Infatti la domanda di prestazioni- in particolare visite
specialistiche e diagnostica per immagine - che non trova un’adeguata risposta nelle
strutture di erogazione ordinaria trova sbocco nei servizi di pronto soccorso,
che devono quindi fronteggiare un flusso inappropriato di
assistiti. La lunghezza delle attese è una delle cause dell’eccesso
dei cosiddetti codici bianco/verdi, a loro volta fonte di allungamento dei
tempi di permanenza in PS, stress e malcontento per utenti ed operatori
sanitari.
Un tentativo di soluzione dell’annoso problema era contenuto
il Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa del 2014,
che prevede l‘attribuzione di una classe di priorità ad ogni richiesta di prescrizione diagnostica; dal 2016 il medico di MMG ha
disposizione quattro opzioni temporali per l’erogazione della prestazione,
contraddistinte da altrettante lettere stampate sulla prescrizione, vale a
dire:
·
U= esame o visita urgente (nel più breve tempo
possibile o, se differibile, entro 72 ore)
·
B= breve, da eseguire entro 10 gg
·
D= differibile, entro 30 gg (visite) entro 60 gg
(prestazioni strumentali)
·
P= programmabile, in tempo indefinito
La soluzione adottata era semplice e razionale: selezionare
la domanda, incanalandola in uno dei quattro percorsi organizzativi
appropriati, individuati in funzione delle caratteristiche più o meno urgenti
del problema lamentato dal paziente, in modo da fornire la prestazione nei
tempi giusti ed evitando sia l’uso improprio del “bollino verde” sia gli accessi
impropri in PS. In teoria le classi di
priorità, ampliando la gamma delle possibilità di scelta temporale per l’esecuzione
della prestazione, potevano costituire un salto di qualità nella gestione delle
liste d’attesa e, soprattutto, per la soddisfazione dei malati.
Purtroppo però la riforma non ha avuto
un’adeguata informazione presso gli assistiti, come avrebbe meritato, e
soprattutto le strutture accreditate pubbliche e private in molti casi,
nonostante siano passati 2 anni dall’introduzione, non sono ancora in grado di
garantire un’applicazione puntuale ed omogenea delle nuove priorità. I
candidati governatori invece di immaginare soluzioni complesse e scontate - come
l’aumento dell’offerta destinata ad indurre altra domanda - dovrebbero proporre
concrete soluzioni organizzative per assicurare il rispetto dei codici di
priorità, specie sul versante dei CUP, per la concreta attuazione di una
riforma tanto semplice e razionale quanto rimasta inattuata.
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