domenica 23 febbraio 2020

Covid-19, al via triage telefonico da parte dei medici di famiglia

Le caratteristiche dei focolai epidemici nel nord Italia costituiscono un salto di qualità nel profilo di diffusione del virus e preludono a situazioni simil-cinesi. Per fortuna l'epidemia influenzale si sta spegnendo e quindi il rischio della "svista" diagnostica dovrebbe essere minore. E' probabile che alcuni dei casi più gravi, emersi negli ultimi giorni in Lombardia e in Veneto, siano stati confusi all'esordio con l'influenza stagionale, sottovalutandone la gravità e quindi facilitando la diffusione locale del virus. Ecco in proposito il comunicato del Ministero della salute sulle modalità di sorveglianza e approccio all'epidemia sul territorio da parte dei MMG:

http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioNotizieNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4084&fbclid=IwAR0WL9KIaxUrETaQvExZ1Fn5wmB6KCoOHMHlAY_E-iYvln2mbpsNrA9wi7I

Al link il modulo di triage telefonico predisposto da FIMMG e SIMG per aiutare i MMG ad affrontare le situazioni a rischio:
https://app.box.com/s/6fe3gporq7vmy3uojpl140fxzcs59aul

Di seguito il commento all'iniziativa dei dirigenti nazionali di FIMMG e SIMG. «Per evitare che si possano moltiplicare le occasioni di contagio riteniamo sia doveroso per i colleghi della medicina generale aumentare la disponibilità telefonica ai pazienti che presentano sintomi influenzali così da evitare il più possibile che questi stessi pazienti debbano recarsi personalmente presso gli studi sul territorio o nei servizi sanitari come PS e Continuità Assistenziale». FIMMG e SIMG, per voce rispettivamente del segretario Silvestro Scotti e del presidente Claudio Cricelli, hanno predisposto un protocollo di sicurezza dettato da ragioni di prudenza per ridurre al minimo le occasioni di contatto tra pazienti che presentano sintomi compatibili con un sospetto di una affezione respiratoria di probabile origine virale, suggestiva per Covid-19 da Coronavirus e altri pazienti.

 «In questo periodo - precisano Scotti e Cricelli - è normale che i casi di influenza siano ancora molti, tuttavia visti i casi di contagio che si sono verificati sarebbe molto imprudente se non chiedessimo ai colleghi della medicina generale di ridurre al minimo le possibilità di contatto con pazienti a rischio potenziale. Covid-19 ha dimostrato di essere un coronavirus molto contagioso e lo dimostra il possibile coinvolgimento del medico di famiglia del paziente indice di Codogno ricoverato per polmonite e in corso di accertamento, ciascuno deve fare la propria parte per fare in modo che questi casi restino solo un allarme contenuto».

Lo stesso appello alla prudenza viene rivolto da Scotti e Cricelli ai cittadini/pazienti. «In caso di sintomi influenzali, anche di una febbre non troppo alta ma persistente, è bene che non ci si muova verso lo studio del medico di famiglia né verso l’ospedale se non dopo un contatto telefonico con i numeri di pubblica utilità creati a livello nazionale e regionale sulla infezione da coronavirus. In presenza di sintomi di affezioni respiratorie è bene restare a casa e chiamare il medico di famiglia, sarà lui a dirci come comportarci in assoluta sicurezza e a gestire il caso con le indicazioni migliori».

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