La scorsa settimane è stata diffusa una ricerca proprio sulla soddisfazione degli utenti della sanità territoriale, condotta da Altroconsumo che ha sondato 6.622 italiani fra i 25 e gli 84 anni d’età. I partecipanti sono stati intervisti sul grado di soddisfazione verso medici di MG, servizi ASL e di Pronto Soccorso, con questi risultati in negativo:
- il 48% è insoddisfatto dei servizi dell’Asl,
- il 39% del Pronto Soccorso
- il 15% è insoddisfatto del medico di MG 15%
I dati sono stati confrontati con quelli delle stesse indagini condotte nel 2019 e nel 2014, considerando un punteggio di 60 come il livello di sufficienza. Rispetto al 2019 la soddisfazione
- scende dal 78 al 75% per i generalisti
- sale dal 57 al 59% per il PS
- scende dal 60 al 55% per i servizi ASL
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Circa la soddisfazione per le AS le regioni in cui i pazienti sono più scontenti sono Sardegna (41 punti su 100), Abruzzo (44) e Basilicata (45) a fronte di giudizi positivi per Emilia Romagna (61), Trentino Alto Adige e Friuli (60), Veneto (58) e Toscana (57).
Secondo gli autori il fattore umano “conta di più per i pazienti e traina il giudizio buono, a conferma del rapporto di fiducia necessario con il proprio medico. Il tempo dedicato al paziente, l’interesse mostrato ai suoi problemi, la possibilità e la facilità nell’esporli sono tra gli aspetti più rilevanti su questo fronte. Altro elemento che incide molto sulla soddisfazione è la competenza percepita del proprio dottore: il 60% se ne dice contenta”. Insomma, alla razionalità tecno-specialistica si affianca la dimensione comunicativa e interpersonale che è all’origine del gradimento sociale.
Nel valutare i dati bisogna tener conto che in genere da queste indagini difficilmente emergono opinioni molto negative. Tuttavia per quanto riguarda la MG non è stato un esito sorprendente: giusto a metà gennaio un’indagine dell’istituto Piepoli aveva rilevato come l’81% dei rispondenti manifestava fiducia nel proprio medico di famiglia, dato che sale all’88% tra gli over 55, seguiti dalla fascia 35-54 (79%) e dai 18-34enni (73%). Non si tratta insomma di dati inattesi: tutte le ricerche demoscopiche condotte dall’inizio del secolo hanno invariabilmente posto il MMG ai vertici del gradimento degli intervistati. (Nel primo grafico "a torta" gli insoddisfatti e i soddisfatti del servizio offerto dai medici di base in generale; i giudizi “neutri” sono quelli che a stento arrivano alla sufficienza. Mentre nei grafici "a barre" alcuni aspetti con il maggior numero di scontenti).
Nonostante questi dati da anni persiste la campagna di squalifica della MG da parte di osservatori, giornalisti e decisori pubblici, come da ultimo il Governatore del Lazio che ha accusato il generalista in quanto libero-professionista privilegiato, lautamente retribuito e inefficiente.
Difficile pensare che gli opinion leader non siano a conoscenza di queste ricerche, mentre sicuramente gli scienziati sociali hanno il polso della situazione nel loro ambito, al pari dei politici avveduti. Come la Presidente del Consiglio, che dopo il vertice della scorsa settimana sul passaggio alla dipendenza ha rinviato la questione temendo i contraccolpi sul consenso del venir meno della relazione fiduciaria.Come è stato possibile che si sia radicata un’immagine tanto negativa della MG, a dispetto dalle opinioni dei pazienti, da motivare una sorta di crociata "punitiva" per la dipendenza? L'interrogativo non è banale e meriterebbe una ricerca sociologica ad hoc per comprendere l’insolito fenomeno.
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