1-Confronto settimanale tra Covid-19 e influenza al 27 gennaio
- In Italia, nella 3° settimana del 2021, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali continua ad essere stabilmente sotto la soglia basale con un valore pari a 1,5 casi per mille assistiti. Nella scorsa stagione in questa stessa settimana l'incidenza era di 10,7 casi.
- In tutte le Regioni che hanno attivato la sorveglianza il livello di incidenza delle sindromi similinfluenzali è sotto la soglia basale.
- Si registra solo un modesto aumento dell'incidenza nella popolazione pediatrica da 0 a 4 anni rispetto a quella adulta.
- Se nelle prossime due settimane la curva epidemica dovesse continuare con questo andamento è probabile che non vi sarà alcuna epidemia influenzale, come accaduto solo 2 volte negli ultimi 20 anni.
Andamento pandemia COVID-19
I dati settimanali della pandemia documentano un trend in continua lieve discesa rispetto all'inizio dell'anno: diminuiscono i nuovi casi, i ricoverati nei reparti medici e nelle terapie intensive, aumentano i dimessi guariti e la percentuale di positivi scende dal 5,6% al 3,4% per il conteggio dei tamponi rapidi in aggiunta ai molecolari. Purtroppo restano sempre superiori a 3 mila i decessi settimanali. Tra le regioni si è ridotta l'incidenza del Veneto, rispetto all'inizio dell'anno, e della Lombardia per il ricalcolo dei dati mentre aumentano i casi in Sicilia.
I parametri monitorati dalla PC si dividono in due gruppi: statici, come il numero di nuovi casi, i decessi o i dimessi/guariti, e dinamici, come i degenti in terapia intensiva o nei reparti ordinari. Il dati delle presenze registrati quotidianamente in questo secondo gruppo sono la risultante dei flussi in entrata e in uscita. Dal mese di dicembre sono cambiati alcuni parametri del prospetto giornaliero della protezione civile: sono stati eliminati i dati dei nuovi casi suddivisi tra positivi individuati per sospetto clinico (sintomatici) e per screening (asintomatici), che erano stati introdotti a giugno, e sono comparsi i nuovi ingressi giornalieri nelle terapie intensive, accanto al numero totale dei ricoverati.
2-Andamento mensile e confronto tra prima e seconda ondata
- incidenza: è aumentata in modo considerevole in autunno (da 60 mila a 460 mila in media al mese) per la possibilità di eseguire il tampone in sede extra ospedaliera, era preclusa in primavera ai MMG, con la conseguente sottostima dei casi gestiti a domicilio e/o non denunciati, emersi nella seconda fase
- tamponi: nonostante siano più che triplicati (da 1.347.000 a 4.488.000 in media al mese) la percentuale dei positivi è più del doppio (dal 4,4 al 10,2%), aumento parallelo all'incremento di nuovi casi
- ricoveri: in rapporto all'incidenza i ricoveri sono notevolmente ridotti in autunno rispetto alla primavera mentre di riflesso sono aumentati i dimessi guariti e i soggetti in isolamento domiciliare: in primavera il picco si è avuto all'inizio di aprile con circa 29.010 e nella seconda ondata alla fine di novembre con 34.577.
- terapie intensive: nonostante l'aumento dei nuovi casi il picco si è avuto in aprile con 3848 degenti e, nella seconda ondata, con quasi 4053 ricoveri all'ultima decade di novembre
- dimessi guariti: passano da quasi 200 mila della primavera a 1.255.458 in autunno
- isolamento domiciliare: l'elevatissimo numero di soggetti rimasti in isolamento domiciliare- con un picco di 800 mila in autunno rispetto agli 83 mila della primavera- dimostra la minor gravità dell'infezione e la prevalente gestione sul territorio dei nuovi casi rispetto al ricorso alla degenza
- decessi e letalità: in numero assoluto i decessi delle seconda fase eguagliano quelli della prima ma sempre per l'elevato numero di nuovi casi si abbatte in maniera drastica la letalità che passa dal 14,4 al 2,1%.
Nel complesso, nonostante le critiche rivolte alla gestione territoriale del Covid-19, la medicina extra-ospedaliera ha diagnosticato e gestito, seppur in modo disomogeneo e poco coordinato, un numero considerevole di casi, mentre il sistema ospedaliero ha retto un impatto che, in termini di ricoveri e di degenze in terapia intensiva, è stato di poco superiore rispetto alla primavera. Grazie alla prescrizione dei tamponi i medici del territorio (MMG, CA e medici USCA) hanno fatto emergere la stragrande maggioranza dei casi e hanno seguito in prima persona la parte sommersa dell'incidenza, che in primavera era rimasta sotto-diagnosticata. In primavera le stime sui casi sommersi variavano a 5 a 10 volte rispetto a quelli intercettati a livello ospedaliero. Il numero dei casi diagnosticati in autunno si colloca a metà circa di questa stima, con un andamento temporale dell'incidenza "piatto" rispetto al picco di marzo-aprile.
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