C'era
una volta il “bollino verde”, introdotto
all’ inizio del secolo
in Lombardia, per instradare in una corsia preferenziale le
cosiddette “urgenze differibili”. L’obiettivo era di offrire
un’alternativa all’ utilizzo
improprio
al
PS, onde contenere il sovraccarico delle strutture di
emergenza/urgenza: grazie all’ apposizione del fatidico adesivo
verde da parte del medico di MG la prestazione diagnostica o
specialistica poteva essere deviata sulle strutture ambulatoriali
ordinarie, che erano tenute a soddisfarla entro 72 ore dalla
prenotazione.
Ben
presto però il bollino verde è stato utilizzato per scopi non
previsti dagli amministratori regionali
e, invece di migliorare l’appropriatezza organizzativa e temporale
dell'offerta, e si è trasformato in un grimmaldello per aggirare le
lunghe liste d'attesa, in situazioni che nulla hanno
di urgente: per giunta in molti casi l'utilizzo dell'urgenza
differibile avviene su pressione dagli assistiti, per by-passare
liste d’attesa, o su “suggerimento” dal personale
amministrativo addetto alla prenotazione.
La
vicenda del “bollino verde” è un esempio delle conseguenze
inintenzionali e impreviste
di
una deliberazioni finalizzata a raggiungere bel altro obiettivo,
tantè che in alcuni casi in i CUP non procedono alla prenotazione
delle “urgenze differibili” per eccesso di richieste e con tempi
di esecuzione della prestazione ormai fuori controllo.
Come
rimediare agli effetti “perversi” del bollino verde, migliorare
l’appropriatezza organizzativa riducendo lo squilibrio tra domanda ed offerta di prestazioni
ambulatoriali? La
soluzione, caldeggiata da tempo dalla MG ( http://curprim.blogspot.it/2015/10/una-modesta-proposta-per-razionalizzare_26.html ), è arrivata all'inizio del
2016 anche in Lombardia, dopo essere stata sperimentata
in altre regioni: una
diversificazione dei criteri di priorità temporale delle prestazioni
ambulatoriali, in modo che la
varietà dell’offerta
organizzativa possa venire incontro alla varietà delle richieste
provenienti dal territorio.
Così
dal
2016 sono entrate in vigore nuove classi di priorità, nell'ambito
dell'introduzione della dematerializzazione delle prescrizioni di
diagnostica ambulatoriale (Ricetta Elettronica) e
come previsto
dal Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa 2010-2012, così
articolate:
- U= urgente (nel più breve tempo possibile o, se differibile, entro 72 ore)
-
B= entro 10 gg
-
D= entro 30 gg (visite) entro 60 gg (prestazioni strumentali)
-
P= programmabile
In
teoria a pieno regime i
nuovi “filtri” dell’accesso alle strutture d’offerta e il
conseguente
riassetto
organizzativo dovrebbero produrre un significativo miglioramento
dell'appropriatezza temporale ed organizzativa delle prestazioni
diagnostiche, conseguendo
alcuni obiettivi attesi da tutti gli attori:
-
riduzione del numero di bollini verdi inappropriati, grazie alla deviazioni delle prestazioni verso le priorità B e D;
-
percorsi diagnostici più adatti alle esigenze cliniche dei singoli casi e razionalizzazione organizzativa delle prestazioni ambulatoriali;
-
maggiore soddisfazione degli utenti, per una risposta più pronta ed efficace, in relazione ai bisogni soggettivi, e con minore ricorso alle prestazioni libero-professionali in alternativa all'offerta del SSR.
Purtroppo
però, a più sei mesi dall'entrata in vigore dei nuovi codici di
priorità, l'applicazione pratica delle nuove norme è ancora
incompleta e, come si suol dire, a macchia di Leopardo. Le strutture
erogatrici infatti stentano ad adattare la gestione delle agende di
prenotazione e
i sistemi informatici
ai nuovi standard e capita, non di rado, che la priorità venga del
tutto ignorata al momento della prenotazione dell'esame o della
visita ambulatoriale. Rispetto
all’auspicata appropriatezza
temporo-organizzativa, garantita
dai nuovi
criteri di priorità, prevale
una
puntigliosa richiesta di adattamento burocratico del
MMG alle
regole amministrative
delle
strutture, a
base di ripetizioni
e correzioni delle richieste quando queste
non collimano con le esigenze economico-finanziarie, a prescindere da
quelle cliniche.
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