Dopo le ultime polemiche scatenate dalle performances televisive del Dataroom di Milana Gabanelli viene da chiedersi se i giornalisti e gli opinion leader - oltre a riferire di episodi poco edificanti sui MMG che esistono e nessuno nega anche se non sono certo la regola - si peritano di consultare qualche seria indagine sulla qualità, soddisfazione, gradimento, fiducia dei cittadini/utenti? Solo facendo riferimento agli esiti di indagini demoscopiche potrebbero confrontare la propria percezione con quella di chi usufruisce dei servizi sanitari.
Perchè nel dibattito sulla medicina territoriale i grandi assenti sono proprio coloro che dovrebbero invece essere i protagonisti, ovvero degli iscritti al SSN; invece prevalgono le opinioni di esperti o pseudo tali, giornalisti d'assalto, medici in attività o che non hanno esperienza del contesto dell'assistenza primaria le cui opinioni posso essere viziate da percezioni e punti di vista autoreferenziali.
Ecco i risultati riassuntivi di alcune indagini svolte negli ultimi 10 anni, con un’avvertenza per interpretare correttamente i dati: in queste indagini in genere si raggiungono punteggi mediamente alti per cui conviene considerate soprattutto il valore della scarsa o nulla soddisfazione, che fa la vera differenza nella valutazione della gente tra le varie categorie considerate, ed anche le variazioni regionali dei parametri.
1 - Euromedia research luglio 2021- Medici di famiglia sempre più 'amati' dagli italiani, anche durante la pandemia. Il 77,5% dei connazionali ha fiducia nel proprio medico di famiglia. Un dato lievemente più alto rispetto alla fiducia espressa nei confronti del Ssn (77,4%). Oltre la metà (il 55,8%) considera il proprio medico 'speciale'. Una percentuale che sale al 62,3% tra gli over 65. E' quanto emerge da un'indagine, realizzata da Euromedia research, e illustrata durante un evento organizzato oggi a Roma da FIMMG, condotta tra il 24 maggio e il 7 giugno su un campione di 2mila cittadini, rappresentativo della popolazione italiana over18. Obiettivo dello studio è stato comprendere le percezioni e le opinioni degli italiani nei confronti della medicina generale anche alla luce dell'emergenza Covid.
Il 73,6% si dice soddisfatto del rapporto con il proprio medico durante la pandemia e il 55,5% è riuscito ad avere con lui/lei un rapporto concreto e la possibilità di farsi visitare - prosegue l'indagine - Per oltre 7 su 10 il medico di famiglia ha un ruolo importante (il 75,5%). Il 22,6% ha un rapporto con l'attuale medico di famiglia che dura da più di 20 anni. Più della metà degli intervistati non ha cambiato medico negli ultimi 5 anni e tra quelli che lo hanno fatto per il 20,5% è stata una scelta legata al fatto che il professionista ha cessato l'attività. Mentre il 9,4% perché si è trasferito. Per circa la metà degli intervistati negli anni non è mutato il rapporto con il proprio medico (per il 52,2%) mentre per il 22,2% è cambiato in meglio e per il 16,8% è cambiato in peggio.
E ancora: il 75,1% degli intervistati è soddisfatto di come riesce a contattare il suo medico (oltre la metà afferma di riuscire a raggiungerlo rapidamente e facilmente) e il 77,4% si rivolge prioritariamente a lui/lei se ha bisogno di un consulto. Otto su dieci sono soddisfatti della disponibilità.
2 - EURISPES febbraio 2021. Quando le percezioni individuali vengono confrontate con i dati di fatto rilevati in modo scientifico lo scenario cambia radicalmente di segno e restituisce la realtà fattuale. Ad inizio 2021 è stato diffuso dall'EURISPES l'annuale report sulla gestione della Pandemia sul territorio, con questi esiti: la maggioranza degli italiani (60,8%) si è rivolto al MMG per avere informazioni e consigli sul Covid-19 . I medici di base: un punto di riferimento per 6 italiani su 10. La maggior parte degli italiani (60,8%) si è rivolto a loro per avere informazioni e consigli sul Covid-19 e tra questi, il 39,9% afferma che il proprio medico di base si è dimostrato disponibile, mentre circa un intervistato su cinque (20,9%) risponde che il proprio medico non è stato disponibile.
In molti però (39,2%) hanno scelto di non chiedere informazioni e consigli al medico di base. A ricorrere più spesso al medico di base sono state le fasce d’età più mature e considerate più a rischio (il 69,5% degli ultrasessantacinquenni). Tra quanti si sono rivolti al medico di base, hanno riscontrato più disponibilità gli abitanti del Sud (42,5%), mentre i medici del Nord-Est si sono dimostrati meno disponibili degli altri (il 27,1% non è stato disponibile).
3. Indagine INAPP 2020.“Il sistema sanitario di fronte all’emergenza: risorse, opinioni e livelli essenziali”. Dai dati emerge che
6 cittadini su 10 giudicano positivamente la sanità di base e quella di emergenza. Tuttavia questo è il valore medio; rimangono profonde le differenze tra i territori: in Trentino alto Adige e Emilia-Romagna la valutazione positiva è di oltre 8 persone su 10, mentre in Calabria e Molise si scende a 3 persone su 10.
L’epidemia del virus Covid-19 ha fatto emergere le differenti capacità dei modelli regionali in termini d’infrastrutture territoriali e di personale qualificato disponibile. In ciò hanno giocato soprattutto il mancato inserimento negli anni del personale infermieristico e il sottodimensionamento nell’offerta di posti letto, drasticamente diminuita a partire dal 2004. Si arriva, nel complesso ad una riduzione netta del 20% di posti letto ordinari, con particolare concentrazione nel Centro Italia (-30%) e nel Meridione (-24%).
4 - Indagine CENSIS 2018. Un rapporto basato sulla fiducia. L’87,1% degli italiani
dichiarare di fidarsi del medico di medicina generale (la quota raggiunge il
90% tra gli over 65 anni), l’84,7% si fida dell’infermiere, mentre è molto più
ridotta, sebbene ancora maggioritaria (68,8%), la quota di chi esprime fiducia
nel Servizio sanitario nazionale. Lo stesso vale per gli odontoiatri. L’85,3%
degli italiani ha un dentista di riferimento. Ed è proprio la fiducia
l’elemento cardine che ne guida la scelta (per il 63,1%), prima ancora delle
tariffe delle prestazioni (26,3%), la qualità dei materiali e delle tecnologie
utilizzate (21%), la comodità nel raggiungere lo studio (17,1%) o le facilitazioni
nei pagamenti (l’11,4%).
Il medico prima fonte di informazione sulla salute. Non
è un caso che, anche in un momento in cui le fonti informative si moltiplicano
a dismisura, i cittadini continuino ad assegnare al medico la funzione di fonte
informativa principale sui temi della salute. Il medico di medicina generale è
la fonte numero uno (per il 72,3% degli italiani, in crescita rispetto al 66,3%
rilevato nel 2008), seguono familiari e amici (31,9%), poi la tv (25,7%) e
internet (il 23%, ma era solo l’8,7% nel 2008).
5 - 2016. Federconsumatori sui tempi di attesa e soddisfazione. Rispetto ai tempi di attesa per le più importanti prestazioni sanitarie (visite specialistiche, interventi chirurgici, riabilitazione), è stato osservato che il tempo di attesa tra la prenotazione dell’esame e lo svolgimento della prestazione è mediamente di tre mesi, mentre tempi più brevi riguardano solo le visite generiche e i prelievi. Nel caso degli interventi chirurgici, i molto soddisfatti sono il 47,3%. Un elevato livello di soddisfazione è dichiarato anche per gli esami radiologici ecografici o endoscopici, le visite oculistiche, neurologiche cardiologiche, il day surgery, e le visite generiche.
Per queste prestazioni se si accorpano i due livelli di soddisfazione (abbastanza e molto soddisfatto) si supera in tutti i casi il 75% con punte di oltre l’81% per le visite generiche (Mmg e pediatra) e il valore più basso per gli esami ecografici che si fermano al 75,2 per cento. Nel 74,6% dei casi tempo di attesa per una visita dal MMG inferiore ad 1 settimana a fronte di percentuali inferiori al 20% per tutte le altre specialità con valori inferiori al 10% per oculistica, neurologia, ORL, gastroenterologia e psichiatria.
In alcune prestazioni, come le visite ortopediche, odontoiatriche, psicologiche e dermatologiche, ci sono i livelli di insoddisfazione maggiori, che si aggirano intorno al 20% e se si somma la componente dei poco soddisfatti, si sfiora il 40% e le visite ortopediche raggiungono il 44%. A questa tipologia di prestazioni vanno aggiunte le pediatriche (ma non il pediatra di base) e le dietologiche. La prestazione che registra la maggiore insoddisfazione è quella delle visite geriatriche, che sommando chi si dichiara per nulla soddisfatto e poco soddisfatto, raggiunge una quota del 50% del totale degli intervistati. La MG ha il più basso livello di insoddisfazione (3,3%) e il più elevato di soddisfazione (47,9+33,4) a fronte di percentuali di "per nulla soddisfatti" tra il 10 e il 30% per odontoiatria, ortopedia, dermatologia, urologia, psichiatria, geriatria, ginecologia, gastroenterologia e pediatria.
6 - 2014 CENSIS: I BISOGNI INFORMATIVI DEI CITTADINI. La fonte da cui gli appartenenti al gruppo hanno acquisito le informazioni di cui dispongono è principalmente il medico di medicina generale (80,0%), e in seconda istanza il medico specialista citato dal 45,0% del campione, una quota che si presenta visibilmente più ampia rispetto alla media del campione (22,7%) e nel confronto con gli altri tre gruppi.
Guardando alle fonti di informazione sulla salute, il 68,5% ha tratto le informazioni di cui dispone dal medico di medicina generale, il 38,3% da familiari, parenti, amici, vicini ed in maniera più ampia rispetto al campione generale (31,9%). Tra le altri fonti più citate il 20,4% indica il medico specialista e il 19,2% internet, anche se in entrambi i casi in misura lievemente meno frequente rispetto alla media.
Il bagaglio di informazioni sulla salute di cui i cittadini sono in possesso trova la sua fonte principale nel medico di medicina generale, indicato dal 72,3% dei cittadini. Al crescere dell’età aumenta l’indicazione del medico di medicina generale come fonte da cui i rispondenti hanno appreso le informazioni di cui dispongono sulla salute, passando dal 57,0% dei più giovani all’80,6% dei 65enni e oltre. Considerando le fonti da cui, potendo scegliere, i cittadini vorrebbero ricevere le informazioni sulla salute, ad indicare il medico di medicina generale è di nuovo la quota più elevata, il 73,4%, una percentuale che poco si discosta da quella di chi ha tratto le informazioni di cui dispone da questa figura.
7- Indagine del Censis 2012. Mediamente a livello nazionale il 92% degli intervistati giudica positivamente la qualità delle prestazioni del Mmg (buona nel 43.4% e sufficiente nel 48.6%) e solo l’8% la ritiene mediocre o scarsa. La qualità complessiva percepita supera il 95% di gradimento nelle Regioni di Nordovest (buona per oltre il 55%) e scende poco sotto il 90% al Sud e nelle Isole (buona solo per il 26.2%).
Gli assistiti apprezzano in particolare le capacità professionali e relazionali, il modo di intendere la professione e la sistemazione dell’ambulatorio del generalista
(oltre 90% di gradimento) e un po’ meno l’organizzazione del servizio, gli orari di apertura e la reperibilità e la disponibilità alle visite domiciliari, con percentuali di scontenti tra il 12.6 e il 19.6. In linea generale il livello di soddisfazione degli assistiti decresce lungo due direttrici: nello spostamento dal Nord verso le Regioni meridionali e nel passaggio dalle località con meno di 30.000 abitanti ai comuni più densamente popolati, dove notoriamente la MG è in affanno per via di una maggiore concorrenza.
Nella graduatoria generale dei servizi sanitari pubblici e privati disponibili sul territorio la qualità
percepita del generalista è inferiore solo a quella delle farmacie (98.2%) e degli studi medici privati (92.7%) mentre ad una certa distanza troviamo cliniche private (88%), laboratori di analisi (84.2%), ambulatori e consultori pubblici (84.2%), strutture di riabilitazione private (81.1%), ospedali e pronto soccorso (80.3%), strutture di riabilitazione e assistenza domiciliare pubbliche (73.5 e 71.8%).
Si possono avere i link ai riferimenti bibliografici per favore? Grazie mille Dr Edoardo Messina (corsista in Toscana)
RispondiEliminaSe mi lasci la tua mail provvedo. bllgpp@gmail.com
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