziale "olistica", specie per le cure personalizzate delle patologie croniche, che "esploderanno" a partire dal nuovo secolo. 

Purtroppo i limiti culturali delle burocrazie sanitarie hanno impedito di cogliere l'opportunità storica di costruire una capillare rete territoriale di assistenza primaria, centrata su strutture e organizzazioni multiprofessionali di prossimità, come le Unita Complesse promosse dalla riforma Balduzzi del 2012. 

Oggi invece le logiche prestazionali sono alla base dell'offerta libero-professionale che alimenta la privatizzazione di fatto del SSN e il suo progressivo svuotamento, per il prevalere del mercato autoreferenziale della salute e delle diseguaglianze di accesso ai servizi, di fatto "razionati" con lo strumento delle liste d'attesa. 

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