Il servizio di Report del 30 novembre 2025 sulle case della Comunità finanziate dal PNRR ha riproposto l'annoso equivoco tra UCCP e AFT, che accompagna da oltre un decennio la sorte della riforma Balduzzi del 2012 (per le relative norme si veda il PS).
Le AFT sono prive di profilo giuridico, fiscale e amministrativo, responsabile legale, sede fisica, organismo direttivo e bilancio; non ricevono finanziamenti dalle regioni come enti accreditati e non possono firmare contratti o convenzioni con altri soggetti. La Legge non prevede per le AFT l’erogazione diretta di prestazioni clinico-assistenziali, ma indica obiettivi nell'ambito della presa in carico e della valutazione delle patologie croniche attraverso l'applicazione di percorsi diagnostico-terapeutici, Linee Guida, Governo Clinico, audit etc.
In sostanza le AFT sono il "cervello" della medicina generale, dove i medici della comunità di pratica si confrontano e migliorano le loro competenze socializzando il sapere e le esperienze, mentre le UCCP sono il "braccio operativo", la struttura fisica dove l'assistenza viene erogata concretamente ai cittadini.
Le differenze tra le due forme associative sono evidenti se si confrontano le funzioni monoprofessionali e il carattere virtuali delle AFT con le UCCP, strutture fisiche multiprofessionali, inserite nel sistema di offerta attraverso la "la costituzione di reti di poliambulatoriatori territoriali dotati di strumentazione di base, aperti al pubblico per tutto l’arco della giornata, nonchè nei giorni prefestivi e festivi con idonea turnazione”.
La descrizione delle UCCP collima con il profilo delle Case della Comunità Spoke del PNRR e del DM 77, come tra l'altro formalizzato dalle ultime linee di indirizzo ministeriali sulle CdC; il guaio è che sono state finanziate solo un migliaio di CdC Hub per cui la rete è priva di CdC Spoke, ovvero le strutture più vicine ai cittadini per capillarità e accessibilità.
Entrambi i modelli organizzativi della Balduzzi hanno subito la stessa sorte: all’enunciazione programmatica non ha fatto seguito l’implementazione di un adeguato piano di investimenti infrastrutturali. Senza le UCCP/CdC Spoke le mega CdC hub saranno la riedizione dei poliambulatori specialistici ex INAM, privi di medici delle cure primarie e con un'importazione prestazionale di tipo ospedaliero.
Di fronte al prevedibile flop delle mega CdC Hub da 60mila abitanti, documentato da Report, alcune regioni corrono ai ripari, trasformando di "contrabbando" le AFT in pseudo UCCP, in contrasto con la Balduzzi. Per rimediare alcuni recenti Accordi regionali hanno introdotto il coordinamento H12 degli orari degli studi dei medici sparsi sul territorio in gruppi o come singoli - in genere una ventina - che costituiscono una AFT. Prima della Balduzzi questo modello era già previsto dagli ACN, con la formula della Associazioni dei medici in rete ma senza successo, ed ora ora viene riproposto per le AFT.
Dal canto suo Report dipinge la medicina di gruppo di Bari, composta da una decina di MMG e presentata nel servizio, come una Casa delle Comunità "privata", in concorrenza con l'Hub; nella realtà si tratta di un esempio di UCCP/CdC Spoke in linea con con la Balduzzi, il PNRR e il DM 77. Con il finanziando delle CdC spoke il PNRR poteva realizzare gli obiettivi della riforma Balduzzi. Questa improvvida omissione rappresenta invece il principale vulnus per tutta la ristrutturazione dell'assistenza primaria promossa dal DM77.
Negli ultimi decenni le medicine di gruppo di grandi dimensioni e ben organizzate - di fatto delle UCCP/CdC Spoke ante litteram - hanno avuto un positivo impatto assistenziale ad esempio coprendo le 12 ore diurne con il turn-over dei medici in un ambulatorio ad eccesso libero per assistiti con bisogni non differibili, problemi burocratici o urgenze soggettive. A fare la differenza, rispetto all'organizzazione virtuale dell'AFT distribuita in territorio con 20-30 mila assistiti, è la sede unica dell'UCCP/CdC Spoke accessibile, riconoscibile e punto di riferimento per la popolazione.
Non ha senso che in una località o in un quartiere con 10-15 mila abitanti i medici restino isolati nel loro piccoli studi senza associarsi in un'unica organizzazione, dove possono fornire un'assistenza più diversificata, continuativa e qualitativa. L'incentivazione delle UCCP/CdC Spoke nelle località con una popolazione superiore a 5mila residenti potrebbe evitare il fallimento del DM77, garantendo le prestazioni assistenziali di base a tutti i cittadini e soprattutto la cura dei cronici, grazie alla collaborazione tra MMG, infermieri, personale di segreteria etc.
Invece si tenta di trasformare le AFT in UCCP, senza adeguati investimenti, riproponendo una formula obsoleta e inefficace - come il modello della medicina in rete - nell'illusione che le due forme organizzative della Balduzzi siano intercambiabili.
P.S. Ecco le norme della riforma Balduzzi del 2012 sulle forme organizzative delle cure primarie.
Le Aggregazioni Funzionali Territoriali sono associazioni virtuali e non strutturali “al fine di migliorare il livello di efficienza e di capacità di presa in carico dei cittadini” in quanto “forme organizzative monoprofessionali che condividono in forma strutturata, obiettivi e percorsi assistenziali, strumenti di valutazione della qualità assistenziale, linee guida, audit e strumenti analoghi”.
L’altro modello introdotto dalla riforma Balduzzi sono le Unità Complesse delle Cure Primarie o UCCP, ovvero “forme organizzative multiprofessionali che erogano, in coerenza con la programmazione regionale, prestazioni assistenziali tramite il coordinamento e l’integrazione dei medici, delle altre professionalità convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, degli infermieri, delle professionalità ostetrica, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e del sociale a rilevanza sanitaria".
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