lunedì 13 ottobre 2025

Sovraffollamento del PS: è "colpa" del territorio?

Il controverso tema del sovraffollamento del PS è sempre sotto i riflettori dei media e dell’opinione pubblica, con analisi che sottolineano le presunte responsabilità del “territorio” nella genesi del fenomeno, in modo spesso semplificato.

Dipende cosa si intende per "territorio", che comprende una rete articolata di forme organizzative dell'Assistenza Primaria (AP): MMG singoli, in gruppo monoprofessionale, in AFT, in UCCP, medici di Continuità Assistenziale, dei CAU e in futuro operatori sanitari nelle CdC multiprofessionali Hub&Spoke (medici dell’AP del ruolo unico).

sabato 4 ottobre 2025

ITALIA NOSTRA. Conferenza "Città in salute", Brescia 15 ottobre 2025

PRESENTAZIONE

Gli esperti nel campo della salute pubblica e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) concordano sul fatto che lo stato di salute di un individuo e di una popolazione sia influenzato da una combinazione di fattori, noti come determinanti della salute.

Secondo diverse stime e modelli, le percentuali attribuite ai vari determinanti possono variare leggermente, ma evidenziano in modo consistente il ruolo predominante dei fattori non medici.

Una ripartizione comune delle percentuali di impatto sui risultati di salute (esclusi i fattori genetici) è approssimativamente la seguente:

Determinanti Sociali ed Economici (Fattori Socioeconomici e Ambientali): 40-50%

  • Includono condizioni di vita e di lavoro, reddito, livello di istruzione, alloggio, accesso a cibo sano, e ambiente fisico (aria, acqua pulita).
  • L'OMS stima che i determinanti sociali della salute siano responsabili del 30-55% degli esiti sanitari.

In studi che considerano solo i fattori modificabili e ignorano la genetica, i fattori non medici (comportamento individuale e ambiente) rappresentano l'80-90% della salute di una persona.

Comportamenti Individuali legati alla Salute (Stili di Vita): 30-40%

  • Comprendono dieta, attività fisica, fumo, uso di alcol e altre scelte personali.

Genetica e Biologia Umana: 10-30%

  • Include il patrimonio genetico, l'età e il sesso. Alcune stime attribuiscono circa il 30% alla genetica.

Accesso e Qualità dell'Assistenza Sanitaria (Sistema Sanitario): 10-20%

  • Si riferisce ai servizi medici e all'assistenza clinica. Il consenso è che l'assistenza medica da sola incida solo per il 10-20% sui risultati di salute di una popolazione.

In sintesi, le stime più recenti e accreditate indicano che i fattori sociali, economici e comportamentali (i determinanti non medici della salute) incidono in modo preponderante, per l'80-90% o più, sulla salute di una persona.

L’influenza delle condizioni ambientali sulla salute e sulle malattie acute infettive è stata al centro dell’igiene pubblica e ambientale da quando i dati della ricerca hanno dimostrato il nesso tra le scadenti condizioni di vita e lavoro della popolazione ed alcune epidemie del passato; alla metà del secolo scorso il concetto di salute come assenza di malattia è stato sostituito dalla definizione dei salute dell’OMS del 1948 come stato di completo benessere psichico, fisico e sociale.

Con la prevalenza della Malattie Cronico-Degenerative, in sostituzione di quelle acute infettive, si è riproposto con numerose evidenze epidemiologiche il nesso tra fattori di rischio, malattie croniche e condizioni di vita e ambientali, a partire dall’influenza delle disuguaglianze socioeconomiche sulla mortalità.

Le patologie croniche non trasmissibili prevalenti nelle società industriali sono responsabili dell'86% delle morti e del 77% delle malattie in Europa. La Sedentarietà è la quarta causa di morte a cui si abbinano spesso stili di vita e abitudini alimentari scorrette e riduzione dell’attività fisica all’aria aperta, che contribuiscono al prevalere delle malattie croniche non trasmissibili, come obesità, diabete e malattie cardio-respiratorie.

In questo contesto si inserisce l’obiettivo dell’Urban One Health di promuovere un modello olistico di pianificazione urbana in cui, integrando discipline diverse – dall’architettura alla medicina, dall’ingegneria alla biologia – venga tutelata la salute di singoli e delle comunità nei contesti urbani, tenendo conto delle interconnessioni fra uomo ed ecosistema che condizionano la qualità della vita e la salute.

Entro il 2050 buon parte della popolazione mondiale vivrà grandi in centri urbani e in megalopoli. Nel 2015 le Nazioni Unite avevano inserito fra i 17 obiettivi dello Sviluppo Sostenibile quello di rendere le città inclusive, sicure e sostenibili, non solo per la dotazione di servizi sanitari ma anche per l’assetto urbanistico, i trasporti, il contesto occupazionale, la sostenibilità ambientale e i servizi di prossimità.

L'aspettativa di vita media è influenzata dalle condizioni socio-economiche, abitative, ambientali e culturali, man mano che ci si allontana dal centro città, con una differenza di alcuni anni in meno nelle zone periferiche.

Inoltre le aree metropolitane contribuiscono per il 70% alle emissioni globali di carbonio e all’inquinamento dell’aria, soprattutto nei centri urbani densamente abitati: le condizioni ambientali, climatiche, abitative, sociali delle città si riflettono sulla salute di chi vi vive, ma anche sul benessere di animali, piante ed ecosistemi.

Per questi motivi l’OMS promuove la creazione di aree verdi di prossimità: se ogni cittadino europeo potesse disporre di 5.000 mq di verde a 300 metri dalla propria abitazione si potrebbero evitare 43.000 decessi prematuri all’anno, grazie alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e all’azione ambientale raffrescante. Si calcola che se parchi, giardini e zone erbose arrivassero a coprire il 40% della superficie urbana si potrebbe ottenere una riduzione significativa della temperatura al suolo.

Numerosi studi hanno dimostrato i benefici delle aree verdi sul benessere psico-fisico, sulla salute cognitiva e psichica dei bambini e degli adolescenti, sul decorso di numerose condizioni come la gravidanza, l’obesità, le malattie metaboliche e cardiovascolari, soprattutto in rapporto all’attività fisica favorita dai parchi pubblici.

La diffusione delle aree verdi gioca un ruolo chiave in relazione a diversi aspetti della Urban One Health, che il convegno promosso da Italia Nostra intende approfondire, in particolare circa

  •     il contributo alla mitigazione del riscaldamento climatico e dell’inquinamento ambientale;
  •      la pianificazione urbanistica, con la tipologia, diffusione e la corretta manutenzione delle aree verdi;
  •       il contributo alla salute pubblica, al benessere psicologico e sociale e alla prevenzione di fattori di rischio per le malattie croniche.

Per approfondire:

venerdì 3 ottobre 2025

I modelli esplicativi dell'antropologia medica

  Estratto dalla GUIDA AL PIANO NAZIONALE DELLA CRONICITA’

Dai fattori di rischio alle polipatologie croniche, una sfida organizzativa, educativa e culturale per l’assistenza primaria 

Disponibile su Amazon in formato cartaceo ed e-book, pag, 198

La dimensione antropologica: una nuova prospettiva sulla diversità dei modelli esplicativi

 L’antropologia medica con il concetto di modello esplicativo (ME) propone una chiave di lettura utile anche per la cronicità. Prima però conviene introdurre una definizione di cultura spendibile nel contesto sanitario per favorire una competenza professionale anche in questo settore, che non si riduca all’incontro con culture “esotiche”, di cui sono portatori le popolazioni immigrate. 

Con il termine cultura non si deve intendere solo la produzione di opere letterarie, poetiche, saggistiche, filosofiche, scientifiche, musicali, artistiche di carattere accademico “alto”.

 La cultura può riguardare tanto ciò che diamo per scontato e non sottoponiamo a giudizio critico – cioè che presumiamo sia universale – quanto ciò che comprendiamo della diversità sociale. Pertanto proponiamo la seguente definizione di cultura: l’insieme delle conoscenze condivise, implicite ed esplicite, che vanno a costituire convenzioni e pratiche, ma anche le idee, i simboli e gli artefatti concreti che sostengono tali convenzioni e pratiche, rendendole significative.[1]

giovedì 2 ottobre 2025

Medicina evoluzionistica e malattie croniche

 Estratto dalla GUIDA AL PIANO NAZIONALE DELLA CRONICITA’

Dai fattori di rischio alle polipatologie croniche, una sfida organizzativa, educativa e culturale per l’assistenza primaria 

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Capitolo 6 . Medicina evoluzionistica, mismatch e cronicità

 Secondo l'approccio darwiniano la salute e la patologia assumono significati diversi rispetto al pensiero medico tradizionale quando sono collocati in una prospettiva evoluzionistica. Le condizioni di salute e di malattia non dipendono solo da agenti causali prossimali diretti, che alterano gli equilibri fisiologici, ovvero da fattori immediati come nel modello esplicativo della teoria dei germi

Oltre alle risposte fisiopatologiche prossime, innescate da perturbazioni ambientali, esistono cause remore che si manifestano in modo disadattativo al tempo presente in quanto il frutto di adattamenti remoti.

Ad esempio per la medicina evoluzionistica i sintomi delle patologie acute infettive, tipiche dell’ambiente di vita delle popolazioni di cacciatori e raccoglitori, hanno una funzione adattativa per rispondere efficacemente all’egente eziologico, in quanto frutto della selezione naturale per migliorare la sopravvivenza della specie.

Cronicità e valutazione del rischio

 Estratto dalla GUIDA AL PIANO NAZIONALE DELLA CRONICITA’

Dai fattori di rischio alle polipatologie croniche, una sfida organizzativa, educativa e culturale per l’assistenza primaria 

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Capitolo 6 . Cronicità e valutazione del rischio

 La cronicità ha rotto schemi interpretativi diffusi, ha rimescolato le carte rispetto a modelli di causalità consolidati, inducendo dissonanze cognitive, culturali e socio-relazionali a cui la medicina non ha ancora dato una risposta gestionale ben definita. Queste differenze hanno importanti conseguenze sull’identità professionale dei medici, sui bisogni e sulle aspettative dei pazienti, sulle concezioni e sulle valutazioni di entrambi circa la natura e le cause delle malattie, la qualità dell’assistenza e gli obiettivi delle cure farmacologiche.

domenica 21 settembre 2025

Street level Bureaucrat, una nuova prospettiva analitica per la medicina territoriale

Organizzazione Sanitaria, N. 3/2025, p. 9-18 - Introduzione

La burocrazia non gode di buona fama, specie quando viene declinata nel contesto medico-sanitario. Se ne lamentano i pazienti, che vedono nei medici degli anonimi passa-carte o degli erogatori di prestazioni standardizzate, ma non sono da meno gli operatori sanitari, che si sentono sminuiti e professionalmente depauperati dall’ingerenza di procedure burocratiche onnipresenti che li distolgono dai compiti clinici e dai doveri etico-deontologici.

 

lunedì 15 settembre 2025

Approccio diagnostico e giurisdizione professionale

Nelle ultime settimane estive si è sviluppata una polemica tra generalisti e specialisti sulla competenza esclusiva, con il confronto tra dermatologi e sindadacalisti della MG sulla proposta di utilizzare i fondi già stanziati per dotare gli studi di medici di dermatoscopi, in modo da  consentire ai generalisti di effettuare un primo livello di valutazione e alleggerire le liste d’attesa. 

domenica 14 settembre 2025

Commento alle Linee Guida regionali sull'attività oraria dei medici del ruolo unico nelle CdC

Nell'intervento al Meeting di Rimini il ministro della salute ha annunciato la disponibilità dei medici di base a garantire turni fino a dodici ore al giorno, affiancati da specialisti e altri professionisti sanitari. L’obiettivo è assicurare l’apertura delle nuove Case di Comunità per tutta la settimana, come precisato dal ministro in una successiva dichiarazione: “Non possiamo pensare di avviare la medicina territoriale senza il supporto e l’ausilio dei medici di medicina generale. Per questo dovranno trascorrere una parte del loro orario anche all’interno delle Case di comunità”.

venerdì 12 settembre 2025

Linee guida delle regioni per l'attività oraria nelle Case di Comunità dei medici del ruolo unico di AP

Di seguito una sintesi delle Linee di indirizzo per l’attività oraria da rendere da parte dei medici del ruolo unico di assistenza primaria nelle Case della Comunità, documento del 9 settembre 2025.

Il testo completo al link: https://www.quotidianosanita.it/allegati/create_pdf.php?all=1757665685.pdf 

Al link il commento: https://curprim.blogspot.com/2025/09/commento-alle-linee-guida-regionali.html


Contesto e obiettivi

  • Definire indicazioni operative per i medici del “ruolo unico di assistenza primaria” nelle Case della Comunità (hub e spoke), secondo il DM 77/2022 e l’Accordo Collettivo Nazionale (ACN) del 4 aprile 2024.
  • Potenziare l’assistenza territoriale per garantire i LEA, riducendo disuguaglianze tramite modelli di servizio più coerenti sul territorio nazionale.
  • Le Case della Comunità (CdC) sono presidi fisici di prossimità dove cittadini accedono per bisogni sanitari e sociosanitari, in integrazione con altri servizi come ospedali, farmacie, servizi sociali, etc.

Struttura organizzativa

  • Le CdC rientrano nell’ambito delle UCCP (Unità Complessa delle Cure Primarie), cui sono collegate le AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) di medici di medicina generale, pediatri, specialisti ambulatoriali, etc.
  • Il carattere multiprofessionale è fondamentale: medici, infermieri, ostetriche, professioni tecniche, riabilitazione, prevenzione, servizi sociali, etc., operano in equipe.
  • Forte integrazione informatica: uso comune di sistemi, scambio dati, uso del Fascicolo Sanitario Elettronico, teleconsulto, etc.

Ruolo unico dei medici di assistenza primaria

  • I medici di medicina generale (MMG) e quelli della continuità assistenziale diventano “medici del ruolo unico di assistenza primaria” con attività su base oraria e a ciclo di scelta.
  • A partire dal 2025 tutti i nuovi incarichi saranno in ruolo unico. Medici già in convenzione possono transitare al ruolo unico in casi di necessità assistenziale.

Attività orarie e continuità assistenziale

  • L’attività oraria dei medici del ruolo unico di AP serve per garantire accesso ai cittadini su base territoriale, h 24 nei CdC tipo hub, h 12 nei CdC spoke.
  • Turni e sedi organizzati dall’Azienda sanitaria distrettuale, in collaborazione con le AFT. Equità distributiva nella assegnazione dei turni.
  • La continuità assistenziale si amplia oltre i servizi notturni/festivi, integrando attività diurne e feriali, nella logica di risposta costante sul territorio.

Tipologie di prestazioni e funzioni dei medici del Ruolo Unico

  • Prestazioni per bisogni non differibili, visite mediche, diagnosi di primo livello, prescrizioni, visite occasionali, assistenza a turisti/studentesse fuori sede, cittadini non residenti.
  • Gestione della cronicità e fragilità: programmi di presa in carico multiprofessionale per monitoraggio, limitazione delle ospedalizzazioni.
  • Attività di salute pubblica e promozione della salute: medicina d’iniziativa, prevenzione, stratificazione dei bisogni della popolazione.

Strumentazione, infrastrutture e formazione

  • Le CdC devono avere diagnostica di primo livello, dispositivi medici adeguati, interoperabilità con telemedicina e FSE.
  • Sistemi informatici per registrare prestazioni, prescrizioni, dati clinici, accesso al FSE.
  • Formazione obbligatoria per i medici: supporto vitale di base e defibrillazione (BLS-D), uso degli strumenti diagnostici, etc.

Ecco i punti chiave in sintesi molto breve del documento che riguarda solo le attività orarie dei medici del Ruolo Unico di AP

  • Case della Comunità (CdC): centri di prossimità dove cittadini trovano assistenza sanitaria e sociosanitaria, con team multiprofessionali.
  • Ruolo unico dei medici: unifica medici di base e guardia medica; attività su base oraria + ciclo di scelta. 
  • L'attività oraria dei medici del Ruolo Unico sarà svolta sia nei turni notturni della Continuità Assistenziale sia nelle fasce diurne della settimana nelle CdC. 
  • Orari di apertura: h 24 nelle CdC hub, h 12 nelle spoke.
  • Compiti principali dei medici:
    • prestazioni per bisogni non differibili (urgenze minori, prescrizioni, visite occasionali);
    • gestione cronici e fragili con presa in carico integrata;
    • attività di prevenzione e salute pubblica.
  • Organizzazione dei turni: decisa dalle aziende sanitarie, equamente distribuiti tra i medici.
  • Strumenti e supporti: diagnostica di primo livello, telemedicina, Fascicolo Sanitario Elettronico.
  • Formazione obbligatoria: BLS-D e uso di strumenti diagnostici.

In pratica: le CdC diventano il punto di riferimento costante e integrato per i cittadini, in cui operano i medici del Ruolo Unico ad attività oraria a copertura l’intero arco della giornata, nella rete hub&Spoke.

domenica 24 agosto 2025

Riusciranno i maxi-ambulatori a prendere due piccioni con una fava?

AGOSTO 2025 - Ad un anno dal termine del PNRR ecco la previsione del Ministro della salute Schillaci sugli sviluppi del DM77:

“Ho appena incontrato il loro sindacato,” ha comunicato il Ministro “che si è reso disponibile a collaborare per attivare fattivamente i nuovi maxi-ambulatori aperti sette giorni su sette, almeno per 12 ore al giorno, dove lavoreranno insieme agli specialisti. Con l'aumento degli anziani affetti da policronicità, l'immagine del medico di famiglia che lavora come un lupo solitario è anacronistica. Comunque verrà fissato un orario congruo di presenza nelle nuove strutture, che costituiranno anche un grande filtro per i pronto soccorso”.