Sono passati quasi 5 anni dal varo della riforma Balduzzi e le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), inserite dalla legge promossa dall’ex ministro ministro del governo Monti, sono rimaste in gran parte sulla carta, principalmente per il decennale mancato rinnovo degli Accordi Collettivi nazionali e locali. Come talvolta accade da noi una buona legge resta per anni inapplicata ma in compenso si avanzano proposte di attuazione che presuppongono una forzatura della normativa.
E' il caso del segretario FIMMG che, al pari del suo predecessore, propone nuovamente di trasformare le AFT in una sorta di ambulatori H24 dotati di tecnologie per intercettare una parte dei codici bianco/verdi che affollano le strutture di emergenza/urgenza (http://tinyurl.com/m4tv4x5). Questa proposta ha un sapore paradossale per i medici Lombardi, alle prese con la "rivoluzione" della delibera Regionale sulla presa in carico dei malati cronici, che assorbirà non poche energie nei prossimi anni e rappresenta la mission e la vocazione organizzativa delle cure primarie. Non si capisce come si possa puntare allo "sviluppo delle aggregazioni della medicina generale sulla diagnostica, spirometrie ed ecografie" per ridurre gli accessi impropri al PS; in realtà gli stessi strumenti diagnostici potrebbero essere validamente utilizzati proprio nella presa in carico e nel monitoraggio della cronicità.
Le AFT hanno ben poco a che fare con le pseudo-urgenze, essendo “forme organizzative monoprofessionali…. che condividono in forma strutturata, obiettivi e percorsi assistenziali, strumenti di valutazione della qualità assistenziale, linee guida, audit e strumenti analoghi”. La Legge non prevede attività assistenziale “esterna” al gruppo, ovvero rivolta alla popolazione di assistiti, perchè privilegia compiti "interni" alle aggregazioni, di tipo formativo e auto-valutativo. Nelle AFT sarà possibile attuare una maggiore integrazione tra medici delle cure primarie e di continuità assistenziale, tramite collegamenti telematici per la condivisione delle informazioni, ma non certo per promuovere una sorta di ambulatori H24 alternativi ai PS.
Se le AFT hanno obiettivi culturali e di auto-valutazione dell'attività professionale è l'altra forma organizzativa prevista dalla legge, ovvero le Unità Complesse delle Cure Primarie o UCCP, a svolgere compiti assistenziali verso la popolazione: infatti secondo la Balduzzi le UCCP multiprofessionali “erogano prestazioni assistenziali tramite il coordinamento e l’inetgrazione dei medici, delle altre professionalità convenzionate con il Servizo sanitario nazionale, degli infermieri, delle professionalità ostetrica, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e del sociale a rilevanza sanitaria". Questo modello organizzativo è il presupposto per un'offerta di prestazioni in parallelo al PS, mediante "la costituzione di reti di poliambulatoriatori territoriali dotati di strumentazione di base, aperti al pubblico per tutto l’arco della giornata, nonchè nei giorni prefestivi e festivi con idonea turnazione”. Ma non certo le AFT!
Quindi le Aggregazioni Territoriali, lungi dall'inserirsi in modo organico nel sistema di offerta sul territorio, rappresentano l'occasione per riunire i MMG dispersi, favorire il confronto tra pari superando il tradizionale isolamento della categoria; a partire dalle AFT è quindi possibile costruire quella comunità di pratica e di formazione continua delle cure primarie che costituisce il principale gap della MG italiana rispetto al resto del continente.
Secondo il pedagogista Etienne Wenger, principale esponente del filone di studi in questo settore, la comunità di pratica (CdP) è un sistema auto-organizzato, che aggrega gruppi omogenei di lavoratori, sia a scopo di apprendimento continuo che di sviluppo professionale. La CdP può aver sede in un luogo fisico, ad esempio una divisione ospedaliera, ma può essere anche virtuale, nel qual caso sono le comunicazioni tra i suoi membri che mantengono la coesione e l’identità del gruppo. Le AFT possono diventare la palestra sociale per coltivare la CdP dei medici del territorio, sia con momenti periodici di interazione in presenza (audit, formazione sul campo etc..) sia utilizzando strumenti di comunicazione come le reti professionali, mailing list, gruppi Facebook etc. Ciò che conta è la chiarezza programmatica circa i compiti e le funzioni per aggregare i MMG e sviluppare queste nuove forme organizzative. Che fino ad ora purtroppo manca...
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