- multidimensionale e diacronica: il generalista assiste ogni nuovo iscritto in modo olistico e trasversale a 360 gradi, cioè come persona nella sua interezza bio-psico-sociale e culturale;
- organizzativa, nel senso di attivare e coordinare, seppur informalmente, i percorsi diagnostici e gli interventi degli attori professionali e non, che costituiscono i nodi della rete territoriale.
Cure Primarie
Notizie, commenti e riflessioni sulla medicina del territorio. "Non c'è nulla di più pratico di una buona teoria" (K. Lewin)
domenica 24 agosto 2025
Riusciranno i maxi-ambulatori a prendere due piccioni con una fava?
venerdì 22 agosto 2025
Le previsioni dei decision maker e il futuro del SSN
Nei prossimi mesi verranno al pettine o si scioglieranno due nodi cruciali per il futuro del SSN; le scelte degli specializzandi e dei potenziali candidati al Corso di formazione specifica Regionale in MG saranno dirimenti per il ricambio generazionale tra professionisti sanitari.
La situazione è critica sia in alcune specializzazioni ospedaliere, che non hanno sbocchi sul mercato libero professionale, sia sul territorio dove si registrano carenze più accentuate nelle aree interne e nei piccoli comuni nella collina e della montagna, in fase di spopolamento.
In teoria il PNRR con le Case e con gli Ospedali di Comunità doveva invertire questo trend ma il taglio di 1/3 di strutture per l'aumento e soprattutto il mancato finanziamento delle Case Spoke hanno messo in discussione l'efficacia del Piano, anche per la concomitanza del pensionamento di massa di MMG, paventato da tempo e malamente gestito.
Come si è arrivati ad una policrisi endemica che si avvicina pericolosamente a quella che Cavicchi ha definito una "catastrofe? In base a quali previsioni è stata governata la situazione negli ultimi anni?
Proviamo a ricapitolare alcune tappe delle scelte sulla formazione dei futuri medici specialisti e di MG, dalle quali dipenderà l'equilibrio del sistema ospedaliero e territoriale nei prossimi anni, a partire dalle dichiarazioni dei decision making.
"Per il personale medico avremo difficoltà per i prossimi 2-3 anni, ma poi, grazie agli investimenti messi in campo e alle borse di specializzazione medica finanziate, arrivate a oltre 17mila, la situazione cambierà".
2-OTTOBRE 2024. Previsione del governatore friulano Fedriga, coordinatore dei presidenti regionali alla conferenza stato-regioni, nell'ottobre 2024:
sabato 16 agosto 2025
L’incerto futuro della medicina territoriale dopo il PNRR: introduzione al volume
Giuseppe Belleri
LA RISTRUTTURAZIONE DELL’ASSISTENZA PRIMARIA
L’incerto futuro della medicina territoriale dopo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Edizione agosto 2025, pag. 130, KDP Amazon, disponibile in formato cartaceo ed e-book
Introduzione
Il Covid-19 ha avuto un particolare impatto sulla medicina del territorio per le sue specifiche caratteristiche strutturali e funzionali, facendo emergere un malessere professionale che ha radici profonde e lontane. La pandemia ha evidenziato le condizioni di abbandono del territorio, descritto per la prima volta dai colleghi nell'epicentro di Codogno.
Per correggere questo stato di cose è stata proposta una riforma complessiva dell’assistenza primaria, che si dovrebbe concretizzare nelle strutture territoriali previste dalla Missione 6C1 del PNRR (Case ed Ospedali di Comunità, Centri Operativi Territoriali, Distretti e potenziamento dell’assistenza domiciliare).
A queste
iniziative si dovrebbe affiancare in parallelo una revisione dello stato
giuridico dei medici del territorio nel SSN - attualmente in forma di Convenzione
tra lo stato e professionisti inquadrati come parasubordinati - che
per alcuni dovrebbe essere trasformato in rapporto di subordinazione. Anche la
formazione dei MMG è sotto accusa e in parallelo al passaggio alla dipendenza
dovrebbe essere superato l’attuale Corso di Formazione Specifica regionale per
evolvere verso una vera specializzazione universitaria. Il combinato disposto
tra il rapporto di subordinazione e il superiore status specialistico
dovrebbero risollevare sia l’immagine pubblica sia il morale della categoria,
fiaccato da tensioni crescenti con assistiti esigenti, per le interferenze
della burocrazia sanitaria e per un deficit di tutele lavorative e
previdenziali.
Attorno a questo programma si è coalizzato un composito fronte riformatore che ha imposto all’agenda pubblica l’esigenza di un cambiamento, tanto radicale quanto carico di incertezza e a rischio di sostenibilità, da quella finanziaria a quella logistica, dalla quella previdenziale a quella normativa. Se sulla revisione della formazione dei futuri MMG vi è un’ampia convergenza, non è così per il passaggio dal regime convenzionale alla dipendenza, ipotesi che divide il fronte sindacale.
Il volumetto si propone di fare il punto sul processo di riforma della medicina del territorio nell’ultima fase dell’attuazione del DM77. A seguito di un ampio dibattito pubblico e dell'approvazione di atti istituzionali, sono stati fissati tre punti fermi della cornice normativa per la ristrutturazione della medicina territoriale, consultabili in appendice:
- il DM 77 che detta gli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale e delle strutture finanziate dal PNRR;
- lo schema di riforma della MG, elaborato dalle regioni nel settembre 2021 e aggiornato nella primavera del 2025;
- il rinnovo dell’ACN 2019-2021 che ha introdotto il Ruolo Unico, recepito la AFT introdotte nel 2012 della riforma Balduzzi ed implementate con gli AIR dal 2025.
Tuttavia restano ancora diverse zone di incertezza, come il passaggio alla dipendenza dei convenzionati che dovrebbe garantire secondo alcuni la soluzione definitiva dei problemi della sanità territoriale. Anche l’iter della riforma del Corso di Formazione, nonostante unanimi consensi, resta a livello di dichiarazioni di intenti programmatici o di indefiniti progetti di legge. Difficile prevedere quali sbocchi avrà il percorso di cambiamento innescato dalla crisi pandemica ed il suo potenziale impatto sul lungo periodo. Le questioni ancora aperte troveranno una risposta in un senso o nell’altro solo al termine del quinquennio di riforme promosse dal PNRR, anche se il passaggio alla dipendenza sembra meno probabile dell’evoluzione verso la formazione specialistica universitaria.
All’inizio del secolo il sociologo sanitario Guido Giarelli (Giarelli, 2003) diede alle stampe un voluminoso saggio sul “malessere della medicina” - per l’impatto delle riforme introdotte sul finire del secolo scorso - frutto di un’ampia ricerca a livello internazionale sul disagio vissuto dalla categoria medica. Il saggio proponeva chiavi di lettura utili anche a decifrare il disagio della sanità territoriale, a partire da quattro sfide:
- la sfida inflattiva dei costi crescenti e insostenibili per il finanziamento dei sistemi di welfare, a fronte dei rendimenti proporzionalmente decrescenti in termini di risultati clinici, attesi e conseguiti;
- la sfida dell'iperspecificità, che si accompagna al rischio di alienazione relazionale tra medico e paziente e di effetti iatrogeni, per via di quella sorta di incomunicabilità che caratterizza le punte più avanzate della tecnomedicina;
- la sfida consumerista che si esprime nella proposta mercantile di una sanità "modello supermarket", in cui ogni paziente/consumatore può prendere a piacimento i prodotti offerti in bella mostra sugli scaffali dell'ipermercato della salute;
- la sfida epidemiologica, ovvero la “pandemia” di malattie croniche che hanno messo in evidenza una crisi di efficacia dei sistemi sanitari, di dimensioni tali da costringere a ripensare il nesso medicina-società-salute.

A queste sfide andrebbe aggiunto il sintomo che il bioeticista Daniel Callahan ha analizzato nel libro della fine del secolo scorso, vale a dire l'eccesso di aspettative di efficacia, l'ipertrofia di attese quasi miracolistiche verso la medicina, coltivate sia dai singoli cittadini pazienti o utenti/clienti sia dalla società nel suo complesso. La portata di questa sfida è sintetizzata nel crudo titolo originale del libro di Callahan (False Hopes) che l'editore italiano ha preferito rendere in modo soft con "la medicina impossibile". La matrice delle aspettative irrealistiche della gente verso una medicina insostenibile sta nella definizione di salute dell'OMS, vale a dire nella promessa di uno "stato-di-completo-benessere-psico-fisico-sociale" (e non-solo-assenza-di-malattia); oltre ad essere un'impegnativa dichiarazione programmatica la definizione di salute dell’OMS è diventata il metro per valutare interventi sanitari, cure, professionisti e soprattutto grado di soddisfazione, con esiti deludenti per il disallineamento tra attese e risultati, come nel caso delle polopatologie croniche invalidanti. Dopo la pandemia i nodi dell’insostenibilità sono venuti al pettine – basta pensare al problema delle liste d’attesa - e la sfida è diventata ardua per i medici di MG.
Il medico del territorio è stretto tra attese sociali di efficacia a 360 gradi verso l’impresa medico sanitaria tecno-specialistica, alimentate dal circuito industriale e mediatico e spesso disattese dalla realtà fattuale - che per l’economista sanitario elvetico Domenighetti “vanno al di là di ogni ragionevole evidenza scientifica” - e i limiti dell’offerta pubblica, a base di vincoli prescrittivi per contenere la crescita virtualmente illimitata dei bisogni e della spesa sanitaria. Sul piano sociale prevale un’induzione della domanda da parte dell’offerta, alimentata dal marketing che il sistema pubblico non riesce a soddisfare pienamente, in un contesto di patologizzazione e medicalizzazione mediato (Domenighetti 2007).
- dalla sistematica revisione al ribasso delle soglie dei parametri biologici che definiscono il patologico, per una serie di fattori di rischio probabilistici assimilati a condizioni di malattia;
- dalla generalizzazione delle diagnosi precoci, dei check-up e degli screening, percepite dalla popolazione come sinonimo di guarigione, ma che comportano il rischio di sovradiagnosi;
- dall’attribuzione dello statuto di “malattia” a condizioni, che fanno parte del normale processo biologico della vita, ad esempio con campagne di disease mongering;
- dalla promozione di aspettative verso l’impresa medica, al di là di delle evidenza scientifiche EBM, che alimentano una privatizzazione di fatto, a compensazione del deficit dell'offerta pubblica, proporzionale all’allungamento dei tempi di attesa per le prestazioni di diagnostica ambulatoriale;
- dalla diffusione del Web, che ha ridotto l’asimmetria informativa tra medico e paziente per effetto della disintermediazione dalla rete e del tramonto del tradizionale paternalismo.

Il presente volume parte da un abbozzo di “diagnosi” del malessere denunciato dai Medici di Medicina Generale (MMG), ne proporne un’interpretazione “fisiopatologica” ed avanza alcune opzioni “terapeutiche”. Il frame concettuale adottato è quello del professionalismo nell’accezione classica (Freidson, 2003) come terza via tra burocratizzazione statale e deriva manageriale del liberismo, con le sue più recenti varianti (Bellini, 2020); il travaglio della MG può essere letto come ultima tappa del declino della dominanza medica, che nel nuovo secolo ha avuto un’accelerazione per il concorso di varie concause esposte nel primo capitolo, in particolare per l’impatto del New Public Management e della Medicina Amministrata.
Il testo si compone di un'introduzione e 6 capitoli. Il secondo analizza il disagio professionale del MMG in una prospettiva socio-culturale; il successivo propone il profilo economico, giuridico, epidemiologico ed organizzativo della MG. Il quarto descrive a grandi linee le criticità imputate alla medicina del territorio, che motivano la riorganizzazione dell’assistenza primaria nella fase post pandemica. Per superare i problemi è stato proposto il passaggio alla dipendenza e la trasformazione dal Corso Regionale in una specializzazione universitaria, analizzati nel relativo capitolo. Gli ultimi due sono dedicati alle potenzialità della Comunità di Pratica e della burocrazia di strada, per la riorganizzazione e la promozione della MG, mentre quello finale prende in esame i problemi di implementazione e gli incerti esiti del DM77.
Bibliografia a richiesta: bllgpp@gmail.com
giovedì 7 agosto 2025
La riforma dell'assistenza primaria territoriale: un volumetto per fare il punto della situazione
Agosto 2025, pag. 125, Edizioni Amazon KDP in formato cartaceo ed e-book- Al link l'estratto
CONVIENE ADERIRE IL RUOLO UNICO? DALL'AIR DELLE MACHE LE PRIME INDICAZIONI
Gli AIR recentemente sottoscritti in numerose regioni o in fase di trattativa recepiscono l'ACN 2019-2021 varato nell'aprile 2024, attuando il Ruolo Unico, disciplinando le AFT e la partecipazione dei medici dell'AP all'attività delle case della Comunità, in fase di edificazione. Le prime indicazioni arrivano dall'AIR delle Marche in vigore da ogosto.
Ecco in proposito il testo dell'ACN sul debito orario da svolgere nelle CdC, per chi accetta il Ruolo Unico, in rapporto ai pazienti in carico.
Restano però ancora incertezze sul debito orario dovuto dai medici convenzionati già inserti prima del 2025 che dovessero aderire al Ruolo Unico, con i relativi obblighi per quanto riguarda le ore stabilite dall'articolo 38 dell'ACN. I dubbi riguardano l'aspetto economico, l'attività da svolgere a rapporto orario nelle Case della Comunità e gli aspetti logistici, come la distanza dalla struttura e la tipologia, ovvero se mega CdC Hub a gestione manageriale ospedalocentrica o CdC Spoke medio-piccole di prossimità, assimilabili alle UCCP della Balduzzi.
• + € 13,62/ora (quota integrativa regionale),
• Totale: € 37,87 lordi per ora di attività oraria (227,22 € lordi a settimana, per 6 ore di attività in CdC, pari a circa 1000€ mensili).
- probabilmente converrà al MMG con poco più di 1000 o 1200 scelte, se non ha concrete possibilità di arrivare al massimale oppure se si è autolimitato
- probabilmente NI al MMG vicino o poco oltre il massimale per le scelte in deroga
- probabilmente NO al medico che ha accettato l'aumento del massimale a 1800, visto l'impegno di ulteriori 6 ore settimanali in CdC.
P.S. AIR MARCHE: ruolo unico e impegno orario.
L’AIR prevede per i nuovi medici dell'AP un impegno settimanale di 38 ore, da articolarsi tra:
• attività ambulatoriale a ciclo di scelta,
• attività oraria in AFT
• assistenza domiciliare e medicina di iniziativa.
Il budget orario regionale (1.307.404 assistibili) è di 856.346 ore annue, ripartite tra le diverse AST.
Le ore di attività oraria, comprese quelle notturne, nei festivi e nei turni diurne del sabato, saranno così remunerate:
• € 24,25/ora (quota base art. 47 ACN),
• + € 13,62/ora (quota integrativa regionale),
• Totale: € 37,87 lordi per ora di attività oraria.
A questa si aggiunge la retribuzione per eventuali turni di reperibilità, pagati a € 24,25/ora, con obblighi stringenti in termini di risposta e sanzioni in caso di assenza.
venerdì 1 agosto 2025
L'assistenza medica diurna è un compito delle UCCP e delle Case della Comunità, non delle AFT!
Secondo la riforma Balduzzi del 2012 le UCCP sono strutture multiprofessionali inserite nel sistema di offerta, attraverso la "la costituzione di reti di poliambulatoriatori territoriali dotati di strumentazione di base, aperti al pubblico per tutto l’arco della giornata, nonchè nei giorni prefestivi e festivi con idonea turnazione”.
Le AFT sono “forme organizzative monoprofessionali che condividono in forma strutturata, obiettivi e percorsi assistenziali, strumenti di valutazione della qualità assistenziale, linee guida, audit e strumenti analoghi”.
Prima della Balduzzi la continuità degli orari diurni era già stato attribuita dagli AIR alle Associazioni in rete, piccoli gruppi virtuali territoriali simili alle AFT, composti da medici single presenti in un quartiere cittadino o in diversi paesi delle aree rurali. Il proposito si è rivelato inefficace per vari motivi a partire da quelli logistici.
Oggi, secono alcuni AIR recentemente sottoscritti, la continuità H12 dovrebbe essere garantità dal coordinamento degli orari di studio dei medici dell'AFT, trasformando surrettiziamente le AFT in pseudo-UCCP.
Proviamo ad immaginare il percorso ad ostacoli che dovrà superare un assistito che volesse usufruire della continuità H12 o in limitati orari tra i medici della AFT
- disporre di tutte informazioni sui medici dell'AFT a cui fare riferimento in caso di necessità: nominativi, sede dello studio, orari di visita, n. telefonico etc..
- se non è già in possesso di queste informazioni ricercarle attivamente su internet
- decidere a quale di questi medici rivolgersi in relazione alla fascia oraria in cui è emersa la necessità della consultazione (nei mesi estivi il medico prescelto potrebbe avere un supplente o essere sostituto da un collega della zona in altro studio)
- recarsi allo studio del medico scelto con mezzi pubblici se disponibili, oppure con un auto privata
- in questo secondo caso cercare un parcheggio e poi accedere allo studio dove restare in attesa del proprio turno, se il medico riceve senza appuntamento, oppure al termine degli appuntamenti (nel corso del tempo gli orari di visita potrebbero variare)
- arrivato il proprio turno consultare il medico della continuità diurna, portando tutta la documentazione sanitaria in suo possesso oppure con la consultazione del FSE, con i ben noti limiti informativi del fascicolo
- recarsi prima in farmacia per ritirare eventuali farmaci e ritornare alla propria residenza con il mezzo pubblico o privato.
martedì 29 luglio 2025
IL PD ACCANTONA IL PASSAGGIO ALLA DIPENDENZA
domenica 27 luglio 2025
La medicina generale di fronte al dilemma della complessità: differenziazione o ridondanza?
Tutti i sistemi organizzativi devono affrontare il dilemma della complessità, così sintetizzabile: per rispondere alla sfida lanciata dalla complessità ambientale - per definizione superiore a quella di qualsiasi organizzazione o impresa - conviene aumentare la varietà/ridondanza interna, oppure è meglio selezionare una porzione dell'ambiente, a cui rispondere in modo elettivo e super-specialistico?
L'equivoco delle AFT e il tentativo di trasformarle in UCCP
Da anni un equivoco circa le UCCP le AFT accompagna la tormentata sorte della riforma Balduzzi del 2012. Vediamo prima di tutto il dettato della legge Balduzzi sulle forme associative delle cure primarie.
Le Aggregazioni Funzionali Territoriali sono associazioni virtuali e non strutturali “al fine di migliorare il livello di efficienza e di capacità di presa in carico dei cittadini” in quanto “forme organizzative monoprofessionali che condividono in forma strutturata, obiettivi e percorsi assistenziali, strumenti di valutazione della qualità assistenziale, linee guida, audit e strumenti analoghi”.
giovedì 24 luglio 2025
ITINERARI DIAGNOSTICI IN MG (Recenti Progressi in Medicina, giugno 2025)
Ecco l'astract dell'articolo pubblicato su Recenti Progressi in Medicina di giugno, con uno schema dei contenuti e la mappa degli itinerari diagnostici. L'articolo è la sintesi del libro omonimo del dicembre 2024, disponibile su Amazon.