venerdì 25 marzo 2016

AFT, tecnologia e codici bianchi

In una recente intervista il capo negoziatore del comitato di settore per il rinnovo dell'ACN ( http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=37961 ) afferma che il PS sarebbe oberato di codici bianco/verdi perchè la gente non trova un medico dalle 10 alle 14. La soluzione del problema starebbe nelle AFT "organizzate in modo che ogni cittadino, territorio per territorio, saprà cosa c’è di disponibile dalle 8 alle 20 con la turnazione degli studi dei medici che dovranno obbligatoriamente integrarsi fra loro, non come succede oggi".

Nella realtà, evidentemente sconosciuta al capo negoziatore, in alcune regioni già ora la medicina in associazione prevede il coordinamento degli orari degli studi medici in modo da coprire tutta la giornata e per consentire agli assistiti di trovare sempre un medico disponibile. L'esperienza dimostra però che la soluzione non funziona, come possono testimoniare i colleghi della associazioni, specie nelle piccole realtà dove la gente preferisce andare al PS piuttosto che vagare alla ricerca di uno studio aperto a quell'ora, magari in paese vicini o in zone poco servite dai trasporti pubblici! Più che le AFT sarebbero le Unità Complesse o UCCP ben organizzate, riconoscibili e dotate di adeguate strutture e personale ad attrarre potenzialmente una piccola parte di codici bianchi in cerca di una risposta al proprio bisogno di salute.
Il motivo dell'accesso improprio della gente al PS è noto da tempo, vale a dire il gap tra domanda ed offerta di prestazioni tecno-specialistiche e non saranno certo le AFT o il coordinamento degli orari di studi medici dispersi sul territorio a colmare tale crescente divario. Il Pronto Soccorso è il luogo organizzativo dove vengono dispensate in tempo (quasi) reale e ad libitum tecnologia biomedica e/o prestazioni specialistiche, tant’è che la gente si rivolge alle strutture di emergenza non nel weeck-end, quando il generalista è “a riposo”, ma proprio nelle fasce orarie della settimana quando lo stesso è in attività e il P.S. mette a disposizione tutta la sua potenza tecnologica di fuoco. 

Perchè, se non si è ancora compreso, la tecnologia biomedica ha sconvolto il tradizionale metodo di approccio e risoluzione dei problemi, marca la differenza tra territorio ed ospedale ed attrae in modo irresistibile gli utenti del SSN verso il PS. Basta confrontare l'approccio diagnostico del medico di MG con quello del PS in banali ed ordinarie situazioni, ad esempio la classica forma "influenzale": se il generalista si limita a visitare e prescrivere antipiretici o un antibiotico in caso di paziente a rischio, in Pronto Soccorso il medesimo assistito eseguirà almeno una radiografia del torace e la routine di esami del sangue e solo al termine di questo iter verrà dimesso, spesso con una terapia antibiotica di routine. 

La disponibilità di tecnologia e di risorse specialistiche pronto uso fa la differenza tra ospedale e territorio sia a livello pratico - come e' ovvio e naturale essendo la tecne per definizione un potente strumento per intervenire e modificare la realtà - sia a livello conoscitivo e quindi diagnostico. Molti esperti, medici ma anche giornalisti e decisori pubblici, non si sono ancora resi conto dell'impatto "rivoluzionario" della tecnologia biomedica sull'operato degli addetti ai lavori, sulla percezione della realtà degli assistiti e dei medici e sui bisogni degli utenti in generale. La tecnologia in PS non è solo un indispensabile strumento diagnostico ma è il principale mediatore delle pratiche sanitarie che poggiano su una conoscenza distribuita nell'ambiente sanitario, negli artefatti tecnici ed informatici, nelle routine, nei protocolli e negli automatismi organizzativi.

Un cambiamento epocale, una trasformazione silenziosa e irreversibile che con il tempo emerge in modo vistoso e "catastrofico". Il PS è il luogo elettivo in cui si palesano gli effetti psicologici e pratici, per non dire antropologici, della rivoluzione tecnologica che scorre ormai sotto i nostri occhi da almeno trent'anni. Non e' un caso che il PS abbia subito negli ultimi decenni, sotto la spinta sinergica della ristrutturazione economico-organizzativa del sistema (DRG e riduzione dei posti letto) e dell'impatto dell'evoluzione tecnologica, la più radicale metamorfosi e ristrutturazione di un servizio pubblico: da semplice stazione di smistamento ai reparti a complesso sistema organizzativo che attua un rigido filtro diagnostico-terapeutico all’accesso, offrendo prestazioni diagnostico-terapeutiche concentrate nel tempo e nello spazio come nessun altro servizio. Da questa offerta illimitata deriva l'attrattività del PS nei confronti di una domanda che fatica a trovare altre risposte su percorsi organizzativi ordinari (liste d'attesa, incombenze burocratiche, problemi economici etc..).

Ci da una mano nella comprensione di questa profonda trasformazione Kevin Kelly che nel libro "Quello che vuole la tecnologia", edizioni Codice analizza le rivoluzioni sociali, culturali ed economiche propiziate dalle diverse ere tecnologiche che si sono susseguite nella storia dell'umanità, a partire dalla transizione dal mondo dei cacciatori/raccoglitori alla scoperta dell'agricoltura ( http://www.codiceedizioni.it/wp-content/uploads/2011/02/Kelly_Quello_Che_Vuole_La_Tecnologia_Preview.pdf ) . 

Le argomentazioni di Kelly sono riconducibili all'ipotesi che esista un universo autonomo, il cosiddetto Technium, dove le scoperte e le pratiche tecnologiche umane si susseguono e si affermano stratificandosi e ramificandosi in mille modi: la tecnologia nel suo complesso non e’ solo un guazzabuglio di fili e metallo, ma una sorta di organismo vivente in continua evoluzione, con esigenze proprie e tendenze inconsce. Secondo Kelly il technium vive di vita propria, si nutre di continue ricombinazioni, metamorfosi e procede per dinamiche autonome rispetto alla vita degli uomini, sempre più condizionata dalle scoperte tecnologiche. 

Basti pensare alle specializzazioni mediche - dall’endoscopista all’ecografista, dall’emodinamista al genetista molecolare - che ormai si polarizzano attorno a specifiche tecnologie biomediche. Senza endoscopio, ecografo, microscopio elettronico etc.. la professionalità sarebbe monca e povera: anzi a ben vedere il professionista ha ormai un rapporto simbiotico con lo strumento tecnologico, per non dire parassitario e di vera dipendenza. Ecco, il PS è l’epicentro organizzativo del Sistema Sanitario in cui si manifestano gli effetti, tanto dirompenti quanto profondi, della tecnologia biomedica e del technium sulla vita degli uomini sani e malati.

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