domenica 2 dicembre 2018

L'evoluzione della specie: dal clinical manager al PAIsta

La figura chiave della PiC, e nel contempo controversa, è certamente il Clinical Manager (CM), inedito attore professionale affacciatosi nel 2017 sulla scena dell’assistenza medico-sanitaria. Eppure nelle 3 principali DGR che nell’arco del 2017 hanno definito i contorni della riforma della cronicità - per oltre 100 pagine di allegati - il CM resta piuttosto indefinito. Nella prima, la n. 6164 di fine gennaio 2017, il CM è del tutto assente e così pure nell’ultima, la 3993 dell’agosto 2018, quella che precede la radicale revisione della PiC di fine ottobre 2018, concordata con la federazione regionale degli Ordini dei Medici.

Gli unici riferimenti al ruolo e soprattutto ai compiti del CM sono contenuti nelle due Delibere che nel 2017 hanno tracciato l’impostazione pratica ed organizzativa della PiC (si veda il PS). Sia i compiti sia il profilo professionale del CM restano sulla carta piuttosto mal definiti se non per due tratti: il MMG che ha aderito alla PiC assume il ruolo di CM responsabile della PiC e, in alternativa, sarà uno specialista del gestore prescelto dall’assistito a svolgere le sue funzioni, vale a dire la redazione e sottoscrizione/aggiornamento del PAI, la sua gestione “in modo completo” e il coordinamento organizzativo delle prestazioni comprese in tutte le sezioni del PAI durante la PiC, in sinergia con le figure del case/care manager.

Se in MG il ruolo del CM è stato individuato in modo univoco non si può dire altrettanto dei Gestori organizzativi, il più delle volte Aziende Ospedaliere pubbliche o private, dove sono sorti non pochi problemi per stabilire quale Unità Operativa e soprattutto quale specialista doveva farsene carico. Tant’è che tra le reazioni critiche nei confronti della PiC una delle prime è stata quella dei primari internisti Ospedalieri che hanno sottolineato le difficoltà organizzative e professionali per assolvere ai compiti attribuiti al CM nelle divisioni di medicina interna.

Per ovviare a queste criticità si è fatto ricorso, da parte di alcune strutture ospedaliere, ad un’inedita figura professionale che per la prima volta si è affacciata sul mercato del lavoro: il PAIsta vale a dire un medico, generalmente giovane ed esterno alla struttura, incaricato di redigere il PAI per conto del Gestore, probabilmente con una sorta di contratto a progetto.

Riusciranno i “cottimisti” del PAI ad assolvere i compiti affidati dalla riforma della cronicità al CM specialista del Gestore? A prima vista sembrerebbe piuttosto difficile garantire con l’episodica redazione del PAI quell’indispensabile continuità temporale nella gestione della cronicità, specie quando si tratta di polipatologie complesse, e soprattutto l’osservanza di tutte le prestazioni inserite nelle varie sezioni del Piano.

Il PAIsta appare l’alter ego del generalista in tutti i sensi: se il MMG ha una conoscenza e una relazione di lunga data con il paziente cronico, che sopperisce al fatto di non essere uno specialista, il PAIsta lo vede per la prima volta senza nemmeno avere quella formazione specialistica indicata nelle Delibere come requisito per svolgere il ruolo di CM. Insomma il PAIsta è l’esito più acerbo e fors’anche l’effetto “perverso” di una riforma nata male, cresciuta in modo stentato e che ha ben presto esaurito la sua spinta innovativa, come certificato dal tentativo di rivitalizzazione messo in campo dall’assessorato con la collaborazione degli ordini regionali.

P.S.Ecco in sintesi i punti in cui si delinea il profilo professionale del CM.

DGR 6551 del magio 2017

…definizione ed implementazione delle funzioni di coordinamento, con particolare riguardo alle figure di case manager, care manager e di medico referente (clinical manager).

Medico referente (clinical manager) è il medico responsabile della presa in carico ed è individuato dalgestore per curare la predisposizione e l’aggiornamento del piano assistenziale individuale (PAI). Al fine di assicurare tali funzioni, il gestore è tenuto a garantire le figure professionali necessarie.

DGR 7655 del dicembre 2017
Non è inibita per la presa in carico dei pazienti nessuna prestazione che sia ritenuta appropriata e necessaria dal clinical manager….

Per la redazione del PAI del paziente, il gestore individua un clinical manager che ha non solo il compito di redigere un PAI adeguato alla complessità e molteplicità del quadro clinico, ma anche quello di sottoscriverlo….

Si ritiene opportuno che il clinical manager venga identificato nel MMG/PLS, qualora abbia aderito alla presa in carico o, in caso contrario, nello specialista, individuato sulla base degli assetti organizzativi del gestore e che si avvarrà della consulenza degli altri specialisti.

Il MMG/PLS che redige il PAI, così come il clinical manager del soggetto gestore diverso da aggregazione di MMG che redigesse il PAI, hanno la responsabilità clinica delle prescrizioni ivi contenute che devono essere formulate in coerenza con le buone pratiche cliniche e le evidenze scientifiche.

La necessità che il clinical manager, a qualunque tipo di gestore afferisca, si occupi in modo completo di tutte le sezioni del PAI, ivi compresa quella della farmaceutica.. Il PAI viene firmato dal clinical manager ed è contrassegnato da un numero identificativo che viene generato dal sistema locale del Gestore.

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