L'editore Il Mulino ha riedito, a distanza quindici
anni, un libro che a suo tempo rappresentò una svolta teorica e
pratica nelle scienze sociali. Si tratta del volume dell'economista e
sociologo tedesco Albert O. Hirschmann,
ebreo emigrato negli USA per sfuggire alle persecuzioni naziste,
intitolato "Lealtà, defezione,
protesta. Rimedi
alla crisi delle imprese, dei partiti e dello stato",
che conserva inalterata la sua attualità, a cavallo tra economia,
sociologia e psicologia della decisione (http://www.secondowelfare.it/primo-welfare/lazzardo-di-rimuovere-le-barriere.html).
Secondo lo studioso statunitense la relazione tra un
fornitore di beni o servizi e i consumatori è influenzata da una
sorta di lealtà che lega l’acquirente al “brand” prescelto.
Questa lealtà è instabile e allorché il consumatore giudica
insoddisfacente la qualità del bene o del servizio, rispetto alle
aspettative e al bisogno, la relazione entra in crisi e può sfociare
in due comportamenti opposti.
• L’uscita o exit (defezione).
È la strategia più “economica” e l'utente, allorché lo
scontento supera la soglia fisiologica, rompe la relazione e si
rivolge alla concorrenza. Questa scelta “di rottura” ha un
carattere impersonale e privato, in quanto sanzione anonima ed
aspecifica per il fornitore. Sta all’azienda "abbandonata"
comprendere le motivazioni dell’insoddisfazione che sta dietro
l’uscita di un consistente numero di consumatori. I clienti possono
con la loro uscita decidere il destino di intere aziende, tant'è
che le imprese private sono sensibili ai segnali di defezione della
clientela, ad esempio cali inattesi delle vendite. Il boicottaggio
attivo di un prodotto o di un marchio è una forma di uscita
collettiva, coordinata ed intenzionale, ad esempio a fini politici.
Al contrario in un assetto monopolistico il "cliente" non
può esercitare l’opzione uscita e deve accettare passivamente lo
status quo.
• La voce. In
alternativa all'exit,
il cittadino può esprimere apertamente il proprio malcontento
arrivando a forme di esplicita protesta, individuale o collettiva.
Quando la delusione supera il livello di lealtà del consumatore egli
può decidere di “alzare la voce”, denunciando l’inefficienza
di un servizio, la scadente qualità di un bene o la lesione di
alcuni diritti. L’opzione voce, all'opposto della defezione,
richiede una mobilitazione attiva, ha un carattere pubblico in quanto
si rivolge esplicitamente al fornitore di beni e servizi per
rivendicare ed ottenere un cambiamento.
L’opzione uscita è precisa (o si esce o si rimane)
e favorisce l’autoregolazione del mercato, mentre la voce è un
processo più complesso, attiene alla sfera pubblica e richiede un
impegno personale. Alla base della voce troviamo l’insoddisfazione
per aspettative o diritti: quando il cittadino giudica che alcuni
principi siano disattesi può scegliere l’opzione voce, che
rispetto alla defezione è più efficace per indurre un cambiamento e
coerente con il carattere comune del diritto negato. Sebbene la
delusione del consumatore per beni durevoli sia frequente essa può
riguardare anche i servizi pubblici per una sorta di reazione, in
caso di un elevato livello di aspettative non soddisfatte e per la
variabilità della qualità e dell’efficacia delle prestazioni.
Ma cosa c'entra con la MG questo semplice ed elegante
schema interpretativo delle dinamiche socio-economiche? La MG
convenzionata costituisce un’eccezione nel panorama della sanità
pubblica, fin dalla sua nascita, per la centralità della libera
scelta/revoca del cittadino. La facoltà di revoca del MMG
istituzionalizza l’opzione uscita, che viene ad assumere quindi un
ruolo di regolazione dei rapporti tra medico e paziente ed influenza,
indirettamente, anche le relazioni tra i professionisti. La
consuetudine e la continuità assistenziale tra medico e assistito
rafforza in genere la lealtà di quest’ultimo, in particolare nei
piccoli centri dove il medico è inserito in una fitta rete sociale e
di relazioni informali (conoscenze, rapporti amicali e di vicinato,
parentela, partecipazione ad attività sociali ecc.). Il MMG può
quindi far leva su una certa quota di lealtà da parte dei suoi
assistiti, che controbilancia eventuali tendenze alla defezione.
Tuttavia quando la delusione per il deterioramento
della relazione o della qualità assistenziale supera una certa
soglia la lealtà può venir meno e l’assistito può ricorrere
all'opzione uscita. La revoca infatti è una forma di defezione a
cui corrisponde in automatico una scelta alternativa: il
professionista revocato viene sostituito da un concorrente per il
soddisfacimento del bisogno frustrato. I risvolti economici della
facoltà di scelta/revoca sono intuibili e possono condizionare il
comportamento del medico che, in contesti ad alta concorrenza, vive
la revoca come una sorta di ricatto continuo o, all'opposto, la può
utilizzare strategicamente a proprio vantaggio in modo
opportunistico, ad esempio con una maggiore disponibilità verso i
“desiderata” inappropriati degli assistiti.
Negli ultimi anni la continuità del rapporto
medico-assistito è stata messa a dura prova dai cambiamenti
intervenuti a livello socio-economico ed organizzativo, che si
avvertono in MG proprio grazie a quella sorta di sismografo delle
tensioni tra assistiti e medici che è la scelta/revoca. Le cause
dell'instabilità del rapporto fiduciario sono molteplici e
segnalano l'evoluzione verso una “medicina liquida”:
un generale sfilacciamento delle relazioni sociali, la riduzione
dell'asimmetria informativa tra medico e assistito per
effetto della rete, un certo clima
rivendicativo e conflittuale nei confronti delle èlite e delle
intermediazioni professionali, la precarietà economica e la mobilità
lavorativa conseguente ai processi di globalizzazione e alla crisi
economica, i vincoli burocratico-amministrativi, le compatibilità
economiche della medicina amministrata
etc..
La chiava di lettura dello schema “lealtà, defezione, protesta” di Hirschmann, in sinergia con la concause sopra accennate, aiuta a mettere a fuoco il deterioramento e la precarizzazione di una relazione che, fino a pochi anni fa, era invece stabile e duratura.
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