Non passa settimana che un autorevole opinion leader non intervenga sulla MG. Ecco la diagnosi del problema "medicina difensiva" proposta da Nicola Montano, neo presidente della SIMI, in un colloquio con La Repubblica:
«Tutto dipende dal sistema, non nasce da errori di un singolo attore. Per ridurla dobbiamo mettere chỉ prescrive in grado di lavorare con tranquillità. Oggi abbiamo una carenza di medici di medicina generale, quindi questi colleghi hanno un carico di lavoro importante, spesso sono molto giovani, e hanno una tendenza alla medicina difensiva».
Cioè - chiosa l'intervistatore - a prescrivere per paura di sbagliare.
Il riferimento ai colleghi "molto giovani" con "tendenza alla medicina difensiva" oltre che un pregiudizio generazionale esprime anche una valutazione professionale, come se le sovraprescrizioni difensive fossero attribuibili ad una specifica categoria e non un fenomento generalizzato a livello sistemico, altrettanto diffuso tra gli specialisti, specie libero-professionisti, come dimostrano le indagini internazionali e l'esperienza sul campo.
Ad esempio nel 2008 la Massachusetts Medical Society ha condotto un’indagine su 838 medici appartenenti a otto specialità (anestesiologia, medicina di emergenza, chirurgia generale, medicina di famiglia, medicina interna, chirurgia neurologica, ostetricia e ginecologia e chirurgia ortopedica).
I risultati hanno mostrato che l’83% dei medici intervistati riporta pratiche di medicina difensiva, con una media che si aggira tra il 18% e il 28% di esami, procedure diagnostiche e consulti non necessari, a cui si aggiunge il 13% di ricoveri richiesti per ragioni cautelative.
Inoltre la medicina difensiva è correlata con il rischio di contenzioso medico-legale che è notoriamente basso in MG e molto più elevato in alcune specializzazioni e per specifiche prestazioni più soggette a denunce per presunta malapratica, come quelle chirurgiche.
Accuse generalizzate dovrebbero essere supportate da dati empirici e non da impressioni, pregiudizi generazionali o bias cognitivi su bare aneddotica; ad esempio conosce il presidente della SIMI il numero di prescrizioni di indagini per imaging indotte dal II livello, spesso difensive e inappropriate, trascritte dal MG.
Il problema è enorme ma è più semplice trovare il colpevole da additare al biasimo sociale, per la classica soluzione semplice per un problema complesso, ma purtroppo semplicistica e sbagliata. Ha idea il collega del numero di prescrizioni difensive effettuate in PS, come quelle documentate da questa ricerca italiana sulla medicina difensiva?
http://journals.seedmedicalpublishers.com/index.php/PMeAL/article/view/327/357#:~:text=La%20medicina%20difensiva%20si%20manifesta,propria%20esposizione%20al%20contenzioso%20legale.
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