domenica 2 giugno 2024

Farmacia di Comunità: lettera di protesta della Federazione regionale degli Ordini dei Medici all'assessore Bertolaso

In merito alla recentissima delibera di Regione Lombardia 
"SPERIMENTAZIONE DEI NUOV SERVZ NELLA FARMACA DI COMUNITA- SERVIZO DI TELEMEDICINA ED ULTERIORI DETERMINAZIONI CONCERNENTI E PIANO ATTUATIVO "RICONCILIAZIONE TERAPIA FARMACOLOGICA" 
della quale la Federazione Regionale è venuta a Conoscenza solo attraverso i mezzi di informazione, si ritiene opportuno esprimere alcune considerazioni e chiedere delle delucidazioni.
  • Nel capitolo "I servizi di telemedicina piano attuativo Vers.10 nella parte dedicata alla fase operativa appare evidente come dopo una fase promozionale da parte del farmacista delle prestazioni di tipo cardiologico segua una fase di arruolamento del paziente che potrebbe in qualche medo essere condizionato nella scelta delle prestazioni, viste le note difficolta nell' erogazione ti prestazioni specialistiche sul territorio. Al MMG/PLS resterebbe il marginale ruolo di prescrittore su ricetta bianca della prestazione scelta dal paziente, opzione che potrebbe creare significativi problemi relazionali con i proprio assistito/a. Non si tratterebbe intatti di una prescrizione direttamente indicata dal MMG/PLS, all' interno di un percorso diagnostico terapeutico o di una concreta esigenza clinica, ma di una semplice trascrizione formale di un bisogno indotto dal farmacista.
  • I servizi di telemedicina possono essere richiesti fino a 3 prestazioni all'anno, per ogni tipologia d esame; non si riesce a capire il razionale della proposta visti i vincoli ai quali il MMG/PLS e gli specialisti sono soggetti nella prescrizione di ogni tipo di accertamento nel rispetto dei criteri di appropriatezza prescrittiva e della razionalizzazione della spesa sanitaria. Il fatto che le risorse allocate siano aggiuntive rispetto al fondo sanitario nazionale non ne giustifica un utilizzo casuale potenzialmente inappropriato.
  • E' previsto che il farmacista proceda alla registrazione del referto dell'esame eseguito in Farmacia su FSE, previa autorizzazione del paziente e solo per la prestazione eseguita. Ci si chiede se nel processo di inclusione del referto nel FSE, gli altri dati del paziente siano visibili, in quanto la documentazionı presente nel FSE è regolamentata da precise norme ordinamentali dettate dal Garante per la protezione dei dati personali.
  • Sempre nel capitolo della telemedicina, nel paragrafo "fase organizzativa", a proposito del ruolo dei farmacisti, si riporta testualmente: "I Farmacisti Individuano l'infrastruttura tecnologica di proprio gradimento, opportunamente certificata in tutte le sue componenti per la specifica prestazione in sperimentazione, nel rispetto dei vincoli posti dalla normativa vigente (DM 16 dicembre 2010 "Disciplina dei limiti e delle condizioni delle prestazioni analitiche di prima istanza.. e per le indicazioni tecniche relative ai dispositivi strumentali ai sensi dell'art. 1, comma 2, lettera d) del decreto legislativo n. 153 del 2009.. Si avvalgono della Struttura Sanitaria Accreditata di propria scelta per la tele-refertazione dei dati acquisiti mediante i dispositivi medici di monitoraggio applicati all'Assistito."
 Si chiede se la scelta, da parte del Farmacista, della struttura adibita alla refertazione dell'esame sia sottoposta alla trasparenza dei rapporti economici tra acquirente ed erogatore della prestazione, stante l'utilizzo di risorse pubbliche.
  • Ci sembra riduttivo inquadrare i MMG/PLS come partecipanti "in modo proattivo all'informativo verso i propri Assistiti sulla facilità e maggior accesso alle prestazioni di Telemedicina offerte nelle farmacie territoriali", come riportato sempre nel capitolo della Telemedicina.
A conclusione di queste brevi considerazioni, trattandosi di prestazioni territoriali rivolte alla cura della cronicità, riteniamo che nella programmazione di tali progetti, seppur sperimentali, sia necessario coinvolgimento della medicina territoriale, principale responsabile della presa in carico del paziente cronico attraverso la predisposizione del PAI (piano assistenziale individuale) da parte del MMG/PLS. Bisognerebbe anche ricordare che stanno partendo sul territorio sperimentazioni, con il coinvolgimento della medicina generale e della specialistica, di telemedicina (in particola re teleconsulto e telemonitoraggio).

Andrebbero analogamente incentivati da Regione Lombardia, con risorse aggiuntive regionali specificamente allocate, i numerosi Colleghi/e che già utilizzano, nelle forme associative, esami diagnostici di primo livello (Ecg, spirometria, ecografia, ecc.)
 
E giusto anche ricordare che, nella legge di bilancio nazionale del 2020, erano stati stanziati 235 milioni o euro per dotare gli ambulatori dei MMG/PLS delle suddette apparecchiature sanitarie che con il loro utilizzo dopo adeguata formazione, permetterebbero di dare un importante contributo alla riduzione nel pieno rispetto dell'appropriatezza clinica. Tali risorse non prevedono, al momento i Professionisti come invece previsto per le farmacie e quindi assume particolare rilievo la previsione indipendente, di specifiche risorse aggiuntive regionali.
 
Invitiamo quindi il nostro Assessorato a farsi carico di queste nostre richieste in modo diretto e ito sostegno ai Ministeri competenti e in Conferenza Stato Regioni. Non è possibile, inoltre, esimersi dal segnalare come le discutibili iniziative poste in essere con assunzione di nuovi ruoli da parte delle farmacie, stiano oggettivamente determinando disagio tra i MG/PLS, con inevitabili conseguenze sulle scelte dei giovani colleghi che devono intraprendere un percorso di formazione post-laurea complesso e scarsamente incentivato.
 
Sempre disponibili al dialogo e ad una fattiva collaborazione, cogliamo l'occasione rivolgere cordiali saluti.
 
COMMENTO:  Un'ulteriore criticità del provvedimento lombardo, non segnalata dalla Federazione Regionale, è che non tiene conto dei codici di priorità delle prestazioni indicati dal medico prescrittore a cui si dovrebbero attenere gli enti erogatori, che vengono ribaditi proprio nel DM di prossima approvazione sulla riduzione delle Liste d'attesa. L'appropriatezza temporale dell'esecuzione di un test è un criterio essenziale per garantire la tempestività diagnostico, soprattutto nel sospetto di una patologia tempo dipendente come una sindrome coronarica acuta esordita con sintomi sfumati o atipici, che richiede l'immediato invio in PS dopo attenta valutazione clinico-anamnestica e dei fattori di rischio individuali per coronaropatia.
 
Maria Stella Giorlandino a nome dell’Uap - associazione nazionale degli ambulatori e poliambulatori privati convenzionati ed enti di ospedalità privata - aveva usato pochi giorni prima toni analoghi, criticando l'art. 17 del DM Liste d'attesa che semplifica le procedure autorizzative per le farmacie ed invitando il Governo "ad eliminare le ‘Disposizioni urgenti per promuovere l’erogazione dei servizi in farmacia’, che oltre ad essere ingiuste nel merito sono assolutamente prive dei requisiti costituzionali indispensabili di necessità e urgenza”. 
 
“Quello che il Governo vorrebbe attuare è un vero e proprio ‘colpo di mano’, un grande favore, per usare un eufemismo, alla categoria delle farmacie. Un provvedimento che dà la possibilità a queste ultime di eseguire al loro interno esami diagnostici, che vanno ben oltre i test di autocontrollo finora possibili, seguendo un iter autorizzativo molto semplificato e attenendosi a requisiti ridottissimi rispetto a quelli che invece, e giustamente, vengono chiesti alle strutture come le nostre a tutela della salute dei cittadini”.

“Cosa faremo per impedire che questo pastrocchio si concretizzi? Cosa faremo noi che per erogare prestazioni adeguate dobbiamo rispettare ben 420 requisiti di legge e avere autorizzazioni regionali laddove alle farmacie bastano quelle comunali? Continueremo a chiedere il rispetto della legalità per chi eroga servizi sanitari, garanzia di un giusto responso per i cittadini e qualità nelle prestazioni erogate attraverso il rispetto di tutti i parametri previsti dalle leggi vigenti in materia. Grideremo con tutta la nostra voce che non devono esserci scappatoie e vie brevi per nessuno. Sottolineeremo a tutti i livelli che con questo atto le liste di attesa non vengono abbattute ma peggiorate." 

"Cercheremo di far capire, solo per fare un esempio, che in caso di esami cardiologici con referto redatto non da un cardiologo ma da altre figure non specializzate, c’è il concreto rischio che il cittadino vada a casa tranquillo salvo poi avere un infarto per errori nella relazione clinica. Noi davanti ad un elettrocardiogramma anomalo inviamo subito il paziente al pronto soccorso, le farmacie invece che faranno?. Altro problema è che mentre all’interno delle nostre strutture non possono esserci medici prescrittori, nelle farmacie invece questa presenza è possibile: se poi si rilascia al cittadino la risposta di un esame senza alcuna firma di un referente autorizzato, chi risponde di quel referto?".

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