Periodicamente viene sollevato il problema dell'inappropriatezza prescrittiva degli accertamenti diagnostici con l'obiettivo, talvolta anche esplicito come accaduto recentemente in Veneto, di trovare un unico responsabile del fenomeno, che di solito è il MMG in quanto il terminale delle prescrizioni indotte da altri professionisti pubblici, privati convenzionati od operanti sul libero mercato.
Si tratta di un rozzo tentativo di semplificazione che scotomizza il carattere sistemico e a rete dell'assistenza sanitaria e l'origine del problema, ovvero l'eccessiva variabilità delle prescrizioni con le due speculari facce dell'inappropriatezza: il sovra- e il sotto-utilizzo delle prestazioni sanitarie.
I determinanti della variabilità delle prescrizioni e degli interventi in medicina sono molteplici e interagiscono tra loro in quanto riferibili ai vari attori:
- al paziente, come la gravità delle sue condizioni cliniche, le sue convinzioni e percezioni riguardo alla malattia, la fiducia nei servizi sanitari, la sua inclinazione al rischio e a prendere decisioni, il tipo di comunità e di famiglia a cui appartiene, l’influenza del medico curante, i suggerimenti delle persone che lo circondano;
- all’offerta, come la disponibilità di servizi nella zona di residenza del paziente, la distanza geografica tra case e ospedale, le modalità con cui sono organizzati gli ambulatori (inclusi gli orari di accesso) tempi d’attesa. il numero di posti letto, il sistema di finanziamento delle organizzazioni sanitarie, gli incentivi ai professionisti;
- al professionista, come la sua competenza, la scuola a cui si è formato, l’adesione a linee guida autorevoli e indipendenti e alla qualità dei dati, la loro completezza e rappresentatività, l’incertezza nelle stime;
- alla distorsione da selezione delle osservazioni (selection referral) che si verifica “quando si confrontano differenti come se fossero comparabili; in particolare si verifica quando le preferenze degli individui o le pratiche locali influiscono sulla scelta dei soggetti che hanno accesso a un servizio o a una prestazione”. Una situazione di referral bias si ha quando “gruppi distinti di professionisti applicano criteri diversi per inviare i pazienti a un determinato accertamento diagnostico o percorso terapeutico” (Rodella Botturi, 2015);
- al case-mix, ovvero alla “caratteristica misurabile di gruppi o popolazioni di pazienti assistiti dalle strutture sanitarie, che consente di descrivere e quantificare il fatto che diversi ospedali, o diversi reparti, trattino casistiche diverse, che includono pazienti con condizioni cliniche di diversa gravità e quindi con probabilità diverse di insorgenza di esiti, complicanze e qualità dell’assistenza. Il non tenere conto di questo fenomeno porta inevitabilmente a distorsioni nei risultati delle osservazioni e a una loro errata interpretazione, con conseguenze potenzialmente scorrette o addirittura dannose sulle eventuali decisioni correlate” (Rodella Botturi, 2015).
Per assicurare integrazione e continuità delle cure è rilevante la mediazione della MG che evita ridondanze, ripetizioni di prescrizioni e inappropriatezza organizzativa rispetto agli input provenienti dal II livello. Una ricerca pubblicata nel 2006 (AAVV, Politiche Sanitarie 2006) ha tracciato la mappa del sistema prescrittivo territoriale a partire dalle richieste di accertamenti rilasciate dal MMG su suggerimento del II livello (specialisti dipendenti, convenzionati, accreditati o privati) o degli assistiti illustrate nella parte inferiore del grafico.
Sul piano quantitativo il 40% di prescrizioni attribuite al MMG erano indotte dal II livello (32%) - quota che per alcuni esami, come TAC, RMN, scintigrafie e PET superava il 60% - e in minor misura dagli assistiti (8%). Per i dettagli si veda la tabella seguente che descrive nello specifico la percentuale di prescrizioni riconducibili al MMG.
Va da sé che se gli specialisti pubblici o accreditati prescrivessero direttamente le indagini, da loro ritenute necessarie per rispondere al quesito clinico del MMG, non vi sarebbero problemi di attribuzione della paternità delle prescrizioni e di valutazione dell'appropriatezza delle prestazioni indotte.
Nel 2004 Grilli e Taroni (2004) sintetizzavano le caratteristiche del sistema prescrittivo territoriale, composto da una pluralità di attori autonomi e inter-dipendenti, che per il suo carattere a rete travalica confini ed assetti organizzativi consueti, ad esempio la distinzione tra I e II livello, tra dipendenti e convenzionati.
I processi di produzione e distribuzione dei servizi sanitari si svolgono attraverso reti di relazioni complesse e scarsamente gerarchizzabili fra organizzazioni e professioni diverse, in cui nessuno dei numerosi attori può esercitare la funzione di comando e controllo e, parallelamente, non esiste un unico soggetto cui imputare responsabilità complessive.
Sorprende che le richieste del management, come accade in Veneto, ancora non tengono conto di questo assetto sistemico e della responsabilità diffusa tra tutti gli attori della rete.
Per approfondire: https://curprim.blogspot.com/2024/06/belleri-appropriatezza-e-variabilita.html
Bibliografia a richiesta: bllgpp@gmail.com